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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Luglio 2013 |
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PROVINCE E UNIONI, TOSCANA: RAFFORZARE INTANTO GLI AMBITI CHE ESISTONO
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Pontedera
(Pi), 2 luglio 2013 Rafforzare intanto gli ambiti che esistono e che ci sono da
trent’anni, luoghi in cui Regione e Comuni possono parlarsi. Quelli, tanto per
esser chiari, delle vecchie associazioni intercomunali disegnate da Bartolini
nel 1984. E con quei territori, con quegli ambiti o Unioni, una volta che il
Parlamento indicherà chiaramente come verranno superate le Province, creare un
sistema virtuoso per svolgere insieme alcune funzioni, in un gioco di sponda
tra Regione e territori o tra aree vaste e territori. E’ un po’ questa la
risposta dell’assessore alla presidenza e al rapporto con gli enti locali
Vittorio Bugli alle Unioni di Comuni che si candidano a ricevere le deleghe che
sono oggi delle Province (quando le Province non ci saranno più), per mantenere
un livello di prossimità per alcuni servizi: almeno alcune deleghe,
dall’agricoltura ai trasporti, dall’edilizia scolastica al lavoro.
La
candidatura è stata riproposta il 28 giugno da Simone Milozzi, sindaco di Pontedera e
presidente dell’Unione Valdera, nel corso di un incontro con altre Unioni di
Comuni, che in Toscana sono venticinque e in crescita. Teoricamente dal 1
gennaio del prossimo anno le Province scompariranno.
Ma non è
chiaro cosa accadrà dopo. Manca ancora la legge. E per questo l’assessore della
Toscana Vittorio Bugli invita ad un atteggiamento pragmatico per il momento.
“Non conosciamo lo scenario che uscirà dal Parlamento: dire o progettare ora
rischia di essere inutile – spiega -. Meglio allora per adesso rafforzare gli
ambiti che già abbiamo. Sia che le Province vengano eliminate e le deleghe
tornino tutte alla Regione, sia che il Parlamento scelga come riferimento le
aree vaste, quegli ambiti rafforzati saranno un lavoro utile e porterà bene,
garantendo un presidio essenziale”. “L’importante – raccomanda – è non
aggiungere altri ambiti”.
Difficile
pensare ad un nuovo ente intermedio – Forse alle Unioni non potranno essere
dati le deleghe come si faceva con le Province. “Non so se la legge che uscirà
dal Parlamento lo permetterà – dice Bugli -. Soprattutto non penso che siamo
nella fase in cui si possa abolire un ente intermedio per crearne un altro.
L’importante allora è trovare, in un gioco di sponda, il sistema migliore per
svolgere al meglio certe funzioni e servizi lavorare insieme Comuni e Regione ”.
“E’ chiaro
– spiega meglio l’assessore – che su alcune questioni più di grande scale e già
in parte delineate, come l’acqua e i rifiuti o il trasporto pubblico locale, la
Regione deve avere un ruolo non solo legislativo. Ci sono però altre funzioni
che richiedono, per essere svolte, una presenza sul territorio e che più che di
deleghe hanno bisogno di pratiche quotidiane di gestione ottimale”. Scenari e
modelli da definire in funzione del risultato. “L’obiettivo – chiarisce Bugli –
è infatti che una strada o una scuola venga fatta e venga fatta presto e bene e
non chi ha la delega. Insieme, Comuni e Regione, dobbiamo trovare il sistema
migliore perché questo avvenga”.
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