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Notiziario Marketpress di Mercoledì 19 Giugno 2013
 
   
  SECONDO LA CORTE DEI CONTI EUROPEA, IL SOSTEGNO DELL’UE ALLA GOVERNANCE IN EGITTO È “PIENO DI BUONE INTENZIONI MA INEFFICACE”

 
   
  Lussemburgo, 19 giugno 2013 - Una relazione pubblicata dalla Corte dei conti europea critica fortemente la spesa per aiuti dell’Ue volta a promuovere settori chiave della governance in Egitto nel periodo precedente e seguente la rivolta popolare del gennaio 2011. “L’approccio cauto non ha funzionato, ed è venuto il momento di adottare un approccio più mirato che produrrà risultati significativi e garantirà un più vantaggioso utilizzo del denaro dei contribuenti europei” ha dichiarato Karel Pinxten, il Membro della Corte responsabile della relazione. L’audit è stato incentrato da un lato sulla gestione delle finanze pubbliche (Gfp) e la lotta contro la corruzione e dall’altro sui diritti umani e la democrazia. Per il periodo 2007 - 2013, l´Egitto ha ricevuto dall’Ue aiuti per un importo di circa un miliardo di euro. Poiché oltre la metà di questi fondi è convogliata tramite la tesoreria egiziana utilizzando il meccanismo di aiuto noto come sostegno al bilancio, si fa grande affidamento sulla Gfp del paese. La Commissione e il Servizio europeo per l’assistenza esterna (Seae) non sono stati in grado di garantire che le autorità egiziane affrontassero le principali debolezze nella Gfp. La mancanza di trasparenza di bilancio, l’inefficacia della funzione di audit e la corruzione endemica sono tutti esempi di queste debolezze che sono in grado di vanificare gli sforzi. La Commissione e l’Seae non hanno reagito alla mancanza di progressi prendendo iniziative decisive volte a garantire la responsabilità delle autorità egiziane per la gestione dei considerevoli fondi che l’Ue ha continuato a erogare direttamente alle stesse. Analogamente, gli interventi dell’Ue a sostegno dei diritti umani e della democrazia hanno conseguito scarsi progressi. Il principale programma a sostegno dei diritti umani si è rivelato in larga misura inefficace. Il suo avvio è stato lento ed è stato ostacolato dall’atteggiamento negativo delle autorità egiziane. La Commissione e l’Seae non hanno fatto ricorso all’influenza finanziaria e politica di cui disponevano per contrastare tale intransigenza. Alcuni elementi del programma hanno dovuto essere completamente abbandonati. I fondi convogliati tramite le organizzazioni della società civile (Osc) non sono stati sufficienti per operare una percepibile differenza. Dopo la rivolta, non sono state assunte nuove iniziative di rilievo per affrontare il problema dei diritti umani fondamentali e le misure adottate hanno sinora avuto uno scarso impatto. Non si è prestata sufficiente attenzione ai diritti delle donne e delle minoranze nel successivo riesame, nonostante la necessità cruciale di azioni urgenti per contrastare la crescente ondata d’intolleranza.  
   
 

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