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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Luglio 2013
 
   
  POLEMICA ELETTRODOTTO FANO–TERAMO

 
   
  Ancona, 3 luglio 2013 - “La nostra richiesta al Ministro Zanonato era intesa a verificare il reale intendimento di Terna a voler realizzare il progetto dell’elettrodotto Fano-teramo con gli impegni che la Regione Marche sta delineando nell’adeguamento al Pear”. E’ quanto risponde l’assessore all’Ambiente, Maura Malaspina, alle polemiche mosse dai comitati in merito al progetto di elettrodotto Fano-teramo. “Piuttosto che continuare a scatenare sterili polemiche - aggiunge l’assessore – invitiamo i vari attori intervenuti questi giorni a collaborare con noi per individuare la soluzione migliore per la realizzazione dell’elettrodotto. Come ha detto il Presidente Spacca, vogliamo capire se Terna è disponibile a mettere in campo tutte le risorse necessarie a compensare i disagi che creerà l’investimento: un’opera che ha valenza strategica per il Paese e per le Marche ma dal notevole impatto ambientale, paesaggistico ed economico”. Per rispondere all’interrogativo sulla reale necessità e indispensabilità dell’opera, bisogna avere un quadro chiaro dello scenario, chiarisce Malaspina: “Le ragioni per cui Terna propone la realizzazione dell’elettrodotto da 380 kV Fano-teramo riguardano l’ambito nazionale e quello regionale. In ambito nazionale occorre eliminare il collo di bottiglia rappresentato nella Rete di Trasmissione Nazionale dalla linea singola che attraversa Marche e Abruzzo (questa criticità oltre che da Terna è segnalata anche nella Strategia Energetica Nazionale (Sen) presentata dal Mise nel marzo 2013). Nel contesto regionale, poi, le motivazioni di Terna sono relative all’efficientamento e alla messa in sicurezza dell’intero apparato di Trasmissione. Questa posizione rimane valida anche se i consumi regionali negli ultimi anni non sono cresciuti, come ci si aspettava prima della crisi del 2008, ma sono rimasti sostanzialmente stabili”. Non va poi dimenticato che “l’interconnessione tra le reti, cui l’opera in esame contribuisce, non è una priorità solo a livello nazionale ma anche comunitario, tanto che il Consiglio Europeo del 4 febbraio 2011 ha sottolineato la necessità di modernizzare e ampliare le infrastrutture energetiche europee e di interconnettere le reti attraverso le frontiere, al fine di rendere operativa la solidarietà tra gli Stati membri, garantire rotte di approvvigionamento o di transito e fonti di energia alternative e sviluppare fonti energetiche rinnovabili in competizione con le fonti tradizionali. Il Consiglio ha ribadito che dopo il 2015 nessuno Stato membro dovrebbe rimanere isolato dalle reti elettriche e di gas europee o vedere minacciata la sua sicurezza energetica per mancanza di connessioni adeguate. All’interno di questa logica Terna considera dal 2004 l’elettrodotto Fano-teramo una priorità nazionale, e la mancanza di una data di realizzazione nel documento ‘Terna ¬Piano di Sviluppo 2012’ è manifestamente dovuta all’insieme di difficoltà sugli approfondimenti che gli Enti territoriali hanno richiesto e che non consentono di ipotizzare una data certa per la conclusione dei lavori. Le motivazioni sottese alla proposta di Terna di costruzione dell’elettrodotto Fano-teramo da 380 kW sono da considerarsi plausibili e condivisibili e pertanto vengono adottate dalla Regione Marche all’interno della propria Strategia Energetica. Quanto alle modalità di costruzione dell’infrastruttura dovranno essere concordate tra gli aventi causa e sottoposte all’approvazione attraverso gli strumenti istituzionali (Valutazione Ambientale Strategica, Vas, e Valutazione di Impatto Ambientale, Via). In ogni caso le modalità di costruzione dovranno fare riferimento, per qualsiasi aspetto, alle Bat (Best Available Technologies)”. Quanto alla perdita di valore delle proprietà private situate nelle vicinanze dell’opera, poiché la struttura è di interesse generale, “supera l’interesse dei singoli, pertanto non può costituire pregiudiziale ostativa alla realizzazione della stessa. E’ però diritto degli interessati chiedere compensazioni che, in linea di principio, non siano limitate solo all’ambito dell’esproprio ma al danno cumulativo di esproprio e dei danni perenni causati alle proprietà. Così anche i Comuni dovranno esercitare il proprio legittimo interesse nel richiedere finanziamenti di riqualificazione ambientale e territoriale e risarcimenti per la perdita di potenzialità economiche dei territori”.  
   
 

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