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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Luglio 2013 |
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LIBRI E IVA– GLI EDITORI ITALIANI SCRIVONO A LETTA SUL DECRETO ECOBONUS: POLILLO (AIE): “PRESIDENTE LETTA CI RIPENSI. E’ UN PROVVEDIMENTO ILLOGICO, CHE DANNEGGIA LA CULTURA ” SI TRADURRÀ IN UN PREZZO MEDIO MAGGIORATO IN MEDIA DEL 6% SUI LIBRI CON ALLEGATO
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Milano, 2
luglio 2013 - Un ripensamento
sull’aumento dell’Iva sui prodotti culturali. È quanto chiede con forza il
presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) Marco Polillo con una
lettera inviata al Premier Letta per “un opportuno emendamento del Governo, o
un atteggiamento meno ostile di fronte ad iniziative parlamentari volte a
ricercare un’adeguata soluzione” rispetto alla previsione di un incremento
dell’Iva dal 4 al 21% per tutti gli abbinamenti editoriali, non solo in
riferimento ai gadget ma anche ai beni che integrano e sono di complemento ai
libri e periodici e sono pertanto funzionali al loro utilizzo.
“Nel
settore librario – prosegue Polillo nella lettera - ciò significa colpire
soprattutto i contenuti digitali innovativi allegati ai libri. I prodotti più
colpiti sono i libri educativi (libri scolastici, universitari, sussidi come
dizionari o enciclopedie) che spesso hanno un’estensione digitale: eserciziari,
approfondimenti, simulazioni di laboratorio virtuale, ecc.; i libri per bambini
– spesso accompagnati da audio-letture –; quelli professionali o preziose
operazioni culturali basate sul multimediale (si pensi ai testi teatrali
accompagnati dal video di una rappresentazione). La misura è, quindi, per noi,
semplicemente incomprensibile, perché illogica e contraria a una serie di
obiettivi politici che il Governo da lei guidato ha assunto. In primis,
contraddice il suo personale impegno: “mai più tagli alla cultura”, così come
“contraddice l’impegno a favore del digitale nella scuola e nell’università”.
Le
ricadute? Molto importanti per l’industria editoriale ma anche per i
consumatori: il provvedimento, se passasse, comporterebbe un maggiore onere
medio sull’insieme del prodotto con abbinamento di circa il 6%. Ciò significa
prezzi più alti, in particolare per i libri di scuola e per bambini, e
un’ulteriore caduta della domanda, che vanificherebbe anche gli obiettivi di
gettito.
“Non si
sta chiedendo alle imprese culturali un sacrificio marginale – ha concluso
Polillo nel suo testo al Premier -, necessario in tempi difficili per far
quadrare i conti dello Stato. Le si sta colpendo ingiustificatamente e
illogicamente senza che da ciò possa derivare un beneficio per alcuno, e men
che meno per i conti pubblici”.
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