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Notiziario Marketpress di
Martedì 09 Luglio 2013 |
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MARCHE: IL RAPPORTO ANNUALE DELL’OSSERVATORIO REGIONALE SUL MERCATO DEL LAVORO .
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Ancona, 9 luglio 2013 - “Una situazione purtroppo
inedita rispetto alla nostra storia economica che aveva visto le Marche sempre
in piena occupazione, mentre ora i recentissimi dati parlano di un 11,2 % di
disoccupazione.” E’ l’inizio di un quadro certamente preoccupante tracciato
dall’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti nell’incontro per la
presentazione del 13° Rapporto annuale 2013 dell’Osservatorio regionale del
mercato del lavoro, tenutasi oggi in Regione. “ Una realtà che corre parallela
alla congiuntura economica – ha aggiunto - in fase di rallentamento già dalla
metà del 2011, con Pil sceso nelle Marche del 2,5%. La diffusione delle piccole
imprese, soprattutto nel campo della subfornitura e la forte specializzazione
nella produzione dei beni per la casa, uno dei settori maggiormente penalizzato
dalla crisi, ha contribuito a determinare una generale e profonda contrazione
dell’attività economica. La situazione si aggrava poi per le piccole imprese
che costituiscono l’asse portante della struttura produttiva locale. Una
situazione che rischia di mettere a rischio la coesione sociale che ha sempre
caratterizzato il nostro tessuto socio-economico. ” Secondo Luchetti le Marche
si trovano davanti ad un bivio: concluso il ciclo del modello economico delle
Pmi che non sono riuscite a fare i conti con la globalizzazione dei mercati,
occorre puntare ora, accanto all’innovazione e alla riorganizzazione, ad un
innalzamento della qualità della produzione pensando anche a formule
consorziate di impresa, a cui deve corrispondere una qualità del lavoro e una
maggiore flessibilità del sistema creditizio. Stiamo impegnandoci su questo –ha
detto- sulla buona occupazione ( un’azione di politica attiva del lavoro ha
riguardato gli incentivi per la trasformazione di 1000 posti di lavoro da tempo
determinato a indeterminato) e dando grande attenzione al capitale umano per
elevarne le competenze. A testimonianza, la formazione superiore, i dottorati
di ricerca, il sostegno all’istruzione superiore, lo start up e gli incubatori
di impresa e lo stesso prestito d’onore che ha fatto creare otre 900 imprese. “
Secondo le previsioni degli operatori, il livello dell’attività economica
rimarrà molto debole per tutto il 2013, sia a livello regionale sia nazionale.
Le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate dall’Inps sono state, nel
2012, oltre 23milioni, in aumento del 53,5% rispetto all’anno precedente,
mentre la componente in deroga sale del 69,4% coinvolgendo oltre 32mila
lavoratori. Quelli posti in mobilità sono stati poco meno di 13.500, il 20% in
più rispetto ai valori del biennio precedente. È in forte sofferenza anche il
tessuto imprenditoriale con lo stock di imprese attive che, nell’ultimo anno
considerato, si riduce dell’1% circa. Tale flessione riguarda, in particolare,
le imprese manifatturiere e quelle dell’edilizia, mentre rimane stabile il
terziario. L’occupazione aumenta prevalentemente tra le fasce più adulte della
popolazione specialmente tra gli over 55 in crescita di oltre 11mila unità,
mentre diminuisce nella fascia 25-44 anni . Nel 2012 il complessivo numero di
occupati nelle Marche registra, in controtendenza al dato nazionale, un
marginale incremento (+0,3%) ma sembra deteriorarsi sempre più l’aspetto
qualitativo. Nel 2012 aumenta infatti unicamente l’occupazione part time (+19,8%)
con progressi segnati da entrambe le componenti di genere, mentre il full time
diminuisce del 3,3%. Torna a crescere il lavoro dipendente (+2,0%) mentre è in
considerevole riduzione quello autonomo (-4,5%). L’aumento dell’occupazione
dipendente è dovuto, tuttavia, quasi esclusivamente alla componente femminile,
prevalentemente all’occupazione temporanea piuttosto che permanente ed
esclusivamente all’utilizzo del lavoro part time. Preoccupa poi il fenomeno
della disoccupazione poiché il numero di persone in cerca di lavoro cresce del
39,7% salendo a poco meno di 65mila unità, valore mai raggiunto in precedenza.
Per i giovani della classe 15-24, è pari, nella nostra regione, al 28,6%. Il
fenomeno della disoccupazione mostra una crescente diffusione sull’intero
territorio regionale. Il numero di persone in cerca di lavoro cresce
sensibilmente in tutte le province delle Marche, ma risulta particolarmente
accentuato in quella di Macerata, che registra un incremento del 57,0%.
Considerevole anche la variazione osservata a Pesaro e Urbino (+53,7%) e Ancona
(+40,0%) mentre le dinamiche appaiono leggermente più contenute ad Ascoli
Piceno (19,8%) e Fermo (+25,0%). Nel manifatturiero si segnalano le diminuzioni
del legno mobile (-26,0%), della meccanica (-23,8%) e del tessile abbigliamento
(-21,9%). Per i tipi di contratto si osserva una contrazione degli ingressi
nell’occupazione per tutto il lavoro dipendente: apprendistato -19,1%,
somministrazione -9,2%, tempo indeterminato -3,6% e tempo determinato -0,6%. Per
gli altri contratti si riscontra un calo dell’intermittente e del
parasubordinato con flessioni del 10%, mentre cresce il lavoro domestico
(+6,7%). Tutte le province presentano saldi negativi fra assunzioni e
cessazioni, in particolare Ancona (-4.374), Pesaro e Urbino (-2.459) e Macerata
(-1.678). I maschi evidenziano un saldo più negativo (-6.183) rispetto alle
femmine (-2.728). A livello contrattuale, nel lavoro dipendente, il saldo
assunzioni-cessazioni per il contratto a tempo determinato è di -6.749, per
l’apprendistato -1.699, per la somministrazione -895; per le altre tipologie
contrattuali spicca il saldo negativo dell’intermittente (-5.373) dovuto alle
recenti riforme legislative in materia. Circa 25mila delle quasi 38mila
posizioni lavorative complessivamente perse negli ultimi quattro anni sono
dovute a giovani fra 15 e 34 anni, la maggioranza delle quali nell’industria
(14mila circa). “Accanto alle politiche per l’innalzamento della qualità del
lavoro – ha concluso Luchetti – c’è un forte impegno della Regione sulla
gestione delle emergenze e delle crisi aziendali. Sono state destinate ingenti
risorse del Fondo Sociale Europeo agli ammortizzatori sociali in deroga e sono
stati messi in campo vari strumenti per aiutare le famiglie e i lavoratori che
perdono il loro posto di lavoro e favorirne il reingresso. L’integrazione delle
politiche delle attività produttive con le politiche del lavoro, inoltre, è
un’altra strategia efficace che si avvale anche della grande quantità di dati
incrociati ed elaborati nel Rapporto Annuale dell’Osservatorio del Mercato,uno
strumento indispensabile per orientare le scelte”.
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