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Notiziario Marketpress di
Lunedì 08 Luglio 2013 |
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LA PROVINCIA DI TORINO ED ALTRI TRE PARTNER EUROPEI IMPEGNATI NELLA VALORIZZAZIONE DEL CAMMINO CULTURALE DEDICATO ALLA RIFORMA PROTESTANTE
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Torino, 8 luglio 2013 - La Riforma Protestante, nei
suoi aspetti storici e culturali, ma anche nei suoi risvolti geografici e
turistici sarà al centro di un cammino culturale europeo, grazie al progetto
Leader “Sui passi degli Ugonotti e dei Valdesi”, di cui è partner, per
l’Italia, la Provincia di Torino. Su proposta dell’Assessore all’Agricoltura,
Montagna e Turismo, Marco Balagna, la Giunta Provinciale ha approvato nei
giorni scorso l’adesione della Provincia all’accordo di partenariato
internazionale per il 2013 nell’ambito. Il progetto riunisce quattro partner
italiani, francesi, tedeschi e svizzeri, con l’obiettivo di promuovere progetti
locali di sviluppo rurale nei territori che sono stati candidati ad ottenere il
marchio “Itinerario culturale europeo” del Consiglio d’Europa.
I promotori dell’iniziativa internazionale intendono
dar vita ad un cammino culturale continuo tra Laval e Bad Karlshafen,
denominato “Sulla strada degli Ugonotti”.
A partire da Ginevra, luogo di raccordo del tronco italiano del cammino, il
progetto diventa “Sulla strada degli Ugonotti… e dei Valdesi”. La Provincia di
Torino ha candidato alla concessione del marchio i territori della Valsusa e
delle Valli Chisone, Germanasca e Pellice e della pianura del Pinerolese
attraversati dagli itinerari del Glorioso rimpatrio dei Valdesi e dell’Esilio
dei Valdesi.
Capofila internazionale del progetto è l’associazione
“Sur les pas des Huguenots”, mentre gli altri partner sono l’associazione
tedesca “Hugenotten und Waldenserpfad e.V.“, la fondazione svizzera “Via-sulla
strada degli Ugonotti e dei Valdesi piemontesi in Svizzera” e, per l’Italiua,
la Provincia di Torino. I partner del progetto sono impegnati nella realizzazione
di una brochure informativa dedicata al grande pubblico, curata dai partner
francesi, con testi in francese, tedesco, italiano e inglese, che presenta una
nuova carta stilizzata della totalità del sentiero, dando informazioni generali sul progetto e rinviando ai dettagli
pubblicati nei siti Internet. Dopo l’ottenimento del marchio “Itinerario
culturale europeo” del Consiglio d’Europa, i partner si impegnano a coordinare
le loro azioni al fine di mantenere la certificazione (consiglio scientifico,
azioni culturali e artistiche, azione rivolte ai giovani) e a partecipare
all’animazione delle reti di autori nazionali e internazionali.
L’itinerario Del “Glorioso Rimpatrio” Dei Valdesi Nel
1689 -
Camminarono per 14 giorni tra monti, colli e vallate
alpine per tornare alle loro terre, da cui li avevano scacciati l’intolleranza
religiosa e la ragion di Stato. A 322 anni di distanza, nel 2011 anno in cui si
celebrava il 150°anniversario dell’Unità d’Italia, la pagina di storia del
“Glorioso Rimpatrio” dei Valdesi venne rievocata, ripercorrendo quello che oggi
è diventato un itinerario escursionistico, un cammino che, sul versante
italiano, è lungo 100 Km ed è suddiviso in sei tappe dal Col Clapier a Bobbio
Pellice. Sono 11 i Comuni coinvolti: Giaglione,
Salbertrand, Chiomonte, Exilles, Pragelato, Sauze d’Oulx, Oulx, Massello, Salza
di Pinerolo, Prali (frazioni Rodoretto e Ghigo), Bobbio Pellice. L’itinerario assume un significato che non è
soltanto storico-militare (la strategia di fuga utilizzata pare sia stata
