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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Luglio 2013
 
   
  MERCATO IMMOBILIARE E IMPRESE DEL LAZIO 2013

 
   
  Roma, 8 Luglio 2013 - Tecnoborsa, attraverso il proprio Osservatorio di Economia Immobiliare, ha sviluppato l’attività di monitoraggio e analisi sul rapporto tra il mercato immobiliare e le imprese italiane che operano nei settori del commercio, dei servizi, del turismo e dell’artigianato e ha realizzato un approfondimento sulle cinque Province del Lazio con un focus specifico per il Comune di Roma. L’obiettivo generale dell’attività di ricerca è quello di rilevare un set di informazioni in grado di analizzare il settore in funzione del contesto territoriale. Infatti, l’andamento congiunturale del segmento degli immobili ad uso non residenziale – così come quello residenziale – presenta un forte rallentamento e non trapelano segnali di ripresa. La presente Indagine – come avvenuto per quella nazionale – mira a monitorare tanto il decennio trascorso quanto le intenzioni future in termini di funzione d’uso, titolo di godimento, incidenza dei costi, grado di soddisfazione e finanziamento per l’acquisto; inoltre, vengono esaminati il cambiamento di sede già effettuato oppure previsto e, infine, approfonditi temi rilevanti quali il risparmio energetico e l’attenzione all’impatto ambientale. Dall’indagine Tecnoborsa sulle imprese operanti nel Lazio è emerso che l’87,3% delle aziende opera in una sola sede e circa il 70% è stato fondato prima del 2000, mentre dall’Indagine sulle 12 aree metropolitane italiane queste aziende risultano l’84%, quindi il tessuto imprenditoriale del Lazio appare relativamente più giovane. Il 29,6% delle aziende utilizza la sede oggetto di analisi solo come ufficio; il 20,7% esclusivamente per la vendita al pubblico (si tratta essenzialmente di attività commerciali), e il 22,5% solo per la produzione (es. Capannoni, magazzini, ecc.); il 5,5%, inoltre, adibisce la sede sia a ufficio che ad attività di produzione; un ulteriore 12,4% sia a ufficio che a vendita al pubblico; il 5,7% a vendita al pubblico e produzione, mentre il 3,7% delle imprese utilizza i locali per tutte e tre le funzioni considerate; quindi, per il 72,8% delle aziende intervistate la sede ha una sola funzione d’uso. L’utilizzo della sede di riferimento come ufficio prevale, ovviamente, nei servizi (49%) e nel turismo (37,1%); quella come vendita al pubblico nel commercio (37,5%) e nel turismo (38,6%). L’attività di produzione è invece maggiormente diffusa per le attività manifatturiere di tipo artigianale (24%). L’analisi territoriale mostra che i locali adibiti a ufficio prevalgono nel Comune di Roma e nella Provincia di Frosinone; quelli alla vendita al pubblico nel Comune di Roma e nella Provincia di Viterbo; infine, quelli per la produzione nella Provincia di Frosinone e di Latina. Gli immobili nei quali operano le aziende, con riferimento alle sedi considerate, sono per lo più in affitto (52,4% delle imprese), sono in leasing per il 14,2% mentre, per il 33,4%, risultano nella proprietà o comunque nella disponibilità delle stesse. Da un’analisi a livello geografico si rileva che è sopra la media regionale l’utilizzo di strutture in affitto nelle Province di Roma, Rieti e Viterbo; quelle in leasing nel Comune di Roma; quelle di proprietà nelle Province di Frosinone e Latina. Andando ad analizzare la situazione immobiliare delle sole imprese che sono localizzate in una sede di proprietà, nel 56,5% si riscontra che l’immobile era nelle disponibilità aziendali; rientrano nell’ambito di tale risposta anche le situazioni in cui l’immobile è di proprietà del titolare dell’impresa o di uno dei soci, ma non propriamente dell’impresa stessa; nel 15,1% dei casi, inoltre, l’impresa ha provveduto all’acquisto con i propri mezzi o, ad esempio, con i mezzi di una capogruppo, di un consorzio del quale fa parte, ecc.; il 22,4% delle aziende, invece, ha fatto ricorso a un mutuo per acquistare l’immobile nel quale trova localizzazione la sede attuale; infine, solo il 6,1% ha utilizzato la formula del leasing. Rispetto a quanto emerso a livello nazionale, nel Lazio appare inferiore la quota di coloro che sono ricorsi a un mutuo, mentre è più elevata la percentuale di chi opera in locali nelle disponibilità dell’azienda. A livello territoriale l’acquisto dell’immobile attraverso un mutuo è risultato particolarmente alto nel Comune di Roma, mentre le imprese della Provincia di Roma operano prevalentemente in immobili nelle loro disponibilità. Hanno dichiarato di aver