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Notiziario Marketpress di Giovedì 04 Luglio 2013
 
   
  COMO-LECCO: INDAGINE CONGIUNTURALE RAPIDA – MAGGIO 2013

 
   
  Como, 4 luglio 2013 - Il quadro delineato attraverso l’esame degli indicatori dell’Osservatorio rapido congiunto di Unindustria Como e Confindustria Lecco relativo a maggio 2013 mostra ancora evidenti gli effetti della crisi, pur con timidi segnali di miglioramento riguardanti, in particolare, l’attività produttiva. Elemento questo in linea con quanto comunicato dal Centro Studi nazionale di Confindustria. La capacità produttiva utilizzata si attesta al 75,1% di quella totale disponibile; i livelli di domanda sul mercato domestico restano stagnanti e le previsioni per le prossime settimane sono negative per un’azienda su cinque. Si continuano inoltre a rilevare le criticità evidenziate nelle precedenti edizioni dell’indagine: le diffuse situazioni di insolvenza e i giudizi sullo scenario del mercato del lavoro, caratterizzato da un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, rivelano possibili dinamiche negative per i prossimi mesi. Gli Ordini - L’indicatore associato alla domanda delle aziende di Lecco e Como delinea uno scenario ancora rallentato e caratterizzato in particolare dalla debolezza del mercato domestico. Risultano migliori invece i giudizi relativi all’export, più dinamico. A livello nazionale oltre i tre quinti del campione (62,1%) indicano un sostanziale mantenimento degli ordini rispetto a quanto registrato in aprile, periodo caratterizzato da un marcato rallentamento rispetto ai mesi precedenti. I restanti giudizi confermano questo quadro. Si riscontra infatti un pareggio tra le imprese che comunicano un aumento della domanda (19,7%) e quante rivelano una contrazione (18,2%). La situazione sui mercati esteri risulta invece più vitale: il 51,7% del campione ha mantenuto la propria posizione mentre il 29,3% ha conseguito risultati positivi in termini di maggiori ordinativi. Ammonta per contro al 19% la quota di soggetti che ha comunicato una minor intensità degli scambi. La Produzione - L’attività produttiva delle due Province è risultata abbastanza vivace. Per oltre il 57% del campione non si sono registrate variazioni rispetto al precedente mese, mentre per la prima volta nel corso dell’anno i giudizi positivi hanno superato quelli di rallentamento (27% contro il 15,9%). Si tratta comunque di un risultato che arriva dopo mesi in frenata e che rappresenta dunque un andamento quasi fisiologico. Quanto detto viene rafforzato dal dato sulla capacità produttiva che a maggio ha raggiunto il 75,1%, dopo il 72,6% di aprile. Il Fatturato - Il fatturato delle imprese lecchesi e comasche segue le dinamiche evidenziate per la domanda, sorretta dall’export, e dell’attività produttiva, segnando una fase di discontinuità rispetto alle rilevazioni dei primi mesi dell’anno. A fianco del 39,4% di imprese che non hanno indicato variazioni nel proprio volume d’affari e di un 16,7% di quanti hanno registrato una contrazione, il 43,9% del campione ha comunicato livelli di fatturato in aumento. Le Previsioni - Il quadro per le prossime settimane non appare particolarmente positivo. Il 69,2% del campione non prevede particolari cambiamenti rispetto alla situazione attuale, mentre i giudizi volti al ribasso, pari al 20%, superano quelli positivi che si fermano al 10,8%. Circa la metà delle aziende del campione segnala una visibilità limitata e inferiore al mese; il 29,2% dichiara di riuscire a coprire un orizzonte temporale di qualche mese, mentre risulta in aumento rispetto ad aprile la percentuale di aziende con una visibilità superiore al trimestre (21,5% attuale contro un precedente 17,6% di aprile). Le Materie Prime - L’approvvigionamento delle materie prime nel mese di maggio non mostra particolari situazioni anomale per le imprese del campione, confermando quanto evidenziato nelle precedenti edizioni dell’Indagine. Oltre i due terzi delle imprese (76,6%) ha infatti indicato di aver operato con listini stabili rispetto ai prezzi di aprile per le principali commodities utilizzate. Nei casi di variazione dei prezzi, si è trattato principalmente di andamenti in diminuzione (20,3%) mentre l’aumento è stato indicato per una quota residuale del campione (3,1%). La Solvibilita’ - Come per le precedenti edizioni per le imprese di Lecco e di Como emerge un problema legato alle insolvenze da parte