studiata e ammirata da Napoleone) e naturalistico, ma storico-culturale, poiché
ripercorre le tappe drammatiche ed avvicenti di un popolo che difese la propria
libertà di coscienza contro l’assolutismo e il proprio diritto ad esistere e ad
abitare le proprie case. La marcia, resa particolarmente difficoltosa dal
percorso montano, dal tempo inclemente e dalla resistenza delle truppe franco
sabaude, ha da sempre suscitato interesse e ammirazione. L’itinerario attuale
ripercorre, abbastanza fedelmente (alcuni sentieri sono diventati strade
asfaltate e sono quindi state scelte varianti fedeli su sentiero) quella
marcia, cercando anche di rievocare l’emozione che provarono i Valdesi nel loro
ritorno a casa. L’intero percorso misura circa 330 Km ed è costituito da 20
tappe, di media e alta montagna, con partenza da Nernier (sulla sponda sud del
lago di Ginevra) per arrivare a Sibaud (Bobbio Pellice). Le tappe in territorio
francese sono 14, mentre 6 sono in Italia. In realtà, per tornare alle loro vallate
e sfuggire ai loro persecutori, i Valdesi compirono l’intero percorso in 14
giorni e, ad esempio, marciarono per due giorni e una notte intera per
percorrere la prima tappa. Il moderno turista-escursionista può certamente
camminare ad un ritmo più blando, anche se nel 1989 un gruppo di guide e
appassionati ripercorse l’itinerario in 14 giorni. Le 6 tappe sul territorio
italiano vanno dal Col Clapier (un antico passo nel territorio del Comune di
Giaglione, in Valsusa) a Bobbio Pellice: sono in tutto 100 Km di camminate. E’
un itinerario militare, un percorso di fuga, attraverso le montagne e le valli,
caratterizzato a volte da repentini cambi di rotta. Fu percorso da uomini
abituati alla montagna, accompagnati talora da guide non sempre affidabili. L’itinerario
da nord a sud non fu certamente scelto per ammirare le bellezze paesaggistiche.
Eppure, oltre a mantenere intatto il fascino di una storia straordinaria,
vissuta da un “piccolo” popolo, attraversa alcune tra le località più
significative e belle del territorio alpino: la Val Cenischia fino al Gran
Bosco di Salbertrand, la Val Chisone, la Val Germanasca e la Val Pellice
Le tappe e la loro ricostruzione storica -
Il cammino storico di rientro e di fuga dei Valdesi,
inseguiti dall’esercito francese e piemontese, è compreso tra i 2.500 e gli 800
metri di quota. A partire dal confine franco-italiano del Col Clapier (area del
massiccio dell’Ambin), attraverso un passaggio al bivacco Vaccarone, dove si
pernotta al termine della prima tappa. La seconda tappa transita al Colle dei
Quattro Denti (Exilles) e ridiscende verso Salbertand. La terza risale per
1.500 metri (il dislivello giornaliero
piu’ importante di tutto il percorso) attraversando il Gran Bosco di
Salbertrand fino a Monte Genevris, poi scende a al Colle Costa Piana e
successivamente a Grange di Pragelato. La quarta tappa risale da Pattemouche di
Pragelato alle borgate Laval e Jossaud, al Clot de la Soma ed al Colle del Pis,
per poi scendere alla Balsiglia, dove si trovano il Museo Valdese e una
foresteria. La quinta tappa porta dalla Balsiglia a Ghigo di Prali (dove ci
sono un Museo ed il Tempio Valdese) attraverso Rodoretto, la Colletta delle
Fontane e il “sentiero del pastore”. La sesta e ultima tappa conduce da Ghigo
al Colle Giulian, scendendo poi a Sibaud di Bobbio Pellice. Il percorso è stato
tramandato da due testimonianze scritte: il diario originale di Paul Reynaudin,
studente di Bobbio Pellice, scritto dallo storico calvinista Vincent Minutoli
qualche tempo dopo il Rimpatrio; il diario di Henri Arnaud intitolato “Il
Glorioso Rimpatrio dei Valdesi”.
