|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 24 Giugno 2013 |
|
|
  |
|
|
PERUGIA, L´ECONOMIA DIGITALE NEL FUTURO DELLE PMI UMBRE
|
|
|
 |
|
|
Perugia,
24 giugno 2013 - “Impresa 2.0, quali prospettive di sviluppo per le Pmi
nell´economia digitale?" Questo lo stimolante titolo di un convegno
organizzato il 18 giugno u.S. Dalla Cdc di Perugia: una giornata dedicata a
temi decisivi per il futuro del sistema produttivo locale, su cui si sono confrontati Giorgio Mencaroni, presidente della Cdc di Perugia, Mario Pera, segretario generale della Cdc di
Perugia, Sabina Addamiano, docente e consulente di
comunicazione-marketing, Diego Ciulli,
public policy and government relations - senior analyst di Google Italia, Anna Lisa Doria, responsabile settore
conoscenza e welfare della Regione Umbria,
Diego Maria Tasselli, imprenditore Tasselli Cashmere Bevagna, con il
giornalista Federico Fioravanti nel ruolo di moderatore.
I dati
parlano chiaro: negli ultimi tre anni come fatturato le Pmi attive in rete sono
cresciute dell’1,2%, rispetto a un calo del 4,5% di quelle offline. Ora, se il
mercato italiano dell’e-Commerce è solo un quarto di quello tedesco e un sesto
di quello inglese, occorre un drastico e pronto cambiamento di mentalità e di
approccio ai mercati per trasformare queste criticità in occasioni di rilancio.
I benefici che possono derivare da uno sviluppo dell’economia digitale e della
cosiddetta impresa 2.0 sono molteplici: dal contributo alla crescita del Pil
(già dal 2005 in Italia l’economia digitale cresce a tassi 10 volte superiori
rispetto al tasso di crescita del Pil),
alla creazione di posti di lavoro e, ovviamente, all’impulso fornito al
rilancio di imprese debilitate dalla crisi più acuta di sempre. E su questo c’è
il sostegno di numeri inequivocabili: le imprese italiane che fanno e-commerce
stanno incrementando il fatturato al ritmo di oltre il 6% all’anno. E’ evidente dunque, quanto sia importante
anche per le Pmi umbre la scommessa sulla web economy.
Quanto
vale l´Impresa 2.0, in Italia e in Umbria? Negli anni della crisi economica più
grave di sempre, paragonabile solo a quella del 1929, nelle dure stagioni di
una recessione che sembra infinita, c´è un dato che fa riflettere: dal 2005, in
Italia, l´economia digitale cresce a tassi che sono dieci volte superiori
rispetto all´andamento del Pil. Molto più contenuti i risultati in Umbria, dove
scontiamo più che limiti imprenditoriali,
carenze infrastrutturali e, forse più di tutte, culturali.
“Se
l´Italia rispetto all´Europa arranca, l´Umbria va ancora più piano - sostiene
Giorgio Mencaroni, presidente della Cdc di Perugia - Il 15% delle imprese umbre
con più di 10 dipendenti non ha l’accesso ad Internet (la media italiana è
inferiore al 6%), percentuale che sale al 25% se si includono quelle con meno
di 10 dipendenti”. E ancora: “I dati di
una indagine Doxa del luglio dello scorso anno, ci dicono che ha un
collegamento internet solo il 75% delle imprese umbre (78,2% a Perugia, 64,9% a
Terni) a fronte di una media italiana del 94%: 19 punti in meno. Il settore
meno tecnologico è il commercio con il 61% delle imprese che sono collegate
alla Rete. Le imprese che hanno un
portale internet o semplicemente una home page sono 4 su 10, appena il 16,9%
con funzioni di e-commerce. Solo il
10,8% delle nostre piccole imprese utilizza sistemi gestionali avanzati: in
Italia sono quasi il doppio (20,7%). E insieme alle imprese, anche i cittadini
umbri sono ancora distanti dalla rete: il 60% non usa la posta elettronica”.
Il
presidente Mencaroni ha parlato di ampie possibilità per le Pmi, “a patto che i
profili professionali che gestiscono le strategie in rete delle imprese, siano
realmente in possesso della conoscenza della materia. Questi dati non ci dicono
che Internet di per sé è il totem che in modo miracolistico trasforma sempre e
comunque investimenti, anche piccoli, in affari, molto grandi. Ci dicono che se
Internet è usato bene per le Pmi può essere un fondamentale strumento di
crescita; ma perché Internet sia efficace, è necessario non solo decidersi a
usare la rete, ma anche a usarla in modo adeguato e intelligente, scegliendo le
strategie e gli strumenti giusti”. Va da sé
che le piccole e medie imprese umbre potrebbero trovare nella Web
Economy una via d’uscita dalla crisi e una occasione per ripensare alla propria
struttura e mission imprenditoriale.
