|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Martedì 25 Giugno 2013 |
|
|
  |
|
|
BOLZANO - INDAGINE SU DIFFERENZIALE RETRIBUTIVO TRA UOMINI E DONNE
|
|
|
 |
|
|
Bolzano,
25 giugno 2013 - Anche in Alto Adige il differenziale retributivo tra donne e
uomini è sempre più frequentemente oggetto di discussione. Invece di condurre
un dibattito oggettivo spesso però prevalgono argomentazioni soggettive che
portano a un’immagine distorta della situazione reale: “È troppo riduttivo
affermare che la retribuzione dipende dal genere del dipendente. Dobbiamo
considerare anche altre motivazioni per le quali le donne guadagnano meno degli
uomini”: questo il commento di Michl Ebner, presidente della Camera di commercio,
ai risultati di un recente recente studio dell’Astat – l’istituto di statistica
della Provincia autonomia di Bolzano, in base al quale emerge che in Alto Adige
la retribuzione lorda delle donne occupate a tempo pieno è in media del 17 per
cento inferiore a quella degli uomini. Un’analisi presentata recentemente
dall’Ipl (Istituto promozione lavoratori) sulle aziende con più di 100
dipendenti evidenzia invece un divario retributivo addirittura pari al 28 per
cento. A parte la questione su quale numero sia effettivamente rappresentativo
per l’Alto Adige, esistono anche altri fattori che incidono su tali differenze.
Lo studio
dell’Astat confronta le retribuzioni lorde dei lavoratori e delle lavoratrici.
Se invece si analizzasse la retribuzione netta, la differenza diminuirebbe a
causa della tassazione progressiva dei redditi. Da un’analisi dell’età dei
lavoratori e delle lavoratrici emergono maggiori differenze retributive con
l’aumentare dell’età. Ciò dipende in parte anche dal fatto che una donna che oggi
ha 50 o 60 anni in passato aveva meno possibilità di seguire una formazione o
intraprendere degli studi. Le donne di età più avanzata vantano quindi spesso
un’istruzione inferiore dei loro colleghi maschi e guadagnano pertanto anche
meno. Oggi la situazione è diversa: le studentesse altoatesine superano del 33
per cento gli studenti maschi, eliminando così lo svantaggio dell’istruzione e
creando i presupposti perché la situazione si inverta in futuro. Lo studio
citato analizza il numero di giorni di lavoro dei dipendenti a tempo pieno
senza considerare le ore effettivamente prestate. L’istituto tedesco di ricerca
del mercato del lavoro e delle professioni ha dimostrato che gli uomini
occupati a tempo pieno lavorano all’anno circa 100 ore (pari al 5,5 per cento)
in più delle donne occupate a tempo pieno. Già così si spiega quasi un terzo
del differenziale retributivo.
Anche la
scelta professionale delle donne si differenzia da quella degli uomini. Le
donne scelgono il lavoro in base a interessi, esigenze e abilità differenti.
Optano ad esempio in misura superiore alla media per un’occupazione nel settore
pedagogico che di norma è meno retribuito di un lavoro fisico o tecnico, svolto
prevalentemente da uomini. Inoltre le donne ambiscono meno frequentemente a posizioni
dirigenziali rispetto agli uomini, quasi sempre per motivi famigliari. Un
confronto tra retribuzioni ha solo senso se effettuato sulla base delle stesse
mansioni e responsabilità. Anche gli uomini percepiscono retribuzioni
differenti a seconda delle mansioni che svolgono in un’impresa. Spesso si
afferma che le donne sono più moderate nelle loro richieste salariali e che si
attendono un salario più basso. Uno studio del Ministero federale tedesco per
famiglie, donne e giovani, conferma che le donne richiedono effettivamente una
retribuzione inferiore, dando però più importanza al posto di lavoro sicuro e a
tempo indeterminato e alle prestazioni sociali quali orari di lavoro flessibili
o conciliazione di famiglia e lavoro. Su questo punto già oggi molte imprese
altoatesine cercano di venire incontro a collaboratori e collaboratrici.
Per i
motivi su esposti non è corretto motivare il differenziale retributivo tra
donne e uomini – che sicuramente esiste – solo con l’appartenenza di genere. Va
invece analizzato in modo differenziato per non lanciare falsi segnali a
lavoratrici e lavoratori, genitori, giovani, imprese e non per ultimo anche
alla politica.
La Camera
di Commercio di Bolzano si impegna per pari condizioni e opportunità
nell’economia per donne e uomini. Tra i progetti e le collaborazioni in corso
figurano il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile, il Girls‘
Day (Commissione per le pari opportunità del Comune di Bressanone) e
l’iniziativa Mint(ripartizione Diritto allo studio, università e ricerca
scientifica della Provincia Autonoma di Bolzano).
|
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|