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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Giugno 2013 |
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PUBBLICATO RAPPORTO "CUNEO 2013"
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Cuneo, 18
giugno 2013 - Dieci cifre chiave, per
disegnare lo stato di salute della provincia di Cuneo, in occasione della
“Giornata dell´Economia”, svoltasi lunedì 17 giugno in Cdc e la contestuale
presentazione del “Rapporto Cuneo 2013” studio curato dall’ufficio studi
camerale e Unioncamere Piemonte.
Il primo
significativo indicatore è il Pil (prodotto interno lordo) pro-capite,
valutato, per il 2012, in 30.387 euro, significativamente superiore alla media
regionale, ferma a quota 28.000 circa. Apprezzabile dunque il mantenimento di
una posizione interessante a livello piemontese, nonostante il perdurare della
crisi. Quest´ultima, secondo i dati raccolti dall’ente camerale e da
Unioncamere Piemonte, si è fatta e si fa sentire incidendo sulla consistenza
della base imprenditoriale, con un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni
di aziende e una decrescita dello 0,94%. Le imprese registrate sono, al 31
dicembre 2012, 72.863, un sesto circa di quelle presenti in area subalpina.
Dall´analisi del dato, emerge che le realtà al femminile sono, in Granda,
17.477, pari al 24% del totale provinciale, mentre quelle giovanili sono 7.485,
cioè il 10%.
Sulle
problematiche legate alle generazioni, quelle al di sotto dei 35 anni per il
lavoro autonomo e dei 30 per le attività dipendenti, ha posto l´accento, nel
suo intervento, il presidente camerale Ferruccio Dardanello, impostando il
problema in un´ottica nazionale. “In Italia - ha precisato Dardanello - il
valore aggiunto prodotto dai giovani ammonta a oltre 242 miliardi di euro, pari
al 17,2% del totale. Se si considera che i 19/34enni sono, nel nostro Paese, il
22 per cento della popolazione in età lavorativa, si deduce che il loro apporto
all´economia italiana è sottodimensionato e che, se i quasi due milioni di
disoccupati trovassero un lavoro, il valore aggiunto del prodotto Italia
potrebbe crescere dell´11,8 per cento. C´è dunque un esercito di riserva di
potenziali neo-imprenditori che potrebbero essere inseriti nella vita economica
con strumenti di finanza dedicata, quali venture capital, microcredito e altro,
oltre a percorsi di crescita e formazione nel campo della cultura manageriale,
delle competenze sull´impresa, dell´apprendimento e applicazione delle
tecnologie e dell´internazionalizzazione”.
Nel
Cuneese, dati pesanti arrivano dal mercato del lavoro, segnato da una riduzione
dell´occupazione, valutata in 4mila unità, a prevalenza femminile, legata
soprattutto al calo degli addetti nel comparto industriale. Nell´anno 2012 il
tasso di disoccupazione, che in Granda ha veleggiato a lungo a scavalco tra il
3 e il 4%, e ha raggiunto il 6,10%, coinvolgendo 17mila persone, contro le
10mila dell´anno precedente. In particolare, il 22% degli under 24 è senza
lavoro. Il fenomeno riguarda, in misura discretamente omogenea tutta l´area
provinciale, con una punta nel Monregalese e un minimo nel Saluzzese grazie
alle opportunità offerte dall´agricoltura.
Allineato
ai dati 2011 è il ricorso alla Cassa integrazione guadagni, approdata a quota
10 milioni di ore, caratterizzata dall´accentuarsi della formula ordinaria a
compensare il calo nella straordinaria.
Note più
serene vengono dai numeri sul commercio con l´estero, chiusosi in positivo, con
un incremento del valore delle esportazioni, per un valore di 6,6 miliardi e
una riduzione dell´import, fermo a 3,8. I punti di forza restano gli
alimentari, le bevande e il comparto della meccanica. Anche le destinazioni si
sono modificate, guardando sempre più spesso ai Paesi extra Ue, caratterizzati
da prospettive di crescita più dinamiche.
Poco
brillanti i dati sul turismo, settore che, di norma, offre boccate di ottimismo
al nostro territorio. La stagione sciistica 2012/13 è stata critica per carenza
di neve e anche il movimento nelle altre fasce stagionali ha perso in
brillantezza a causa della crisi economica generale. Le imprese del settore
hanno perso 45 unità, pari all´1,2% su un totale di 3.864.
La
fotografia della situazione nazionale e del Piemonte è stata delineata dalla
sede di Torino della Banca d’Italia. Sono intervenuti Roberto Rinaldi, capo
servizio normativa e politiche di vigilanza, che ha illustrato i principali
andamenti che hanno caratterizzato l’economia italiana nel corso del 2012, con
alcune indicazioni sulle tendenze in atto, mentre Luciana Aimone Gigio, addetta
alla divisione analisi e ricerca economica territoriale della sede regionale
della Banca d´Italia, si è soffermata sui principali contenuti del Rapporto
annuale della Banca d’Italia sull´economia del Piemonte, focalizzandosi
soprattutto sugli aspetti specifici o di differenziazione della regione
rispetto al contesto nazionale.
Nella sua disamina
della situazione provinciale, il professor Giuseppe Tardivo ordinario di
economia e direzione delle imprese presso l´Università di Torino, ha parlato di
localismo “inceppato”, con una miriade di realtà di piccola dimensione, in
difficoltà nel competere. In pratica, ci sono le potenzialità, ma è necessaria
un´azione sinergica con il sistema Italia, mirata alla creazione di un mercato
del lavoro più dinamico, a un più basso livello impositivo sui lavoratori, a un
sostegno alle attività imprenditoriali, a minor burocrazia e maggior
semplificazione e trasparenza della pubblica amministrazione e, per finire, a
una più elevata protezione sociale.
“Diventa
indispensabile - ha concluso Giuseppe Tardivo - riorganizzare, tagliare i
costi, innovare, puntare sui talenti e internazionalizzare. Il tutto alla luce
di una nota affermazione di Henry Ford: “Trovarsi insieme è un inizio, restare
insieme un progresso... Lavorare insieme un successo”. L´importante è giocare
la sfida da protagonisti e non limitarsi a subirla”.
La
giornata si è conclusa con un dibattito moderato da Ezio Bernardi, direttore de
La Guida, con i rappresentanti dell’associazionismo giovanile in provincia,
espressione del volto nuovo della nostra imprenditoria.
Guidati da
Bernardi gli intervistati hanno portato la loro testimonianza, attraverso la
lettura dell’economia dalla prospettiva dei giovani, per comprendere quali
siano gli ostacoli da rimuovere per dar loro una concreta opportunità di
misurarsi con il mercato, capire come rimettere in circolo questa linfa vitale
della società, costruire le strategie per assicurare un futuro all´economia
provinciale.
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