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Notiziario Marketpress di
Giovedì 20 Giugno 2013 |
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BIOECONOMIA, UN MODELLO DI SVILUPPO COMPETITIVO E SOSTENIBILE
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Verona, 20
giugno 2013- In Camera di Commercio, si
è parlato del settore delle biotecnologie nel corso del seminario “Bioeconomia
- Un modello di sviluppo competitivo e sostenibile”.
L’italia è
al terzo posto in Europa, dopo la Germania ed il Regno Unito, per numero di
imprese pure biotech (imprese che hanno come core business attività legate
esclusivamente alle biotecnologie), con un fatturato di 7.152 mln di euro ed
investimenti in ricerca e sviluppo per 1.832 mln di euro. Si tratta di un
settore il cui sviluppo può avere ricadute positive anche su ambiti più
“tradizionali”: sempre più aziende infatti valorizzano i propri processi
produttivi attraverso l’introduzione di prodotti e tecnologie biotech, per
migliorarne la qualità e la resa o diminuire l’impatto ambientale.
Le
biotecnologie trovano ormai applicazione in numerosi campi: la filiera tessile
e quella cartaria, l’industria agroalimentare e quella chimica, il settore
energetico e dell’ambiente, quello informatico e delle costruzioni. Le imprese
pure biotech vengono normalmente distinte in: red biotech – imprese che
utilizzano le biotecnologie applicate alla salute dell’uomo (sviluppo di
prodotti terapeutici, vaccini, tecnologie di drug delivery, metodiche di
diagnostica molecolare); green biotech – imprese biotecnologie agroalimentari
(produzione di piante e colture per applicazioni in campo alimentare, chimico,
produttivo, pharming molecolare, test per la rivelazione di ingredienti e
contaminanti in prodotti alimentari); white biotech – biotecnologie industriali
(produzione e lavorazione di prodotti chimici, materiali e carburanti,
tecnologie di risanamento ambientale); Gpta – Genomica, Protenomica e
Tecnologie Abilitanti (tecniche e metodiche di analisi della struttura e
funzione dei geni, analisi della struttura, interazioni e funzioni delle
proteine, tecnologie bioinformatiche, etc.).
Il
seminario si è aperto con l’intervento di Rita Fucci, Assobiotec, che,
presentando il Rapporto 2013 sulle biotecnologie in Italia, ha illustrato le
caratteristiche delle imprese del settore, sia per origine (si tratta in
maggioranza di imprese che nascono come start up o come spin off accademico)
che per dimensione (l’87% è costituito da imprese di piccole o micro
dimensioni) e distribuzione geografica; ha poi fatto alcune riflessioni sulla
posizione dell’Italia, in ambito europeo e mondiale, in termini di
finanziamenti ed incentivi, illustrando alcune proposte finalizzate a favorire
le attività di Ricerca & Sviluppo ed il reperimento di finanziamenti: in
particolare, ha evidenziato l’opportunità di introdurre in modo stabile un
credito d’imposta per le spese in Ricerca & Sviluppo, oltre alla necessità
di prevedere incentivi per l’innovazione e sviluppare gli investimenti nel
capitale di rischio, agevolando anche la formazione di fondi di investimento
specializzati. Commentando i dati sull’impatto della bioeconomia in Europa e
sul Pil italiano, Rita Fucci ha sottolineato come, proprio in questa fase di
difficoltà, le applicazioni biotecnologiche possano avere un impatto rilevante
anche sulle imprese tradizionali, per le quali l’utilizzo delle biotecnologie
potrebbe costituire l’occasione di innovare i propri prodotti e processi ed
affrontare così la crisi.
Si è
proseguito poi con la testimonianza della Microbion s.R.l., spin off
dell’Università di Verona, il cui presidente, Antonio Del Casale, ha illustrato
l’esperienza sua e dei suoi soci nell’avvio di una start up innovativa. In
particolare, Del Casale ha evidenziato, d’accordo con le altre imprese
presenti, l’esigenza di creare, anche sul territorio veronese, un incubatore
specificamente destinato alle imprese che lavorano sulle biotecnologie: queste
infatti richiedono, per la loro specificità, laboratori appositamente
attrezzati e spazi difficilmente reperibili per una singola impresa ma che
potrebbero invece essere messi a disposizione delle start up del territorio,
che in questo modo potrebbero meglio sfruttare e condividere le proprie competenze
e ridurre gli oneri derivanti dall´avvio dell´attività.
La
mattinata si è conclusa con l’intervento di Claudio Giuliano, il quale, in
rappresentanza di Innogest Sgr s.P.a., ente gestore della Linea Capitale di
rischio del Fondo Nazionale dell’Innovazione, ha illustrato le modalità di
investimento in progetti di valorizzazione di brevetti, basate su un
cofinanziamento pubblico-privato attraverso l’acquisizione di quote di
partecipazione (azioni o quote di capitale), sia di maggioranza che di
minoranza. Le risorse sono destinate ad imprese ad alto valore innovativo in
possesso di copertura brevettuale della soluzione proposta (ossia della
titolarità o della licenza di un brevetto o, in alternativa, di un rapporto di
ricerca “non negativo” su una domanda di brevetto non ancora concessa), che
potranno inviare un business plan, i cui contenuti, come le fasi del processo
di valutazione da parte di Innogest, sono stati illustrati da Giuliano. Le
modalità di investimento, ha puntualizzato Giuliano, seguiranno le normali
logiche degli investimenti di Venture Capital: la valutazione si baserà quindi
sull’analisi delle potenzialità di valorizzazione dei brevetti, del profilo di
rischio e del ritorno sull’investimento per gli investitori.
“Lo
sviluppo di imprese fortemente innovative – ha commentato Alessandro Bianchi,
Presidente della Camera di Commercio - è legato anche alla capacità del Paese
di sostenerle efficacemente, attraverso incentivi all’innovazione e progetti di
finanziamento. Questo è maggiormente vero per le piccole e medie imprese, che
costituiscono l’ossatura del nostro sistema economico e sono, spesso, quelle
più penalizzate dai costi della brevettazione e dalla difficoltà di accesso al
credito. Iniziative in questa direzione sono state avviate negli ultimi anni,
basti pensare alle nuove misure per lo sviluppo delle start up ed ai
finanziamenti messi in campo dal Ministero dello Sviluppo Economico. Si tratta
adesso, per le nostre imprese, di riuscire a cogliere tutte le opportunità
offerte”.
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