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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Luglio 2013
 
   
  INTEGRATORI ALIMENTARI: IL COMPARTO CRESCE NONOSTANTE LA CRISI SEGNALI POSITIVI PER IL SETTORE DELL’INTEGRAZIONE NUTRIZIONALE. IL MERCATO È IN CRESCITA GRAZIE ALLA SUA FORTE CONNOTAZIONE INNOVATIVA. LA FARMACIA SI CONFERMA CANALE PREFERENZIALE PER LA VENDITA DI QUESTO PRODOTTO

 
   
  Tiene il mercato degli integratori alimentari, in un contesto generalizzato che vede una flessione delle vendite in farmacia in quasi tutti i comparti, primo fra tutti quello dell’etico. È quanto è emerso durante il convegno “Integratori alimentari: dinamiche di mercato, prospettive e strategie vincenti nei diversi canali distributivi”, svoltosi il 19 giugno scorso a Milano. Durante l’evento, che fa parte del ciclo di convegni Farmacia Evoluzione dedicato allo sviluppo manageriale degli operatori specializzati, sono intervenute personalità di spicco nel settore dell’integrazione alimentare e farmacisti che hanno implementato attività e progetti specifici sull’integrazione. Particolarmente interessante l’intervento di Elena Rappoccio, client executive Nielsen, che ha illustrato i dati di mercato relativi al settore. Considerando nel complesso i canali farmacia, parafarmacia e gdo (Iper+super), il mercato integratori (che vale 1.962 milioni di euro, con 142 milioni di confezioni annue vendute) negli ultimi due anni ha messo a segno un +3,3% a valore e +3,6% in termini di confezioni vendute. Se il tasso di crescita maggiore riguarda le grandi superfici, il cui incremento è a doppia cifra (+10,9% a valore), le vendite in farmacia mettono a segno un +3% a valore (+1,8% in termini di confezioni), mentre le parafarmacie scendono di circa un punto percentuale. La farmacia resta il canale preferenziale di vendita degli integratori, con una fetta di mercato dell’87,1%. Il 7% delle vendite avviene in grande distribuzione (Iper+super), mentre le parafarmacie detengono il 5,8%. A farla da padrone nel settore sono i fermenti lattici, con un sell-out di circa 250 milioni di euro e un tasso di crescita del+4,6%. Al secondo posto per vendite a valore i dimagranti (106 milioni di euro) che però registrano un calo dell’8,7%. Ottime performance invece per gli integratori salini che crescono a doppia cifra (+16,8%) e per i calmanti e sonniferi (+7,9%), mentre scendono i sistemici per capelli (-7,9%) e gli antiossidanti (-6,7%). L’andamento positivo del mercato degli integratori appare in controtendenza rispetto a molte altre categorie merceologiche trattate in farmacia. In particolare i farmaci da banco Sop+otc, hanno visto un calo delle vendite a valore del 4,4% nell’anno terminante a marzo 2013. La ragione di questo gap secondo Cinzia Pranzoni di Federsalus (associazione che raggruppa produttori e distributori di integratori alimentari) è da ricercarsi soprattutto in una questione culturale: «Il consumatore – ha dichiarato – si trova a decidere tra un farmaco vero e proprio e un prodotto circondato da un alone di innocuità. L’integratore è percepito come un prodotto naturale e senza effetti collaterali». A questo si aggiungono aspetti legati al marketing: «Le molecole farmacologicamente attive hanno ormai esaurito la loro carica di innovazione, mentre nel campo dell’integrazione si assiste a un’innovazione continua». Lo confermano anche i dati Nielsen, come spiega Elena Rappoccio: «Il mercato presenta una spiccata vocazione all’innovazione, una maggiore dinamicità nei lanci e una più elevata numerica di referenze rispetto al farmaco da banco. L’aspetto dell’innovazione si rivela estremamente importante per il comparto poiché la crescita è spinta per il 6,2% dalle nuove referenze, mentre quelle già sul mercato sono in flessione o stabili». Ma una ragione più profonda del successo degli integratori alimentari va ricercata – secondo Cinzia Pranzoni, in un mutamento culturale che vede, a fronte di un consumatore più consapevole e attento alla spesa e meno propenso agli sprechi e all’acquisto di impulso, una crescente attenzione alla salute che diventa sempre di più un valore. «Il consumatore mostra di approcciarsi in maniera nuova ai temi della salute – ha spiegato – centrale è la prevenzione e il mantenimento di uno stato generale di benessere». In altri termini, non si entra in farmacia solo per curarsi, ma anche per prevenire e mantenersi in forma. E questo è ancor più accentuato nella fascia di età over 65, che rappresenta oggi una fetta importante della popolazione italiana. Pranzoni ha illustrato i risultati di un’indagine condotta da Eurisko per Federsalus volta a individuare il consumatore tipo di integratori alimentari: giovane, di cultura medio alta e molto propenso a cercare informazioni e prodotti on-line. La medesima indagine ha decretato che la farmacia resta un punto di riferimento per l’acquisto di questi prodotti, ma i canali distributivi sono molteplici. A evidenziarli è stata Paola Gallas, direttore del Centro Studi Retail Salute, che ha sottolineato come nei diversi canali (farmacia, parafarmacia, mass market, corner gdo, erboristerie, web, negozi di sport) cambino gli influencer - che di volta in volta possono essere farmacisti, dietisti, fisioterapisti, nutrizionisti o medici - e il vissuto del consumatore rispetto al prodotto. «Quello degli integratori è un comparto che la farmacia può ancora presidiare bene – ha concluso Paola Gallas – ma deve mantenere alto il livello di attenzione del consumatore sul fronte dell’innovazione e delle modalità di proposta del prodotto. Per quanto riguarda le aziende, invece, dovranno tenere conto della crescente esigenza di formazione e informazione sul prodotto ed essere sempre più vicine alla farmacia, con iniziative mirate»  
   
 

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