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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Giugno 2013 |
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DEPURATORI, “VERIFICHE PERIODICHE PER LA SICUREZZA AMBIENTALE”
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Verona, 18 giugno 2013 . Un
collaudo periodico, scientifico e condiviso, una “revisione tecnica” da
eseguire ogni 4 anni volta ad accertare la funzionalità di tutti gli impianti
di depurazione della provincia di Verona. Per far sì che tutti i soggetti
chiamati in causa possano far fronte alle loro responsabilità, ma soprattutto
per garantire un sempre più rigoroso rispetto nei confronti dell’ambiente e
della popolazione che lo abita.
È la proposta lanciata
dall’Università di Brescia e Aato Veronese, con le società di gestione
scaligere Acque Veronesi Scarl e Azienda Gardesana Servizi (Ags) per il
territorio del Garda, proposta da subito appoggiata da Provincia di Verona,
oltre che dal Comune di Verona. Se ne discusso il 14 giugno, nel convegno
“Impianti di trattamento delle acque: verifiche di funzionalità e collaudo”,
organizzato con la collaborazione del Gruppo Banco Popolare di Verona.
Obiettivo è, dopo molti anni di studi, rendere finalmente le idee concrete: il
mondo scientifico è pronto ormai da tempo per attuare le tecniche studiate. Per
questo la proposta sarà trascritta e presentata all’assessore regionale
Maurizio Conte, affinché la proposta diventi legge. In questo modo il Veneto
sarebbe la prima regione italiana ad avere verifiche di controllo periodiche obbligatorie
per legge.
Da oltre trent’anni infatti
la ricerca scientifica dedica particolare attenzione alle verifiche di
funzionalità, con approfondimenti teorico/pratici sempre più perfezionati:
negli ultimi 15 anni il progetto è stato portato avanti grazie al gruppo di
lavoro ‘Gestione impianti di depurazione’ dell’Università di Brescia. Le tante
esperienze fatte sono state raccolte in un manuale che contiene le principali
verifiche, in tutto 30, descritte attraverso “metodiche standard”. Nella giornata
di studio, coordinata da Carlo Collivignarelli, Ordinario di ingegneria
sanitaria ambientale dell’Università di Brescia, verranno presentate alcune
delle principali verifiche: da quelle effettuate sulle reti fognarie ai
processi biologici di depurazione, dai trattamenti di stabilizzazione del fango
di depurazione ai processi di potabilizzazione delle acque. A conclusione dei
lavori, si terrà una tavola rotonda che vedrà la partecipazione dei soggetti
coinvolti nella gestione, nel controllo e nella pianificazione.
Ad oggi gli impianti di
depurazione nel veronese sono in tutto 63 ed esistono dagli Anni ’80, quando
sono stati edificati in virtù della legge Merli del 1976: da allora molti sono
stati i collaudi e le verifiche, ma mai pianificati secondo una scadenza
periodica precisa: ogni verifica effettuata è, infatti, lasciata all’iniziativa
della società di gestione. Verifiche periodiche pianificate sarebbero invece
più che mai necessarie, dato che esattamente, come succede per esempio alle
nostre automobili, anche gli impianti di depurazione sono soggetti a usura e a
guasti; senza contare l’evoluzione delle normative ambientali (che cambiano) e
di conseguenza li ‘declassano’ (e allora servono modifiche e potenziamenti per
adeguarli).
Tra gli impianti di
depurazione nel Veronese il più grande è quello di Basso Acquar e serve tutto
il territorio del Comune di Verona, lavorando su una portata di 30 milioni di
metri cubi all’anno (30 miliardi di litri) e un carico di 410mila abitanti
equivalenti. A seguire, il depuratore di Peschiera, che con l’estate e
l’abbondante flusso turistico raggiunge il massimo della sua capacità di
trattamento: 330mila abitanti equivalenti per 20 milioni di metri cubi l’anno.
Di grandi dimensioni sono pure i depuratori di San Bonifacio, Cologna Veneta e
San Giovanni Lupatoto, con una capacità tra i 50mila e i 70mila abitanti
equivalenti.
