|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Giovedì 04 Luglio 2013 |
|
|
|
|
|
RAPPORTO SULLA MAFIA: DALLA TOSCANA A PRATO
|
|
|
|
|
|
Firenze, 4 luglio 2013 - Provincia e Fondazione
Caponnetto hanno presentato a palazzo Buonamici il “Rapporto sulla mafia: dalla
Toscana a Prato”. L´assessore alle Politiche sociali Loredana Ferrara, insieme
al presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri, ha animato il
confronto, a cui hanno partecipato il senatore Mario Michele Giarrusso (M5s),
il deputato Federico Gelli (Pd) e Gianluca Lazzeri, consigliere della Regione
Toscana (Più Toscana).
“La mafia e le organizzazioni criminali sono favorite
dalla crisi – ha detto l´assessore Ferrara – Hanno a disposizione liquidità
enormi da offrire alle imprese in difficoltà abbandonate dalle banche, che
ormai erogano solo servizi finanziari e assicurativi. Dobbiamo tenere alta la
guardia a stare al fianco delle Forze dell´ordine, che ogni giorni presidiano
il territorio dimostrando attenzione e impegno. Purtroppo però sono ancora
troppo sole e hanno pochi strumenti a disposizione. Investire di più sulla
sicurezza deve essere la parola d´ordine. La prima linea è in Italia, perché
con la mafia deve essere guerra aperta”.
Calleri ha illustrato le parti salienti del report
sottolineando come in Italia si muovano organizzazioni autoctone e straniere in
un connubio esplosivo. “In Toscana i rischi più elevati sono sui fronti del
riciclaggio del denaro sporco e dell´usura – ha aggiunto Calleri - A Prato le
Forze dell´Ordine sono attentissime, hanno portato a termine in pochi anni ben
58 operazioni contro mafia e criminalità organizzata, ma è necessario uscire
allo scoperto, parlarne di più”.
Giarrusso, Gelli e Lazzeri si sono soffermati sui
lavori in corso al Parlamento per varare nuovi provvedimenti che taglino
chirurgicamente gli affari fra mafia e politica, ma anche sull´applicazione
della legge toscana in materia, promossa proprio da Gelli quand´era vice
presidente, che ancora ha difficoltà applicative.
Il Report - Il report, 40 pagine che ripercorrono
anche le indagini e le operazioni di polizia più significative sul territorio,
cerca di mettere a fuoco la situazione odierna, valutando penetrazione e
pericolosità delle varie organizzazioni, di origine italiana e straniera. “La
situazione esistente nella provincia di Prato è molto simile a quella della
vicina Pistoia – si dice nel report - La presenza mafiosa si conferma ai
massimi livelli, così come il rischio colonizzazione. Preoccupante è l’aspetto
riguardante il radicamento di clan della camorra. Di assoluto rilievo, poi, la
presenza della criminalità cinese e le problematiche connesse ai reati in
materia di sostanze stupefacenti”.
I dati del 2012 diffusi pochi giorni fa dal ministero
dell´Interno e pubblicati dal Sole 24 Ore registrano 14.600 reati denunciati in
tutta la provincia pratese, che si attesta all´incirca al decimo posto nella
graduatoria delle province meno sicure d’Italia. Rispetto al 2011, quando Prato
era settima (e prima in Toscana), c’è un calo dei reati denunciati del 3,29%.
Dal 1993 ad oggi, certifica il rapporto, sono state circa sessanta le
operazioni di polizia e 21 gruppi criminali mafiosi (10 clan della camorra, 8
della criminalità organizzata siciliana, 3 della ‘ndrangheta) coinvolti in
fatti accaduti nella provincia di Prato. A questi vanno aggiunti almeno 3
tipologie criminali cinesi (gang, triadi e nuova criminalità economica).
|
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|