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Notiziario Marketpress di
Giovedì 20 Giugno 2013 |
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GENOVA - RAPPORTO SULL´ECONOMIA PROVINCIALE 2012
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Genova, 20
giugno 2013 - Nella provincia di Genova
si confermano le difficoltà delle famiglie che
nella situazione attuale vedono ridursi il reddito disponibile con
conseguente erosione del patrimonio familiare ormai in atto da qualche anno.
L´andamento del reddito disponibile complessivo in provincia di Genova è
caratterizzato nel corso del periodo 2004-2011 da un tasso medio di crescita
inferiore a quelli della Liguria, del Nord-ovest e dell´Italia (1,1% contro
1,3%, 1,5% e 1,7% rispettivamente) e presenta due diminuzioni consecutive nel
2009 e nel 2010, così come il dato ligure. Il valore pro capite del reddito
disponibile in provincia di Genova è superiore a quello nazionale del 18,3% nel
2011 (era il 18,8% nel 2004) , oltre che sempre superiore al dato ligure e dal
2007 anche a quello del nord-ovest.
Dopo gli
anni di forte crescita del numero degli sportelli in Liguria e a Genova si
assiste ad un ridimensionamento del sistema bancario che riduce di 23 unità il
numero di sportelli in provincia di Genova e di 40 in Liguria. A Genova la
diminuzione è concentrata nel 2012 anno in cui il saldo negativo è di 14 unità.
La quota della Liguria sul totale Italia si mantiene costante al 2,9%. Il dato
degli impieghi per il totale dell’economia della provincia di Genova si attesta
a 22.850 milioni di euro a fine 2012. Sul fronte dei prestiti alle imprese, dal
gennaio 2006 al marzo 2009 essi sono aumentati a tassi tendenziali crescenti
fino al primo trimestre del 2009 per poi crescere ma a tassi velocemente decrescenti
nell’anno successivo. Tra aprile 2009 e ottobre 2010 gli stock di impieghi alle
imprese sono diminuiti costantemente, per poi riprendere a crescere da fine
2010 fino a buona parte del 2012 ma a tassi complessivamente inferiori a quelli
del precedente ciclo. I prestiti alle famiglie invece hanno continuato a
crescere a tassi tendenziali decrescenti per tutto il periodo considerato,
mostrando soltanto nel 2012 alcuni mesi in cui lo stock degli impieghi si è
ridotto rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente. Il valore dei
depositi per il totale della raccolta retail della provincia di Genova a fine
2012 è pari a 19.888 milioni di euro.
Le
imprese/unità locali operanti in provincia di Genova (dati Asia dell’Istat nel 2010 sono pari a 75.273,
in diminuzione di 332 unità rispetto al 2009 (un migliaio circa in due anni),
ed occupano 269.917 addetti, in drastica diminu-zione di circa 8.500
unità. Di queste, 60.401 (in aumento di
31) unità locali operano nel commercio alberghi e ristoranti e altri servizi rappresentando l’80,2% del totale mentre gli addetti complessivi del
terziario sono 199.579, in diminuzione di circa 5.000 unità (73,9% del totale).
La struttura economica provinciale è fortemente caratterizzata dalla presenza
del terziario che viene ribadita anche dal confronto con il dato nazionale,
dove gli addetti operanti nel settore sono il 64,6% del totale, e dal dato
degli addetti nel settore industriale, che in Italia rappresentano il 35,4% del
totale mentre in provincia di Genova si fermano al 26,1%. Solo lo 0,6% delle
unità locali della provincia ha più di 50 addetti (dato uguale alla media
nazionale), confermando così una delle principali caratteristiche del nostro
sistema imprenditoriale: la preponderante pre-senza di piccole e piccolissime
unità produttive. Questa caratteristica si ritrova considerando anche il numero
medio di addetti per unità locale, che è sostanzialmente identico per Genova
(3,6 addetti per unità locale), per la Liguria (3,3) e per l’Italia (3,6). Il
numero delle imprese attive a fine 2012 è pari a 71.198, un centinaio circa in
più rispetto a quelle del 31 dicembre 2011 (+0,2%), con tasso di crescita via
via rallentato da inizio anno (+0,6% nel 1° trimestre, 0,5% nel 2° trimestre,
+0,3% nel 3° trimestre), situazione indicativa di una minore vitalità del
tessuto imprenditoriale in provincia nella seconda metà dell’anno. Il risultato
del quarto trimestre (-130 imprese) è il peggiore degli ultimi quattro anni, quello del terzo
trimestre è inferiore a quelli del 2010 e del 2011, ed in peggioramento
rispetto al 2011 sono anche i dati del primo e del secondo. Nelle forme
giuridiche saldi positivi tra iscritte e cessate per le società di capitale
(+191 unità), le imprese individuali (+187, dato legato anche in questo caso
alla componente straniera), negativi
quello delle società di persone (-70) ) e delle altre forme (-4). Delle 71.198
imprese a fine 2012 le femminili sono 17.091, stazionarie rispetto alle 17.090
di un anno pri-ma. Esse rappresentano meno di un quarto del totale e questo
dato risulta in calo da qualche anno. Si tratta probabilmente di un segnale di
scoraggiamento da parte delle possibili imprenditrici di fronte alla crisi.
