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Notiziario Marketpress di
Lunedì 01 Luglio 2013 |
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PIEMONTE: CANONI CONCESSIONI ACQUE MINERALI MIGLIOR USO DELL´ACQUA E RIDUZIONI ED ESENZIONI PER CHI ADOTTA SISTEMI ECOSOSTENIBILI
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Torino, 1
luglio 2013 - Dal 1 gennaio 2014 cambieranno, in Piemonte, i canoni e le
modalità di concessione per lo sfruttamento delle acque minerali da parte delle
aziende d´imbottigliamento. I titolari delle concessioni di acque minerali e di
sorgente destinate all´imbottigliamento saranno infatti tenuti alla
corresponsione, alla Regione e ai Comuni interessati, di un unico canone annuo
calcolato sia sull’estensione della superficie dell´area oggetto di concessione
che in rapporto al quantitativo d´acqua imbottigliato. La quota di canone
rapportata all’estensione della superficie dell’area oggetto di concessione è
fissata in 35,00 euro per ogni ettaro o frazione di ettaro, con un minimo di
3mila euro, mentre la quota variabile di canone è differenziata per scaglioni
di quantitativi di acqua imbottigliata, al fine di agevolare le realtà
imprenditoriali di minori dimensioni. Lo stabilisce il Regolamento regionale
recante “Disciplina dei canoni di concessione delle acque minerali e di
sorgente destinate all’imbottigliamento”, proposta dalla Giunta regionale e
discusso in Commissione Ambiente del Consiglio regionale.
Nella
stesura del nuovo regolamento la Regione ha voluto premiare, prevedendo
riduzioni e in alcuni casi esenzioni dal canone, tutte quelle aziende che
privilegeranno l’utilizzo del vetro o di contenitori ecosostenibili, il
recupero dei vuoti a rendere e l’adesione a sistemi di gestione ambientale
certificati. Il canone dovuto potrà essere ulteriormente ridotto, in misura
comunque non superiore al 70 per cento, a seguito della sottoscrizione di un
protocollo d´intesa con la Regione avente ad oggetto l’innalzamento o la difesa
dei livelli occupazionali.
Tra le
novità introdotte dal regolamento anche il “contatore”: i concessionari
installeranno a fini conoscitivi, entro il 31 dicembre 2014, appositi
misuratori in ingresso allo stabilimento. Tali strumenti consentiranno di
misurare in modo preciso i quantitativi d’acqua complessivamente utilizzati. Il
nuovo regolamento prevede inoltre benefici economici non solo per i Comuni sul
cui territorio è situato lo stabilimento di imbottigliamento ma estende tale
possibilità anche a tutti quei Comuni che, anche solo marginalmente, risentono
dell’impatto di tali impianti. In Piemonte le imprese di imbottigliamento
attive sono 12 e gli addetti del settore sono circa 500.
“Il nuovo
regolamento – dichiara l’Assessore regionale all’Ambiente Roberto Ravello - ha
l’ambizione di intervenire in un settore delicato, puntando innanzitutto ad un
uso più razionale della risorsa idrica, parametrando i canoni a quelli adottati
nelle altre regioni ed uniformando il sistema al documento sottoscritto dalla
Conferenza delle Regioni. Nel panorama nazionale, la situazione è variegata:
alcune regioni considerano solo la superficie oggetto della concessione e non
il volume imbottigliato; ad esempio, l’Emilia Romagna ha un canone di 19,76
euro da calcolare solo in funzione della superficie. Se consideriamo, invece,
regioni con meccanismi simili al nostro, troviamo che la Basilicata e Campania
applicano un canone di imbottigliamento di 0,30 euro, il Friuli Venezia Giulia
considera un canone di 1,00 euro scontabile fino al 70%, in Toscana si va da
0,50 a 2,00 euro, la Lombardia invece si posizione su un canone di 0,90 e 1,20
euro a seconda che l’imbottigliamento avvenga in vetro o in Pet. Sono esempi
che, rispondendo alle polemiche sollevate, stanno a significare come il
Piemonte, con la nostra proposta, si allinei in modo chiaro alle altre regioni.
Si tratta di un provvedimento articolato e di ampio respiro che, attraverso il
Cal, ha ottenuto il parere favorevole degli enti locali e che tiene
doverosamente conto del contesto economico del momento e della crisi che
colpisce anche il comparto delle aziende imbottigliatrici, già provate dal peso
della concorrenza delle multinazionali. Con il nuovo regolamento, attraverso la
previsione di protocolli occupazionali, crediamo di contribuire a dare
ulteriore slancio ad aziende che, è bene ricordarlo, operano sempre in aree
marginali ed in territori montani”.
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