Le
dimensioni non costituiscono un problema: “Non è necessario essere enormi per
essere orientati all’innovazione - ha
affermato Sabina Addamiano, docente e consulente di
comunicazione-marketing - Anzi, la buona,
buonissima notizia è che la periferia dell’impero non esiste più;
indipendentemente dalla dimensione d’impresa e dalla sua localizzazione
geografica, si può essere al centro di un mercato globale, a patto che si abbia
un approccio aperto e disponibile all’apprendimento e alla disponibilità a
ripensare l’organizzazione del processo di business, in funzione della
centralità delle relazioni sul web”.
La Cdc di
Perugia e il sistema camerale stanno lavorando per porre in essere ogni azione
possibile ad abbattere il digital divide del sistema produttivo regionale. Una delle iniziative più recenti è il
progetto “Distretti sul Web” – presentato ufficialmente in occasione del
Forum -
realizzato in partnership con Google.
Il Distretto umbro coinvolto è quello del Tessile Abbigliamento in
Cashmere, un polo di eccellenza, le cui
imprese saranno affiancate e sostenute nel percorso di apertura di nuovi
mercati attraverso l’uso di Internet.
Per sostenere e illustrare
“Distretti sul Web” è intervenuto al Forum Diego Ciulli, Public Policy
and Government Relations - Senior analyst di Google Italia: “Le 30 imprese su
100 che in Umbria non hanno accesso alla rete, sono paragonabili ad aziende che
a metà del ‘900 ancora non avevano energia elettrica nel capannone e
continuavano ad andare a carbone o ad altro. Allora è necessario accelerare il
processo di evoluzione ed aiutare il sistema produttivo a cogliere appieno le
opportunità di internet. Siamo a un bivio, ma non da adesso. Il punto limite è
stato oltrepassato: si pensi soltanto che in Europa il 73% dei consumatori
prima di effettuare qualsiasi acquisto va su Internet. Poi può decidere di fare
un acquisto offline, ma intanto tutto ha avuto origine in Internet. Abbiamo
ideato il progetto ‘Distretti sul Web – ha affermato Ciulli - tenendo in grande
considerazione le specificità dell´Italia, con l´obiettivo di valorizzare,
grazie ad Internet, le eccellenze rappresentate dai distretti manifatturieri
del nostro Paese. Con quest´iniziativa ci proponiamo infatti di diffondere
competenze digitali all’interno delle Pmi per aiutarle a essere competitive
sviluppando una propria presenza in rete, superando i confini nazionali e
diventando operatori attivi sul mercato globale”. Progetti che possono
realizzarsi se l’ambiente di riferimento
risulta ricettivo e dotato di una adeguata rete infrastrutturale. La
Regione dell’Umbria sta investendo
risorse cospicue sulla Banda Larga. “Il piano telematico parte con una serie di
infrastrutture, in particolare la cablatura della regione in fibra ottica – ha
ricordato Anna Lisa Doria, responsabile del settore conoscenza e welfare della
Regione Umbria, a cominciare dalla dorsale che collega da nord a sud, la
regione Umbria, seguendo i 140 chilometri della Ferrovia Centrale Umbra: questa è la spina dorsale del sistema delle
infrastrutture fisiche, che ha sviluppato cinque reti, che raggiungono le città
principali di tutta la regione consentendo l’accesso alla pubblica
amministrazione, sedi comunali, la sanità, la protezione civile, la scuola, le
aree industriali. Da qui al 2015, l’idea
è di superare il digital divide di primo
livello e di mettere in forte collegamento con la rete pubblica a disposizione, principalmente tutte le pubbliche
amministrazioni”.
Diego
Maria Tasselli, imprenditore e
amministratore della Tasselli Cashmere Bevagna, ha portato la sua esperienza di
impresa 2.0: “Senza Internet forse la nostra impresa non ce l’avrebbe fatta.
Nella nostra azienda il web è alla base di tutto, le fondamenta dell’azienda sono date dal web,
internet, e quant’altro è collegato a tutto quello che è la tecnologia. Esiste
perché? Perché comunque c’è stato un cambio generazionale in azienda nel 2003
siamo entrati io e mio fratello e da lì c’è stato un cambiamento radicale
seguito all’applicazione delle nuove tecnologie”.
|
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|