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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Giugno 2013 |
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BOLZANO: CULTURA ED INNOVAZIONE DI FRONTE A NUOVE SFIDE
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Bolzano, 18 giugno 2013 - Le potenzialità di sviluppo delle
organizzazioni ed imprese culturali e creative costituiscono per l´Alto Adige
un elemento in grado di aumentare il valore del territorio con opportunità per
lo sviluppo economico e sociale con formule di impiego per i giovani ad alta
specializzazione, da un lato, e possibilità di ri-collocazione per le persone
espulse dal mercato del lavoro tradizionale.
Le imprese culturali e
creative sono circa 2.200 con circa 5.800 occupati e con un fatturato di
658.000 Euro. Le imprese culturali e creative costituiscono il 5 per cento
delle piccole medie imprese altoatesine Pmi che a loro volta sono circa il 3
per cento del tessuto economico complessivo dell´Alto Adige; in pratica gli
occupati delle imprese culturali e creative costituiscono il 4,4 per cento di
quello delle Pmi altoatesine, senza contare i 6.000 volontari. In un momento di
crisi quale quello attuale il l´introito netto percepito da tali imprese
rispetto alle imprese tradizionali è superiore con un margine superiore anche
per quanto attiene il margine di crescita sia in termini di valore che di
occupati. Senza tener conto degli impatti indiretti della cultura nel
territorio in termini ad esempio di attrazione turistica e relativa spesa,
qualità della vita e benessere, che porterebbero la stima delle ricadute
complessive a cifre ben superiori.
Questo quanto emerge dalla
"Ricerca sulle industrie Creative e Culturali dell´Alto Adige"
coordinata fra il 2012 e il 2013 dal professor Giorgio Tavano Blessi, docente
di economia presso la Libera Università di Bolzano su incarico dei Dipartimenti
provinciali alla Cultura Italiana, ed all´Innovazione.
Gli esiti sella ricerca sono
stati presentati a Palazzo Widmann a Bolzano nella mattinata di oggi, venerdì
14 giugno 2013 dagli assessori provinciali Christian Tommasini e Roberto Bizzo
assieme al prof. Giorgio Tavano Blessi.
A partire dagli anni 2000 è
emerso con evidenza il ruolo della cultura nel promuovere nuove occasioni di
sviluppo per l´economia, ma anche la forte relazione tra la cultura ed altre
dimensioni della vita delle imprese e dei cittadini, ad esempio quale leva
strategica per la salute, il benessere, la qualità di vita, la creatività ed
innovazione. Dopo uno studio condotto su incarico della Commissione Europea nel
2006 ed una rilvazione effettuata a livello nazionale per verificare il
contributo delle imprese culturali al prodotto interno lordo Pil, per la prima
volta le indagini si rivolgono su dimensione provinciale.
L´obiettivo della ricerca
commissionata riferita al territorio altoatesino era quello di studiare la
dimensione culturale nel territorio della provincia di Bolzano al fine di
valutarne il peso, gli impatti e definire possibili azioni di sviluppo per il
settore.
A differenza dell´assunto
che "Con la cultura non si mangia", ancora molto radicato a livello
italiano, che porta in periodi di crisi alla sottovalutazione della cultura e,
quindi, ai tagli dei fondi per il settore culturale, com ha detto l´assessore
provinciale Tommasini, "la cultura crea ricchezza e benessere e gli
investimenti culturali costituiscono gli investimenti con maggior valore
aggiunto che possono contribuire alla crescita economica con fattori
esponenziali. Le imprese culturali e creative costituiscono uno sbocco forte
per giovani sempre più qualificati (con laurea e master abbinati ad esperienze
professionali all´estero) ed un forte valore aggiunto per il territorio e dei
suoi abitanti. Il potenziale di crescita delle imprese clturalie e creative si
attesta tra i 4 ed i 5 punti percentuali.
Come ha sottolineato
l´assessore provinciale Roberto Bizzo far crescere nuove aziende ad elevato
contenuto innovativo abbinato al brand territorio Alto Adige coniugato con la
sostenibilità fa sì che esse possano competere a livello internazionale.
Come ha spiegato il prof.
Tavano Blessi, andando ad analizzare il tessuto culturale altoatesino, risulta
che le organizzazioni ed imprese appartenenti alle tre dimensioni della cultura
come da modello adottato per la ricerca svolta a livello europeo, ovvero Core
Culturale (Arti visive, Spettacolo, Patrimonio), Industrie Culturali (Film,
Video, Radio, Tv, Videogiochi, Software, Musica, Libri e stampa), Industrie
Creative (Design, Architettura, Pubblicità) siano oltre 2300. Nella ricerca non
compaiono quelle artigianali e gli architetti.
Dalle interviste condotte
emerge la richiesta di maggior formazione del personale delel imprese culturali
e creative, della creazione di reti e di supporti in querstioni gestionali
relative al marketing e alla vendita.
Tra le proposte per lo
sviluppo del settore: credere a questa sfida ampliando glki spazi di
commistione, relazione lavoro fra ambiti
che fino ad ora sembravano incompatibili; erogare finanziamenti, ma anche dare
vita ad efficaci strategie di ingresso e consolidamento delle imprese culturali
e creative sul mercato offrendo opportunità ai giovani. Da un lato riconoscendo
il valore delle imprese culturali e creative attraverso premi e manifestazioni,
dall´altro sostenendole nell´incubazione con interventi di accompagnamento e
formazione nonché favorendo la coniugazione fra industria, servizi, e terzo
settore con il mondo della cultura e della ricerca artistica per giungere ad un
maggior valore per il territorio.
Come ha fatto presente l´assessore
Bizzo in questa direzione potrebbe essere attivata una Piattaforma di servizi,
offerta formazione di livello del personale ad hoc, il tutto nell´ottica di
favorire il lavoro di rete e giungere alla creazione di nuove imprese.
Lo studio sarà pubblicato a
breve sulle pagine web della Ripartizione cultura italiana e della Ripartizione
Innovazione e così consultabile online.
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