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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Luglio 2013 |
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POLITICHE SOCIALI - IMMIGRAZIONE, IN EMILIA-ROMAGNA NEL 2020 I GIOVANI CON UNA CITTADINANZA DIVERSA DA QUELLA ITALIANA SARANNO QUASI UN QUARTO DEL TOTALE, OLTRE UN TERZO NEL 2050.
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Bologna, 2
luglio 2013 - Dall’attuale 12,6% a un
16,3% nel 2020, fino ad arrivare al 25,8% nel 2050. Sono le proiezioni Istat
sull’incidenza percentuale degli stranieri sul totale della popolazione in
Emilia-romagna. Sempre secondo Istat nel 2020 i giovani con una cittadinanza
diversa da quella italiana rappresenteranno quasi un quarto del totale, e oltre
un terzo nel 2050. Cifre che danno la misura di quanto i cittadini stranieri
sono e saranno sempre più parte integrante del futuro dell´Emilia-romagna, come
del resto del Paese, e che pongono la Regione di fronte a nuove sfide. Se n’è
discusso ieri durante il convegno
“Migrazioni, interazione, sviluppo: Emilia-romagna nell’Europa che cambia”, che
ha visto la partecipazione della ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge. La
Kyenge ha sottolineato l’importanza di affrontare il tema dell’immigrazione in
un’ottica di accoglienza e integrazione, e ha parlato anche di cittadinanza,
ius soli, reato di clandestinità.
“Cerchiamo
di creare le condizioni affinché le persone immigrate possano accedere a tutti
i servizi come le persone native – ha sottolineato a margine del convegno
l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . Gli
interventi fatti finora sono in questa direzione. Ci prendiamo questo momento
di riflessione per capire come continuare su questa linea nelle condizioni
cambiate del nostro contesto sociale e anche economico. C’è un grande problema
di risorse per tutti i cittadini; c’è un problema di lavoro, che è stato l’asse
portante del fenomeno migratorio in questa regione”. Marzocchi ha ribadito le
linee fondamentali delle politiche regionali: “Arrivare a tutti i cittadini,
accoglierli uno per uno, e non lasciare che nessuno sia escluso. Con
l’apprendimento della lingua, prima di tutto, l’accesso ai servizi e a
prestazioni diversificate, necessarie per l’accompagnamento vero: servizi
uguali per tutti, ma con le differenze dovute. Siamo una realtà multiculturale
– ha concluso l’assessore – . E’ sufficiente guardare le scuole, le piazze.
Andate nei nostri asili: quella è la nostra regione. E’ il nostro patrimonio,
non il nostro problema. E’ il nostro patrimonio e lì dobbiamo costruire”.
Immigrazione
in Emilia-romagna, i dati -
All’inizio
era prevalentemente maschile. Poi è andata stabilizzandosi: sono arrivate le
famiglie, sono nati i bambini, cresciuti e andati a scuola qui. Bambini e
famiglie che appartengono a oltre 150 nazionalità diverse. E´ la “linea”
evolutiva seguita dall´immigrazione in Emilia-romagna. Qui, la stima di circa
555.000 soggiornanti regolari a fine 2011 (Dossier Caritas/migrantes) continua
a collocare la regione ai primi posti in Italia in termini di presenze dopo la
Lombardia (1.178.000 stranieri regolarmente presenti) e il Lazio (615.000). Dal
rapporto 2013 dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio, gli
stranieri iscritti all’anagrafe in un Comune dell’Emilia-romagna risultano
essere 530.015 (al 1° gennaio 2012), con un aumento di 29.430 persone rispetto
al 1° gennaio 2011 (+5,9%). Una crescita significativa, nonostante la flessione
dell’occupazione.
I
residenti -
La
presenza della popolazione immigrata è ormai una caratteristica di tutto il
territorio, sebbene ci siano delle differenze. In particolare le province di
Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena continuano ad avere un’incidenza della
popolazione residente straniera al di sopra della media regionale (11,9%): in
queste province infatti l’incidenza ha superato il 13%, quella di Piacenza ha
raggiunto il 14,1%. Nel corso del 2011 la regione ha visto una riduzione dei
flussi in ingresso di stranieri: il saldo migratorio con l’estero e` sceso al
6,7 per mille, a fronte del 9,6 del 2010. Nonostante ciò quello
dell’Emilia-romagna resta il saldo migratorio con l’estero più elevato (dal
2008) tra le Regioni italiane.
Sui banchi
di scuola -
Nell’anno
scolastico 2011/2012 sono presenti nelle scuole dell’Emilia-romagna
(dell’infanzia, primaria e secondaria) 86.944 alunni con cittadinanza non
italiana: pari al 14,6% del totale degli iscritti. Questo dato colloca
l’Emilia-romagna al primo posto in Italia, seguita da Umbria (13,9%), Lombardia
(13,2%), Veneto (12,5). La media nazionale è dell’8,4%.
Stranieri:
tasse e contributi -
Sono
sempre più rilevanti i contributi e le tasse pagate dagli stranieri. Nel 2010 i
cittadini stranieri residenti in Emilia-romagna erano 500.585, pari all’11,3%
della popolazione. Alla stessa data i lavoratori stranieri regolarmente
occupati, secondo i dati Istat, risultavano circa 225.000, di cui 194.000
dipendenti (pari al 86,1%), 24.500 lavoratori autonomi (l’11,1%) e 6.500
lavoratori parasubordinati (2,8%). Prendendo in considerazione i contributi
versati a carico del lavoratore e quelli a carico dell’impresa e le tre diverse
aliquote contributive, l’ammontare economico contributivo generato dal lavoro
degli immigrati risulta di oltre 857 milioni di euro, dei quali oltre 280
milioni versati direttamente dai lavoratori. Per quanto riguarda l´Irpef (stima
comprensiva delle addizionali locali), gli stranieri presenti in Emilia-romagna
nel 2010 hanno versato 474 milioni di euro. Il totale complessivo di gettito
fiscale e contributivo ha superato 1,3 miliardi di euro. L’apporto contributivo
dei lavoratori immigrati continua ad assumere dimensioni rilevanti, proprio a
causa della presenza crescente tra gli occupati nel mercato del lavoro
regionale, nonostante la crisi iniziata nel 2008.
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