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Notiziario Marketpress di
Giovedì 04 Luglio 2013 |
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STIMOLARE L´IMMUNITÀ - E LA RICERCA SUI VACCINI
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Bruxelles, 4 luglio 2013 -
La vaccinazione ha ottenuto enormi successi nel
controllo di molte malattie infettive devastanti. Tuttavia, esistono ancora
molte malattie o "agenti patogeni" contro i quali non siamo in grado
di generare un´immunità protettiva per tutta la vita. Alla vigilia
dell´adesione della Croazia all´Ue, è già in corso la ricerca del professor
Stipan Jonjic, finanziata dal Cer, su nuovi vaccini per offrire una migliore
protezione. Il professor Jonjic è il primo assegnatario croato del Cer
(Consiglio europeo della ricerca) a basare il proprio progetto in Croazia.
Così come il nostro sistema immunitario innato, anche
il nostro corpo ha la possibilità di acquisire l´immunità a patogeni specifici,
e questo è ciò che i vaccini dovrebbero fare. Il prof. Jonjic e il suo team di
ricerca stanno studiando la possibilità di una versione indebolita, o
"attenuata", del citomegalovirus (Cmv) come nuovo meccanismo di
consegna, o di "vettore", per i vaccini.
Il prof. Progetto Stadvinn del prof. Jonjic, lanciato
dopo aver vinto una sovvenzione Advanced Grant del Cer nel 2012, intende
ingegnerizzare il virus in modo che possa ancora replicarsi nel suo ospite e
indurre una forte risposta immunitaria contro infezioni specifiche - che il
sistema immunitario si ricorderà - benché sia sufficientemente indebolito da
essere innocuo e "non patogeno".
"L´idea è basata sul mio interesse duraturo nella
risposta immunitaria agli agenti patogeni virali - ovvero il Cmv - e in
particolare nei meccanismi utilizzati da tali virus
"immuno-sovversivi" per evitare il controllo immunitario e persistere
nel loro ospite, nonostante una risposta immunitaria completamente
approntata", dice il prof. Jonjic, che ha sede presso la Facoltà di medicina
dell´Università di Rijeka in Croazia.
L´approccio del progetto gira intorno a un recettore
chiamato Nkg2d espresso dalle cellule cosiddette "natural killer"
(Nk) - parte del sistema immunitario innato del corpo - e anche dai linfociti T
Cd8+, un altro tipo di leucociti che fanno parte della risposta immunitaria
acquisita. Queste cellule T possono memorizzare il contatto con gli
"antigeni" estranei da un´infezione, in modo che ogni successiva
reinfezione con lo stesso agente patogeno è rapidamente messa sotto controllo.
"L´induzione di linfociti T Cd8+ è stata
ampiamente riconosciuta come un possibile metodo di scelta per lo sviluppo di
vaccini, particolarmente per quei patogeni per i quali i vaccini a base di
anticorpi non sono sufficientemente protettivi. Gli herpes virus attenuati, che
comprendono i Cmv, sono quindi candidati interessanti da usare come vettori di
vaccini contro una serie di infezioni clinicamente rilevanti", spiega il
prof. Jonjic.
"Abbiamo caratterizzato numerosi geni Cmv
coinvolti nel sovvertimento della risposta immunitaria Nkg2d-dipendente,
indicando l´importanza di questo recettore nel controllo immunitario",
dice. "L´idea principale alla base di questo progetto nasce quindi dai
nostri dati, i quali suggeriscono che un vettore Cmv che esprime Nkg2d, ma allo
stesso tempo privo dei suoi inibitori virali, ha un enorme potenziale di
aumentare l´efficienza della risposta dei linfociti T Cd8+".
Uno dei pericoli connessi all´uso di virus attenuati
vivi come vettori, è che il sistema immunitario li controlla in modo così efficace
che i vaccini non possono indurre una sufficiente immunità contro le infezioni
future. "Tuttavia, il vettore di vaccino sviluppato dal mio gruppo, pur
essendo efficacemente controllato, riesce ancora a innescare una risposta
immunitaria molto efficiente e a conferisce una protezione contro le infezioni
dai virus non-attenuati che si trovano in natura", continua il prof.
Jonjic.
"Intendiamo ora testare questo approccio
vaccino-vettore contro vari microbi e antigeni tumorali - dice - e stiamo già
lavorando al trasferimento di dati ottenuti dal sistema murino del Cmv a un
vettore basato su Cmv umano".
Il prof. Jonjic spera che questa ricerca, insieme a
quella di altri ricercatori in Croazia, verrà stimolata dall´adesione del loro
paese all´Ue quest´anno. "Sono molto ottimista e non vedo l´ora",
dice. "Comunicare liberamente e varcare le frontiere sono aspetti vitali
della scienza. "I legami personali sono molto importanti per tale
collaborazione internazionale. In passato ho ricevuto un sacco di aiuto dai
miei colleghi tedeschi, quando ho iniziato la mia carriera lì, e attualmente
sto collaborando con scienziati nei paesi limitrofi, compresi la Serbia, la
Slovenia e la Bosnia-erzegovina".
La scienza croata ha un grande potenziale e il paese è
già riuscito a ottenere finanziamenti comunitari per la ricerca, ma non si può
sviluppare la scienza senza la mobilità. Poiché l´Europa è composta da diverse
seppur condivise identità - ogni paese è unico, ma anche europeo - aderire
all´Ue aiuterà studenti e giovani ricercatori a viaggiare e scambiarsi
idee", conclude.
Per maggiori informazioni, visitare:
Sito web del ricercatore
http://www.Medri.uniri.hr/~jstipan/research.html
Scheda informativa del progetto
http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/108238_it.html
Consiglio europeo della ricerca
http://erc.europa.eu/
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