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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Luglio 2013
 
   
  ZAIA A CALDORO: "CON UN SALDO FISCALE ATTIVO DI 18 MLD IL VENETO PAGA LE MISURE PER IL SUD MA NON PER SE STESSO. IL GOVERNO APPLICHI A TUTTE LE REGIONI I COSTI DELLA P.A. DEL VENETO E SI TROVERA´ SUBITO IN CASSA 30 MILIARDI".

 
   
  Venezia, 1 luglio 2013 - “Poche cifre forse convinceranno il Presidente Caldoro che è completamente fuori rotta quando afferma che le risorse per il Sud per l’occupazione e il sostegno allo sviluppo sono messe a disposizione dal Sud stesso”. Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, replica con durezza al Presidente della Campania, Stefano Caldoro. “Vorremmo ricordare al Presidente Caldoro – afferma Zaia – che il Veneto ha un saldo fiscale attivo di 18 miliardi di euro che non tornano affatto sul territorio sotto forma di servizi al lavoro e alle imprese. Faccio presente inoltre che se si applicassero in tutte le Regioni i costi standard della Pubblica amministrazione del Veneto, ciò che era previsto quando fu riformato il titolo quinto della Costituzione e che non è stato ancora fatto, l’Italia potrebbe contare immediatamente su 30 miliardi di liquidità che corrispondono a un terzo del costo annuale del debito pubblico. Altro che dibattito sull´Iva”. “Perché sia chiaro a tutti cosa significa applicare i costi standard – prosegue Zaia - farò due esempi: una siringa viene pagata dal sistema sanitario veneto 6 centesimi circa mentre in altre Regioni, certamente meno virtuose ma anche meno efficienti nell’erogare sanità (ricordo che la mia Regione è una eccellenza a livello mondiale), viene pagata 25 centesimi; un pranzo in ospedale viene pagato da noi fra i 6 e gli 8 euro, cifra che in altre zone d’Italia può arrivare addirittura a 60 euro. E non stiamo parlando di un ristorante da guida Michelin”. “Tutti facciano un esame di coscienza – conclude Zaia - a partire dal Governo: senza sostegno concreto ai sistemi produttivi del Nord il Pil nazionale crollerà. Il Nord continua a dare senza ricevere, e lo dimostrano anche i recenti provvedimenti governativi. E’ arrivata l’ora di dire basta: che i frutti del lavoro veneto restino qui e non vadano ad alimentare nuovi sprechi oltre a quelli storici che ben conosciamo”.  
   
 

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