Il valore
aggiunto pro capite della provincia è pari a 25.156 euro inferiore a quello del
Nord Ovest (28.251 euro) ma superiore a quello delle altre province liguri
(Savona 24.461 euro, Imperia 22.876 euro e La Spezia 22.350 euro) e a quello
medio nazionale (23.238 euro). La provincia è l’unica in Liguria che vede
aumentare tra il 2009 e il 2011 il valore aggiunto pro capite a valori correnti
(+0,7%), ma nonostante questo la sua po-sizione in graduatoria è peggiorata dal
33° al 39° posto in due anni. Il valore aggiunto per settore evidenzia un dato
vicino all’82% del peso dei servizi sul totale dei settori se-guita
dall’industria con il 18%. Il peso dei servizi è superiore a quello registrato
nel nord-ovest di circa 12 punti percentuali e grande anche la differenza
rispetto al totale nazionale (dove il terziario pesa per il 73,2%). A conferma dell’importanza che hanno in
provincia le imprese di grandi dimensioni il valore aggiunto pro-dotto dalle
Pmi nella provincia si attesta al 69% mentre in Liguria raggiunge il 73,6% (con
dati superiori all’80% nel caso di Imperia e Savona), nel Nord-ovest il 74,9% e
in Italia il 75,2%. L’analisi dei risultati economici delle imprese obbligate
al deposito del bilancio su un periodo di tre anni dal 2009 al 2011 conferma
che a partire dal 2010 si sono cominciati ad intravvedere segnali di
miglioramento nei risultati economici delle 7.590 società considerate:
- il
valore della produzione complessivo di questo gruppo cresce tra il 2009 e il
2011 del 27,4%;
- In aumento anche il valore aggiunto che nel
2010 raggiunge quasi i 5 miliardi di euro (+ 11,4% tra il 2008 e il 2010 e +
8,7% nell’ultimo anno).
- da
segnalare, infine l’aumento del
risultato netto che è stato quasi del 30% tra il 2009 e il 2010, ma un forte
ridimensionamento nel 2011 in linea con
l’andamento del risultato ante imposte.
Continua
la corsa dei fallimenti in provincia di Genova: risultano infatti in totale 159
sentenze di fallimento, il 6,7% in più rispetto al 2011 (149) e il doppio
rispetto al 2008 (79). Fortissima la sofferenza nel commercio, il settore più
penalizzato con il 39% dei fallimenti (di cui il 27% negozi e il resto alberghi
e ristoranti), seguito a ruota da industria/costruzioni (34,6% dei fallimenti
di cui 20,1% nella sola edilizia). Seguono le altre attivi-tà (17,6%) e
trasporti (8,8%). Le società che falliscono di più sono le s.R.l. (69% del
totale), mentre quelle con il maggior incremento dal 2008 sono le ditte
individuali (+200%). Si è fermata la discesa dei protesti nel 2012: sono 9.154
i protesti registrati in provincia di Genova lo 0,1% in più rispetto al dato
del 2011. Il valore complessivo dei titoli protestati nel 2012, pari a
12.220.400 euro, è in calo del 12% rispetto all’anno scorso, decremento dovuto
principalmente alla diminuzione del valore degli assegni.