Dichiarazioni:
Mauro Martelli, Commissario
Straordinario Aato Veronese: “Ho aderito
con entusiasmo alla proposta di ospitare a Verona un convegno scientifico di
alto livello come questo. L’argomento, seppur molto tecnico, è di grande
attualità, soprattutto in momenti come questo, dove la crisi economica ci
impone di esplorare tutte le strade per far funzionare al meglio tutto quello
che c’è, spendendo il meno possibile. Ciò lo si ottiene insistendo nella
conoscenza e nella ricerca scientifica, meglio ancora se applicabile
concretamente e immediatamente alla realtà esistente. Mi auguro, altresì, che
questo convengo sia occasione per aumentare la sensibilità del legislatore
regionale, in modo che traduca in norma di legge la necessità di sottoporre gli
impianti a una verifica periodica delle sue prestazioni”.
Ingegner Luciano Franchini,
Direttore Aato Veronese: “C’è bisogno di una codifica scientifica condivisa che
diventi prassi. Gli impianti costruiti negli anni ’80 si trovano oggi a dare
risposte, in termini di prestazione, superiori rispetto a trent’anni fa: quali
verifiche fare e con quali modalità dovrebbero essere decise insieme e affidate
a un soggetto terzo, un professionista esterno esperto e qualificato. Proprio
come per l’automobile, l’idea della revisione serve a questo, a garanzia della
funzionalità. E potrebbe incidere con un’altra prassi quadriennale: quella del
rinnovo di istruttoria”.
Professor Carlo
Collivignarelli, Coordinatore del Gruppo di Ricerca di Ingegneria Sanitaria
Ambientale dell’Università degli Studi di Brescia: “Con l’attività del gruppo
di lavoro “Gestione impianti di depurazione”, che è iniziata nel 1998 e
prosegue, da allora, con riunioni periodiche mensili e con una lunga serie di
Giornate di Studio come questa (la 48° in questi anni), intendiamo promuovere
concretamente la “cultura della gestione”: “Non basta progettare e costruire
bene un impianto di depurazione: è indispensabile una gestione tecnica
competente e attenta per conseguire i risultati ambientali attesi”. Per questo
obiettivo, l’applicazione corretta dei criteri di verifica funzionale (sia in
sede di collaudo, sia in sede di verifica periodica), risulta essenziale”.
Massimo Mariotti, Presidente di Acque Veronesi: “I processi di
depurazione costituiscono l’ultimo anello della catena di un processo di
convivenza uomo-ambiente in tema di acqua. Acque Veronesi gestisce circa 70
depuratori in tutta la provincia di Verona. Per tale motivo la società dedica
impegno ed attenzione ad un tema fondamentale come la depurazione ed una sua
corretta gestione. Il convegno di oggi illustra interessanti ed innovative
metodologie scientifiche che serviranno ad affrontare al meglio le
problematiche relative ai numerosi impianti controllati.
Alberto Tomei, presidente di
Gardesana Servizi e Angelo Cresco, presidente di Depurazioni Benacensi:
"Da anni si discute sulla necessità di pianificare dei controlli periodici
per verificare la funzionalità dei depuratori. Si tratta di una proposta che ci
ha sempre trovato concordi: siamo consapevoli delle ripercussioni che avrebbe il
cattivo funzionamento di una struttura come il depuratore di Peschiera del
Garda che negli ultimi anni, in concomitanza con la stagione turistica, ha
regolarmente raggiunto il massimo della sua capacità di trattamento. Un
collaudo periodico potrebbe permettere l’individuazione di eventuali deficit o
carenze del depuratore incentivando quindi, in quei casi, interventi di
manutenzione e miglioramento. Tuttavia non dovrebbero essere le aziende a
coordinare queste verifiche, bensì l’Ato, che dovrebbe quindi incaricarsi del
protocollo,
della gestione e dei costi”.
Fabio Venturi,
vicepresidente della Provincia di Verona e assessore all´Ambiente: “L´occasione
di oggi è importante perché apre la strada a nuove opzioni. L´intento di tutti
i soggetti coinvolti è di arrivare al massimo grado di efficienza degli
impianti, ed è per questo che il confronto con i ricercatori universitari può
essere sicuramente utile. Ci sono temi gestionali importanti, come ad esempio
l´utilizzo della capacità residua degli impianti, che certamente si
avvantaggiano delle moderne ricerche. Per quanto mi riguarda, sono
particolarmente contento che Verona dimostri questa attenzione e questo impegno
nei confronti della sicurezza ambientale. Come assessore provinciale
all´Ambiente non posso che condividere le azioni positive volte a garantire ai
veronesi la migliore qualità del ciclo dell´acqua”.
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