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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Luglio 2013 |
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TUTELA DEI PRODOTTI TIPICI ITALIANI. CROAZIA IN UE, MA SI AVVICINA LA GUERRA TRA PROSECCO E PROSHEK. SI SFIORERÀ L’”INCIDENTE DIPLOMATICO” O L’UE E L’ITALIA SAPRANNO TUTELARE IL MERCATO E I CONSUMATORI?
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Ieri si è completata la
procedura di avvicinamento della Croazia in Europa con il suo ingresso a pieno
titolo nell’Unione.
Ma con il prossimo
primo luglio si potrebbe aprire anche una disputa commerciale, nei fatti già
preannunciata, tra i produttori di vino croati e italiani sulla
commercializzazione e la vendita di due tipi di vini completamente diversi. Si
tratta del prosecco italiano, prodotto della vite famoso in tutto il mondo e il
meno noto proshek croato, dal nome evidentemente così simile da poter ingenerare
confusione per i consumatori.
Vi è da dire che
anche il proshek croato è un vino della tradizione, soprattutto dalmata, dal
sapore dolce e morbido, che tradizionalmente si serve dopo il pasto, prodotto
con il metodo dell´appassimento dell´uva prima della vinificazione. Il prosecco
italiano prodotto in Veneto e in Friuli-venezia Giulia è invece un vino bianco a
Denominazione di Origine Controllata, che gode già di un’ampia protezione
dell’Ue attraverso le tutele approntate per tutti questi tipi di
beni.
Ovviamente i
viticoltori italiani hanno paventato la soluzione più drastica ossia la rinuncia
al denominazione del vino croato, mentre l´Associazione di quelli croati ha
annunciato che intende avviare le procedure europee per ottenere analoga
protezione per il proprio vino a livello europeo, ovviamente con la sua
denominazione originaria.
L’associazione dei
viticoltori croati ha rivendicato, infatti, la circostanza che il proshek si
produce in Dalmazia da secoli, (recentemente ne è stata individuata una
bottiglia risalente alla fine dell´800), e ha comunicato ufficialmente che
d’intesa con il ministero dell´Agricoltura di Zagabria, ha già preparato la
documentazione necessaria per evitare che venga avviata una procedura europea
per proibire di venderlo sotto il suo nome
tradizionale.
Tale procedura
formale potrà ovviamente essere avviata solo a partire da oggi, ossia dopo
l´ingresso della Croazia nella Ue, nonostante i contatti già avviati dal
ministro Tihomir Jakovina con le istituzioni competenti di Bruxelles, sulla
scorta del fatto che si tratta di “si tratta di due vini diversi, dal nome
simile, ma non identico".
Per l’associazione
“Sportello dei Diritti”, da sempre
impegnata anche nella tutela dei prodotti tipici italiani da ogni tipo di abuso,
spiega il fondatore Giovanni D´agata, si tratta di un vero e proprio caso che
potrebbe sfiorare l’”incidente diplomatico”, se l’Italia e l’Europa non
s’impegneranno ad adottare tutte le misure necessarie contemperando le esigenze
di salvaguardia di entrambi i prodotti con quelle di evitare di creare
confusione tra i consumatori e nel mercato interno e
internazionale. |
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