cambiato sede almeno una volta negli ultimi dieci anni il 15,2% delle imprese che operano nel Lazio, un valore leggermente inferiore a quello riscontrato nell’Indagine sul territorio nazionale (16,9%) e le aree in cui c’è stata maggiore mobilità sono state le Province di Roma e di Frosinone. Da un confronto tra gli ultimi due bienni, 2009-2010 e 2011-2012 e, dunque, a partire dai primi anni di crisi economica, si riscontra un decremento del 10% circa di cambiamenti di sede, mentre dall’analisi nazionale il calo poteva essere stimato attorno al 50%. Da un focus sulle aziende del Lazio che nell’ultimo decennio si sono trasferite risulta che il fenomeno ha riguardato il 46,7% di quelle che utilizzano la sede attuale come ufficio, il 20% di quelle che la utilizzano per la vendita al pubblico e il 20% di chi la utilizza per la produzione. Rispetto al titolo di utilizzo, il 60% delle imprese che hanno cambiato sede risultano in affitto, l’8,9% in leasing e il 31,1% in proprietà; rispetto al dato nazionale tra quelle che si sono trasferite nell’ultimo decennio sale la quota di chi va in affitto, mentre scende quella di chi opera in sedi in leasing o di proprietà. Tra le imprese che stanno ancora valutando l’ipotesi di un eventuale trasferimento l’1,4% si dichiara ragionevolmente certo di cambiare location nei prossimi 12 mesi, il 4,3% ritiene di farlo nei prossimi 12 mesi ma non ne è sicuro, mentre ben il 94,3% pensa di farlo in un futuro più lontano. Così come rilevato a livello nazionale, le ragioni prevalenti che spingono le aziende a cercare una nuova postazione sono la necessità di spazi maggiori (49,2%), la necessità di ridurre i costi (26,2%) e il bisogno di andare in zone in cui l’accessibilità è maggiore (13,8%); anche a livello locale il quadro emerso non presenta differenze significative. Considerando ancora le sole imprese che pensano di trasferirsi, si è rilevato che il 73,8% ritiene che la nuova sede sarà in affitto, il 20% andrà in un immobile che verrà acquistato, il 4,6% in uno che è già nelle disponibilità della società e l’1,5% in uno che si sta acquistando. Rispetto a quanto rilevato a livello nazionale, nel Lazio appare più alta la quota di imprese che prevedono di andare in affitto, mentre è inferiore la quota di quelle che si trasferiranno in una location che è già nelle disponibilità aziendali. Come riscontrato nell’Indagine nazionale, per circa l’80% delle imprese del Lazio il costo della gestione energetica ha influito poco o per niente nella scelta dell’immobile. A livello locale sale leggermente la quota di chi ha dato molto o abbastanza peso a questo fattore nelle Province di Viterbo e Frosinone, mentre da un’analisi settoriale è risultata decisamente sopra la media la percentuale delle imprese che hanno dato una scarsa importanza a tale fattore nella valutazione delle dotazioni delle location. Ancora meno attenzione è stata dedicata ai costi per la riduzione dell’impatto ambientale, infatti circa l’85% delle imprese che operano nel Lazio hanno affermato di aver considerato poco o per niente questo fattore nella scelta della sede attuale. Tale percentuale sale tra le imprese dei servizi e quelle che operano nella Provincia di Roma; viceversa hanno manifestato una maggiore sensibilità a questo fattore quelle localizzate nelle Province di Frosinone e Viterbo. Analogamente a quanto riscontato nell’Indagine nazionale, solo un terzo delle imprese ha effettuato interventi che mirano a migliorare le prestazioni energetiche della sede in cui opera. A livello locale la situazione è piuttosto eterogenea, infatti emerge che nella Provincia di Latina la quota delle aziende che hanno investito sul risparmio energetico sono state il 44,7% e in quella di Rieti il 56,1%. Per quanto riguarda i settori di appartenenza è emerso che le imprese più sensibili al risparmio energetico sono state quelle che operano nel commercio (42,5%) e nel turismo (40,9%). Solo il 15% delle imprese ha dichiarato di aver effettuato interventi che mirano a ridurre l’impatto sull’ambiente della sede in cui si trovano attualmente e il valore rilevato nella Regione Lazio è più basso di quello riscontrato sul territorio nazionale di ben 5 punti percentuali. I settori che si sono dimostrati più attenti al fenomeno sono quelli del commercio (21,2%) e del turismo (24,9%), mentre le aree in cui si è riscontrata una maggiore sensibilità sono state le Province di Rieti (46,4%), di Viterbo (22,5%) e di Latina (22,3%); viceversa, il primato negativo spetta al Comune di Roma (4,2%).  
   
 

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