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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Giugno 2013
 
   
  AGROALIMENTARE: ANCHE L’AGRO-NIDO PER L’INFANZIA NEL NUOVO PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE UE 2014-2020 DELLA LIGURIA

 
   
  Finale Ligure - Potrebbe cambiare in modo considerevole, con il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 la gestione dei fondi Ue da parte della Regione Liguria. Sulla base di quanto emerso dalla prima conferenza regionale del settembre scorso, “La nostra proposta potrebbe comprendere una serie di azione per ottimizzare maggiormente le spese e la riduzione dei costi verso gli obbiettivi strategici, la multifunzionalità, rispetto a singoli investimenti. Fra questi, la filiera e la gestione del bosco per trasformato in una risorsa con il legname e le biomasse, gli investimenti per il risparmio energetico favorendo le rinnovabili, soprattutto per la competitività del florovivaismo, una agricoltura intensiva con costi molto alti, che rappresenta il 70% dell’agricoltura ligure, la filiera agroalimentare”, l’innovazione, la semplificazione e la governance dei finanziamenti Psr”, ha detto l’assessore all’Agricoltura Giovanni Barbagallo, intervenendo al forum sul Programma di sviluppo rurale tra mare e montagna a Finalborgo. A Finalborgo, si è parlato anche di filiera agroalimentare il cui sviluppo nel periodo 2014-2020 può diventare un forte traino per la crescita e la valorizzazione delle zone rurali anche per l’occupazione. E nel complesso monumentale di Santa Caterina di Finalborgo, che ha ospitato il convegno, un esempio è arrivato dal Consorzio ospitalità diffusa nel parco dell’Aveto che ha offerto ai partecipanti del convegno una pausa pranzo con una serie di assaggi enograstronomici con i prodotti locali di qualità degli operatori-agriturismi, azienda agricole, trattorie, caseifici, mulini, pasticcerie, panifici- di Ne, Borzonasca, Mezzanego, Rezzoaglio, Santo Stefano d’Aveto. Altro punto affrontato il disegno di legge sull’inclusione sociale. Anche se non è una novità, è stato affermato, che l’agricoltura persegua, all’insaputa di molti e anche delle istituzioni, da sempre, questa finalità. L’agricoltura sociale, oltre a offrire un’opportunità integrativa di reddito agli agricoltori, inserendo in azienda persone disagiate, potrebbe favorire anche aree svantaggiate dove le fattorie didattiche degli agriturismi potrebbero diventare fattorie sociali. “Penso agli anziani, ma anche ai bambini che, in casi di difficoltà dei piccoli comuni montani, le fattorie sociali potrebbero trasformasi in inediti agri-nidi per i bambini di quel territorio”, spiega Barbagallo. Dare un’opportunità di occupazione nel settore agricolo a persone o a gruppi di persone con difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro e offrire nuovi servizi ai cittadini delle zone rurali è un obiettivo del Psr 2014-2020.  
   
 

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