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Notiziario Marketpress di
Giovedì 04 Luglio 2013 |
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FIRENZE: AEROPORTO E PARCO: INTEGRAZIONE AL PIT, SENTITI ISTITUTI AMBIENTALI
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Firenze, 4 luglio 2013 - Fattibilità idraulica,
inquinamento acustico e atmosferico, rischi per la salute dei cittadini in
merito alla proposta di integrazione al Pit per la definizione del Parco
agricolo della Piana e per la qualificazione dell’aeroporto di Firenze.
Per fare chiarezza su questi aspetti, sono stati
ascoltati dalle commissioni Trasporti, presieduta da Fabrizio Mattei (Pd), e
Ambiente e territorio riunite in seduta congiunta, presieduta da Gianfranco
Venturi (Pd), i rappresentanti del Consorzio di bonifica dell’area fiorentina,
di Arpat, della direzione politiche ambientali della Giunta regionale e di Ispo
Università di Firenze.
Marco Bottino, presidente del consorzio di bonifica
dell’area fiorentina ha ricordato uno studio già noto, relativo alle
interferenze tra opere pubbliche di bonifica e pista aeroportuale. Bottino ha parlato
delle modifiche da apportare al reticolo idraulico come l’eliminazione del
Canale Dogaia, la regimazione del fosso Giunchi, lo spostamento del Fosso
Reale, la destinazione del relitto d’alveo del Fosso Reale come cassa di
laminazione per la sicurezza del polo universitario. “Tra le interferenze con
la viabilità – ha detto – si impatta su via dell’Osmannoro e lo svincolo A11”.
Il presidente ha specificato la necessità “di realizzare prima tutte le
modifiche alle infrastrutture interferenti con i nuovi tracciati del reticolo
idraulico”, delle quali – ha aggiunto – “ad oggi non è dato conoscere
fattibilità e costi di realizzazione, poi realizzare il nuovo reticolo
idraulico e infine, eseguire i lavori per la realizzazione della nuova pista”.
Parlando di cifre, Bottino ha concluso: “I costi di
massima stimati variano da 18 a 51 milioni di euro e questa variabilità dipende
dal costo delle superfici da espropriare stimate in circa 25 ettari, se
considerate aree agricole o edificabili”.
Il presidente Venturi ha chiarito “il progetto che
abbiamo nel Pit è quello realizzato dal consorzio di bonifica e la disciplina
del masterplan individua l’adeguamento del reticolo idraulico e i costi a
carico del proponente. Il progetto – ha concluso – è fattibile”.
Il direttore tecnico dell’Arpat Andrea Poggi ha
parlato, invece, dei parametri da tenere in considerazione per la misura del
livello di valutazione aeroportuale (Lva): l’intensità dei picchi, il numero
dei sorvoli e l’orario di accadimento. “La soglia di incompatibilità con la
residenza – ha detto – è di 65 decibel”. “Con la pista attuale e 35mila
movimenti annui con classe Lva tra 50-70 si registrano 11mila persone
disturbate; con la pista parallela convergente e 45 mila movimenti annui se ne
registreranno 6mila 740”.
Su questo punto il presidente Mattei ha precisato:
“Per quantificare il numero delle persone esposte al livello massimo di rumore
e evidenziare le curve isofone, sarebbe necessario fare uno studio puntuale,
sapendo però quali saranno i vettori, le rotte, i tracciati”. “Inoltre –
domanda Mattei – le opere di mitigazione ambientale sono ritenute necessarie e
propedeutiche per la nuova pista?”. Da Arpat rispondono che bisogna distinguere
tra misure di mitigazione a carico del proponente per limitare l’inquinamento e
interventi aggiuntivi per migliorare la vivibilità dell’area.
Arrivano dalla Giunta risposte alle richieste di
chiarimento avanzate dalla capogruppo di Fds-verdi Monica Sgherri sullo stato
di avanzamento delle azioni di mitigazione previste. Tra gli interventi
realizzati: per la mobilità, incentivi per il rinnovo del parco veicolare,
tassazione ambientale; per il riscaldamento, incentivi per la sostituzione
delle caldaie; per le attività produttive, il miglioramento delle prestazioni
ambientali delle centrali geotermoelettriche. Tra gli interventi da fare si è
ricordato la nuova tramvia, l’installazione di pompe di calore in sostituzione
di caldaie a gasolio e metano, il recupero di energia dal termovalorizzatore di
Case Passerini.
Michela Baccini dell’Ispo (Istituto per la prevenzione
oncologica) ha parlato delle patologie interessate al fenomeno aria-ambiente
nel territorio fiorentino, come le malattie cardiovascolari, respiratorie e
tumorali, e della necessità di misure di contenimento perché il numero di
decessi attribuibili e di malati non è trascurabile”.
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