L’andamento degli indicatori del mercato del
lavoro in provincia mostra un peggioramento della situazione per la componente
femminile, mentre per i maschi si assiste ad una sostanziale tenuta. Il tasso
di disoccupazione aumenta tra il 2011 e il 2012 dal 6,9% al 7,8% spinto da
quello femminile che cresce di due punti dal 7,2% al 9,3%, mentre quello
maschile scende dal 6,6% al 6,5%. Il tasso di attività complessivo si riduce di
due decimi dal 49,1 al 48,9%, quello maschile è stabile e quello femminile
perde quattro decimi (da 41,6% a 41,2%). Il tasso di occupazione complessivo
dal 63,8% del 2011 scende al 63%, condizionato dal drastico ridimensionamento
di quello femminile (dal 57 al 55%), mentre quello maschile aumenta di 4
de-cimi di punto (dal 70,7 al 71,1%).Complessivamente le persone in cerca di
occupazione sono aumentate di circa 3mila unità da 26.100 a 29.300. Le ore
totali di cassa integrazione concesse nel 2012 in provincia di Genova, secondo
l’Inps, sono 8.107.649 in diminuzione rispetto al 2011 del 14,4% e rispetto al
2010 del 6,5%.
Nel 2012
il porto di Genova vede un buon andamento soltanto nel traffico contenitori
che, con un tasso di crescita dell´11,8%, raggiunge il massimo storico oltre i
2 milioni di teu confermando il proprio ruolo trai-nante sull´economia portuale
genovese. Sostanzialmente stabile il dato complessivo del movimento portua-le,
anche se in leggera flessione; negativo l´andamento del traffico passeggeri con
i traghetti ancora in fre-nata (-14,7%) e le crociere che mantengono il livello
del 2011. Dopo il massimo storico dei passeggeri del 2011, il 2012 segna
un´inversione di tendenza per aerei e pas-seggeri, conseguendo comunque un buon
risultato nel secondo indicatore che perdendo meno del 2% ri-spetto al 2011
segna il secondo risultato di sempre. Il 2012 segna risultati positivi per merci
e posta anche se entrambe le variabili mantengono andamenti non buoni.
Il
movimento turistico alberghiero è stato caratterizzato anche nel 2012 da un
andamento migliore, così come nel 2010 e nel 2011, per la componente straniera,
che presenta minime variazioni positive, ma che consentono di raggiungere i
massimi storici di arrivi e presenze.
Complessivamente gli arrivi, che scendono di circa 60mila unità,
decrescono di quasi il 5%, dato condiziona-to pesantemente dal -8,8% della
componente nazionale. Le presenze diminuiscono nel complesso del 5,9% pari a
167.352 notti in meno, con perdita a due cifre per la componente italiana che
registra un - 11,3%. Le quote degli
stranieri sul totale del movimento alberghiero provinciale sono aumentate tra
il 1995 e il 2012 dal 30,5% al 45,8% nel caso degli arrivi e dal 30,5% al 47,3%
nel caso delle presenze.
Migliora
il saldo commerciale della provincia di Genova tra il 2011 e il 2012 in quanto
le stime parlano di una riduzione delle importazioni del 5,0% a fronte di un
incremento dell’1,6% delle esportazioni
con il sal-do negativo che passa da quasi 806 milioni di euro a poco
meno di 559 milioni con una riduzione del deficit import-export provinciale
superiore in valore assoluto al 36%. Nella composizione percentuale per
macrosettore delle importazioni e delle esportazioni si nota l’importanza dei
settori dell’ industria più caratterizzanti della struttura produttiva della
provincia: in import Metalmeccanica ed elettronica con il 38%, Chimica gomma e
plastica 18,6% e Altre industrie 27,1%; in e-xport il 57,4% (quota in
diminuzione) è legato a Metalmeccanica ed elettronica, il 21,8% a Chimica,
gomma e plastica e il 13,4% ad Altre industrie. La Germania mantiene la prima
posizione tra i paesi da cui la provincia importa, pur diminuendo il dato del
9,5%, seguita da Iraq (+154,9% in un anno) e Cina (+13,3%); il flusso verso il
primo mercato di sbocco per le nostre esportazioni (Stati Uniti) è in diminuzione del 24,4% tra
il 2011 e il 2012, la Germania crescendo del 7,8% mantiene la seconda piazza,
con la Francia terza in diminuzione del 5,5%.
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