dei clienti ed ai ritardi nei pagamenti. Tale situazione ha infatti interessato quasi i due terzi del campione (62,1%); di questi circa il 18% ha riscontrato una situazione di peggioramento rispetto ai mesi precedenti, mentre per il 78% non si sono registrati cambiamenti. I Rapporti Con Gli Istituti Di Credito - Nei rapporti con gli Istituti di credito con i quali le aziende delle due Province operano abitualmente non emergono particolari cambiamenti. Poco oltre l’82% del campione ha comunicato una situazione di stabilità rispetto al mese precedente, mentre i giudizi di peggioramento e miglioramento sono stati rispettivamente 10,4% contro il 7,5%. L’occupazione - Lo scenario occupazionale continua a rappresentare un elemento di criticità a livello di entrambi i territori. I giudizi riguardanti i livelli del mese di maggio sono improntati principalmente sul mantenimento dell’occupazione (85,1%), nonostante sia rilevabile una quota di giudizi in diminuzione (10,4%) superiore a quella indicante una possibile espansione della forza lavoro (4,5%). Le aspettative occupazionali per le prossime settimane non si rivelano improntate alla fiducia. Il 77,6% del campione si mantiene orientato alla stabilità mentre per oltre un’impresa su cinque (il 20,9%) i giudizi sul proprio settore di appartenenza sono negativi. Residuale infine la percentuale di soggetti che ipotizzano un’espansione dei livelli (1,5%). I Dati Di Como - L’andamento della domanda in questi primi mesi del 2013 evidenzia il protrarsi della crisi oramai da diversi mesi, vi sono però alcuni segnali positivi che suggerirebbero l’arrestarsi della caduta. Questo scenario migliore porta a prevedere una caduta del Pil per il 2013 non superiore al 2%. La produzione industriale registra un lieve incremento su base mensile pari a 0,5%. In giugno, la distanza dal picco di attività pre-crisi (aprile 2008) si attesta a -24,6%, nel corso degli ultimi tre mesi i livelli produttivi hanno perso terreno per -0,8%. Sebbene l’Istat registri cauti segnali di maggior fiducia presso le famiglie, l’indice della fiducia delle imprese è ancora in territorio recessivo benché l’indicatore sia stazionario e non più in caduta. La fiducia delle famiglie lentamente ritorna a migliorare in questo inizio 2013 dopo una caduta incessante da inizio 2010, con conseguenti attese positive sui consumi. Quest’ultime aspettative sono però notevolmente influenzate in negativo dalla quota di spese fisse e non evitabili (bollette e tassazione) che erodono considerevolmente il reddito famigliare, nonostante il già citato contesto di maggior fiducia. L’incremento di attività di giugno, secondo le imprese intervistate, è da attribuirsi al buon andamento della domanda estera. Si segnala che in provincia la propensione all’export è molto forte: il 13% degli intervistati vende all’estero più della metà del proprio fatturato, il 28% delle imprese esporta quota consistenti (dal 20 al 50% delle vendite totali), il 18% del campione esporta dal 5% al 20% del fatturato. Paesi come Germania, Francia e Stati Uniti registrano una ripresa della produzione industriale e quindi della crescita economica consistenti, sono plausibili futuri effetti traino per le esportazioni italiane. Anche i paesi emergenti sono ormai una realtà con l’incessante crescita, l’80% della crescita economica nel mondo si ha in queste nazioni. Nel mese di maggio in provincia di Como sono state autorizzate circa 800 mila ore di cassa integrazione ordinaria, registrando un -10% rispetto al maggio 2012. La cassa straordinaria è invece in forte aumento rispetto al maggio del 2012 attestandosi a oltre 900.000 ore autorizzate (erano 200.000 nel 2012), l’aumento medio annuo registrato nei primi cinque mesi di quest’anno è del 30%. “I piccoli segnali positivi, come la maggior fiducia nelle famiglie e, di conseguenza, una maggiore propensione al consumo, devono essere accolti da noi imprenditori con speranza e voglia di guardare avanti – commenta Francesco Verga, Presidente di Unindustria Como -. Purtroppo però le ore di cassa integrazione straordinaria richieste dalle nostre imprese sono notevolmente aumentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’attività con l’estero continua invece a registrare piccoli incrementi che ci confermano che quella è la strada da seguire. Ma se ripartissero anche i consumi interni ripartirebbe tutto il Paese”.  
   
 

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