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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Giugno 2013 |
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ECOMAFIA 2013/LEGAMBIENTE. VENDOLA "LEGISLATORE MODERNIZZI CODICE PENALE"
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Bari, 17
giugno 2013 - “Non si può immaginare che
i reati ambientali vengano sanzionati con una multa come se si trattasse di
reprimere delle marachelle o dei reati bagatellari. I reati ambientali sono i
più gravi che si possano immaginare perchè compromettono la qualità del
territorio e ipotecano la salute dei cittadini nel presente e nel futuro. C’è
bisogno che il legislatore attualizzi e modernizzi il codice penale alla luce
di quello che stiamo imparando, anche perchè le Procure da un lato, la società
civile dall’altro e l’ambientalismo stanno guardando con lucidità ad un business
che è rilevante”.
Così il
Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenuto ieri mattina a Bari alla presentazione del Rapporto
Ecomafia 2013 di Legambiente che ha evidenziato dati e caratteristiche di
alcuni fenomeni di illegalità tra i quali l’abusivismo edilizio e il traffico
illecito dei rifiuti.
“Se le mafie scelgono i rifiuti - ha
continuato Vendola - vuol dire che i rifiuti valgono quanto e più, talvolta,
delle droghe. Se le mafie conquistano il territorio con l’arrembaggio del
cemento illegale vuol dire che chiudendo gli occhi, connivendo, abituandoci
agli abusi noi stiamo consentendo alle mafie di mettere radici nei nostro
territori. Bisogna ribellarsi a questo”.
Per
Vendola mettere insieme i diversi attori della società è molto importante.
“Ognuno deve diventare sentinella del proprio territorio - ha spiegato Vendola
- nessuno può pensare che basti semplicemente delegare. Occorre che ciascuno
faccia la sua parte. Chi ha per compito istituzionale il dovere di costruire
l’intelligenza del reato e del suo contesto ma anche chi vive la passione della
difesa, della tutela della bellezza, della memoria, della natura. Ecco mettere
insieme questi attori è l’unico modo per vincere questa battaglia”.
Il
Presidente Vendola poi ha ricordato come la Regione Puglia, in netta
controtendenza rispetto ai frequenti tentativi di riapertura dei termini del
condono edilizio che ci sono stati e ci sono in Italia, si sia dotata da circa un
anno di una legge in materia di prevenzione e repressione dell’abusivismo
edilizio.
“Una legge
d’avanguardia - ha detto Vendola - consente alla Puglia ciò che nel resto
d’Italia è solo una chimera. Abbattere gli immobili abusivi, lottare contro
quel cemento selvaggio che divora la nostra costa, la nostra bellezza.
Bisogna
prendere esempio da questa legge e continuare su questa strada perché il
presidio dell’ambiente è un dovere soprattutto per preservare la bellezza, la
natura per le future generazioni”.
“La realtà
dell’abusivismo non è semplicemente quella degli interessi delle mafie
tradizionali – ha aggiunto Vendola - l’abusivismo è un fenomeno di massa. C’è
una lunga consuetudine a considerare l’abuso quasi un fatto di floclore
inItalia, del resto l’Italia è il paese delle sanatorie e dei condoni edilizi.
Oggi il
punto di stupro ambientale in Italia è talmente grave che non possiamo più
consentire che ciò continui”.
In materia
di illeciti ambientali poi, Vendola ha ricordato l’accordo quadro con le Forze
dell’Ordine e la convenzione, in vigore dal 2007, che viene rinnovata
annualmente e che sostiene economicamente le attività istituzionali di
controllo e monitoraggio del territorio regionale della Puglia di cui sono
beneficiari, oltre al Cnr e l´Arpa Puglia, la Guardia di Finanza, Il Noe dei
Carabinieri ed il Corpo Forestale dello Stato. Fino ad oggi (il dato è
aggiornato al 14 giugno 2013) l´attività di Polizia Giudiziaria dei beneficiari
della convenzione ha portato al sequestro di 2328 siti sui quali, a vario
titolo, si ravvisava una violazione delle norme vigenti in materia ambientale.
A questo
proposito, Vendola ha voluto sottolineare come "il numero degli interventi
repressivi non sia indicativo della potenza del fenomeno criminale, ma della capacità
reattiva della Regione, delle forze dell´ordine e della magistratura”.
“Ci sono
territori - ha concluso il Presidente - dove ci possono essere meno sequestri,
meno confische, meno denunce, perchè c’è più assuefazione al fenomeno non
perchè il fenomeno sia minore. Occorre una mobilitazione generale perché il
disatro ambientale è un contesto sociale, politico, culturale contro cui
abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di reagire con forza”.
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