Cenni Storici
Le origini del movimento Valdese -
Il movimento valdese ha una lunga storia. Inizia con
la vicenda di Valdo, ricco mercante di Lione che, intorno al 1170, attraversò
una crisi religiosa, al termine della quale decise di condurre una vita in
assoluta povertà e predicare il ritorno ad una fede cristiana fedele al
Vangelo. La sua scelta di vita venne condannata dalla gerarchia cattolica e
vennero espulsi da Lione lui e i suoi discepoli. I “Poveri di Lione”, così si
chiamarono, si dispersero in Provenza e Lombardia. Scomunicati nel 1180 a
Verona, furono definitivamente condannati nel 1215. Pur essendo costretti a
vivere nella clandestinità e perennemente ricercati dall’Inquisizione si
dispersero in molti paesi europei: Austria, Germania, Linguadoca ed in
parecchie regioni italiane. Una delle zone di maggior presenza del movimento fu
la regione alpina del Delfinato e del Piemonte occidentale. L’organizzazione
molto precisa dei loro gruppi ne permise la sopravvivenza. A curare la vita
religiosa dei gruppi erano i “Barba”, predicatori itineranti che li visitavano
regolarmente e che produssero una ricca letteratura in lingua valdese, una
forma del provenzale alpino. Al sorgere della Riforma protestante in Europa i
Valdesi aderirono naturalmente alla nuova prospettiva di fede e, a partire dal
1555, organizzarono nelle vallate alpine le loro comunità sul modello delle
chiese riformate svizzere, poi calviniste. Sottoposti a dure repressioni dai
Duchi di Savoia, riuscirono a sopravvivere grazie alla situazione politica e
alla realtà alpina delle loro terre.
Il Glorioso Rimpatrio -
Nel 1686 i Valdesi costituivano nelle valli San
Martino (oggi Val Germanasca) e di Luserna (l’attuale Val Pellice) una
popolazione di circa 13.500 persone. Seguendo la politica di Luigi Xiv di
Francia, Vittorio Amedeo Ii impose ai suoi sudditi di religione riformata di
cessare ogni manifestazione pubblica (revoca dell’Editto di Nantes), demolire i
luoghi di culto, allontanare i loro ministri e battezzare i figli nella Chiesa
romana. I Valdesi però, rifiutando l’ipotesi di un esilio, decisero di
resistere, ma furono duramente colpiti. Deportati nelle prigioni e nelle
fortezze, perirono di stenti. Poco piu’ di 3.000 poterono ritirarsi in esilio
in Svizzera, anche grazie all’intervento degli Stati protestanti europei che
intercessero presso i piemontesi per portarli in salvo. Tre anni dopo,
nell’agosto del 1689, la situazione internazionale si volse in loro favore:
Guglielmo Iii d’Orange diventato re d’Inghilterra ricostituì il fronte anti
francese della Lega di Augusta e nel quadro della guerra contro la Francia
finanziò una spedizione militare in Piemonte, composta da un migliaio di
uomini, in maggioranza Valdesi. Partendo dal lato sud del Lago Lemano il 17
agosto 1689, la spedizione (20 compagnie di 50 uomini per un totale di 1.000,
di cui 650 Valdesi e 350 Ugonotti) guidata dal pastore Henri Arnaud attraversò
la Savoia con una marcia di 14 giorni, scontrandosi a Salbertrand con le truppe
francesi. Ripreso possesso delle loro valli, per evitare sbandamenti i Valdesi
si impegnarono a Sibaud (obelisco), una frazione sopra l’abitato di Bobbio
Pellice, a mantenere fra loro unione e solidarietà. Stretti dalle truppe
francesi, si trovarono impegnati in mesi di guerriglie e furono costretti ad asserragliarsi alla
Balsiglia (attuale Comune di Massello, in Val Germanasca) e in altri luoghi diventati
storici (“Il vallone degli invincibili” sopra Angrogna, Guglia e Guglietta
sopra Torre Pellice). Erano rimasti ormai in poche centinaia e l’attacco nel
maggio 1690 delle truppe franco-sabaude (che li avevano inseguiti invano fino
ad allora) stava per segnarne la fine. Li salvò l’improvviso cambiamento nelle
alleanze politiche, che portò il Duca di Savoia a scendere in guerra contro i
suoi ex alleati francesi. Nel 1889, in occasione del bicentenario di questi
avvenimenti, vennero inaugurate la Casa Valdese a Torre Pellice ed una
scuola-monumento alla Balsiglia. L’impresa del Glorioso Rimpatrio si colloca
nel quadro della lotta delle potenze europee coalizzate contro l’assolutismo
francese di Luigi Xiv, assecondato dal Duca di Savoia Vittorio Amedeo Ii, ma
anche nell’importante fase della nascita degli Stati europei.
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