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Notiziario Marketpress di
Lunedì 01 Luglio 2013 |
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UCIMA: LA PRIMA INDAGINE NAZIONALE SUL SETTORE DEI COSTRUTTORI DI MACCHINE PACKAGING SVELA UN FATTURATO TOTALE DI 5,5 MILIARDI DI EURO
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Modena, 1 luglio 2013 - Sono
dati inediti ed esclusivi quelli che emergono dalla prima Indagine Statistica
Nazionale sul settore dei costruttori italiani di macchine automatiche per il
confezionamento e l’imballaggio.
Il Centro
Studi di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il
confezionamento e l’imballaggio) ha infatti realizzato il primo studio organico
e completo sull’andamento del settore, presentando - aldilà della ripartizione
delle esportazioni e della provenienza delle importazioni di origine Istat: la
segmentazione delle aziende per classe di fatturato e la relativa propensione
all’export; la ripartizione geografica degli occupati e del fatturato di
settore; la suddivisione del fatturato per singoli settori clienti e per
famiglie di macchine. Anche delle esportazioni vengono presentate letture
innovative ed approfondite.
“I dati
che emergono dalla prima vera indagine sul nostro settore - dichiara il
Presidente di Ucima, Giuseppe Lesce - sono un utilissimo strumento di lavoro
per quanti operano nel nostro settore e lo diventeranno sempre di più nei
prossimi anni grazie alle serie storiche che negli anni si andranno a creare”.
“Finalmente
le aziende italiane potranno compiutamente raffrontare il proprio andamento
rispetto alla media del settore, fare analisi su trend legati ad export,
settori clienti, tipologie di macchine vendute” - prosegue Lesce.
“L’indagine
- conclude il Presidente - offre inoltre una precisa fotografia di un settore
complesso, fortemente diversificato nella produzione e nella presenza sui
mercati internazionali quale è quello dei costruttori di macchine per il
packaging”.
L’indagine
descrive nei suoi sette capitoli un settore costituito da 635 aziende, che
generano un fatturato complessivo di 5.499 milioni di Euro, ed occupano 26.348
addetti.
Il giro
d’affari è realizzato per l’82,9% sui mercati internazionali (4.557 miliardi di
Euro), e per il 17,1% proviene dalle vendite sul mercato nazionale (941 milioni
di Euro).
L’analisi
del comparto per classe di fatturato evidenzia una netta preponderanza di
aziende di piccole dimensioni. Quelle con fatturati fino a 5 milioni di Euro
costituiscono il 70,9% del totale, ma contribuiscono soltanto per l’8,8% al
totale del fatturato di settore.
Sono
invece solamente il 5,4% le aziende con fatturati superiori a 25 milioni di
Euro, ma totalizzano la quota più significativa (63,5%) del volume d’affari
complessivo.
La maggior
parte delle aziende è localizzata in Emilia Romagna, seguita da Lombardia,
Veneto e Piemonte. L’emilia Romagna si conferma al primo posto anche per quel
che riguarda la quota sul fatturato di settore e sugli addetti totali.
Andando ad
analizzare la propensione all’export delle aziende, si evidenziano notevoli
differenze di comportamento. Le aziende più piccole (fino a 2,5 milioni di
Euro) realizzano quasi la metà del proprio giro d’affari (48,9%) sul mercato
italiano. La percentuale di vendite sul mercato domestico va via via diminuendo
con l’aumentare della dimensione aziendale, arrivando per le imprese più grandi
(oltre 50 milioni di Euro) a rappresentare solamente il 7,9% del fatturato.
Estremamente
diversificate anche le propensioni esportative di ciascuna classe dimensionale
d’impresa per singola area geografica. Se per tutte l’Unione Europea rimane
l’area principale di esportazione, l’incidenza della stessa sul totale
diminuisce in modo progressivo, passando dal 44,8% della prima classe (fino a
2,5 milioni di Euro) al 29,9% della sesta (oltre 50 milioni). Discorso opposto
invece per le aree geografiche più lontane dall’Italia (Asia e Sud America su
tutte): sono le aziende più grandi e strutturate che vi realizzano i risultati
percentuali più importanti.
Considerando
la ripartizione del fatturato totale in base al settore di appartenenza delle
aziende clienti, si può notare come le vendite alle aziende produttrici di
beverage occupano le maggiori quote di fatturato (35%), seguite da quelle alle
aziende del food (28,8%) e farmaceutiche (17,1%). Interessante notare come in
Italia sia invece il food il settore predominante (37,6%), seguito anche in
questo caso da beverage e farmaceutico. I settori cosmetico, chimico e gli
altri settori (tra cui tabacco e tissue) occupano quote inferiori di mercato.
Le
macchine più vendute risultano essere le confezionatrici (che rientrano nella
categoria “Formatrici, riempitrici, sigillatrici di imballaggi flessibili e
rigidi) con il 41,3% delle quote totali, seguite dalle “Riempitrici e
dosatrici, chiuditrici e macchine di controllo”, (24,3%) della cui categoria
fanno parte anche le tappatrici. Equamente distribuito il restante fatturato
fra le altre tipologie di macchine, guidate da quelle per il confezionamento
secondario e il fine linea.
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