Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 09 Luglio 2013
 
   
  CONVEGNO UNCEM MONTAGNA 2013. GLI INTERVENTI DEGLI ASSESSORI MOLINARI E VIGNALE FAVORIRE NUOVE FORME DI ASSOCIAZIONISMO TRA COMUNI E INVESTIRE NELLE RISORSE EUROPEE

 
   
  Torino, 9 luglio 2013 - Gli assessori regionali agli Enti locali, Riccardo Molinari e all’Economia montana, Gian Luca Vignale sono intervenuti al convegno organizzato da Uncem Piemonte, che si è tenuto il 4 luglio a Torino, al Centro incontri della Regione Piemonte, sullo sviluppo sociale ed economico delle Terre Alte. “La riforma degli enti locali da parte del parlamento e del governo sta avvenendo in modo confusionario ed è necessario fare chiarezza. – ha sottolineato l’assessore regionale agli Enti locali, Riccardo Molinari - I vari Governi che si sono succeduti non hanno individuato obiettivi precisi e non sono state date risposte concrete al territorio su come continuare ad erogare servizi alla popolazione. Pertanto la Regione Piemonte ha dovuto rispondere al Decreto legge 95/2012 sull’associazionismo obbligatorio dei piccoli Comuni, dotandosi della legge regionale 11/2012 come strumento normativo che cercasse di rendere più indolore possibile questo percorso e di adattare i principi della legge statale alle esigenze specifiche del territorio piemontese, caratterizzato dalla moltitudine di piccoli Comuni e da un’ampia superficie montana. La legge regionale – ha ricordato Molinari - lascia la libertà ai Comuni di scegliere quale strumento associativo utilizzare nello svolgere le nove funzioni fondamentali, senza un’imposizione del modello da parte del Governo regionale, nel rispetto dell’autonomia dei sindaci nel decidere quale sia il modo più efficiente ed economico per erogare i servizi ai propri cittadini Discorso diverso va fatto per le funzioni specifiche dei territori montani, quali la programmazione europea o lo sviluppo e promozione della montagna, che un singolo Comune non potrebbe svolgere singolarmente e che quindi dovranno essere esercitate dalle varie forme associative comunali nate sul territorio in ambiti di area vasta da individuare nella legge regionale di riordino delle funzioni delle attuali comunità montane. Il punto centrale resta comunque che per dare un futuro ed uno sviluppo alla montagna e al territorio piemontese occorrerebbe applicare i principi di autonomia fiscale e sussidiarietà amministrativa previsti dal Titolo V della Costituzione, mentre dallo Stato gli enti locali e le Regioni continuano ad avere solo vincoli ed invasioni di campo rispetto alle rispettive competenze amministrative, finanziarie e legislative”. “La Regione conta ben 553 comuni montani e 229 collinari. – ha spiegato Gian Luca Vignale, assessore all’economia montana della Regione Piemonte, nel suo intervento - Queste realtà locali, spesso con un esiguo numero di abitanti, rappresentano un baluardo imprenditoriale, culturale, sociale, economico e turistico di grande importanza. Infatti in questi anni, proprio i comuni classificati come ‘marginali’ hanno dimostrato di avere capacità e possibilità di crescita e sviluppo economico maggiori di altre aree”. “Per aumentare e valorizzare le loro potenzialità – ha proseguito Vignale - e la loro vitalità economica, la Regione Piemonte deve proseguire la politica di sostegno e promozione, anche di carattere normativo, già attuata in questi anni, puntando su una programmazione europea che riesca ad individuare assi strategici regionali, quali ad esempio la produzione di energie rinnovabili, soprattutto provenienti dalle biomasse legnose o da piccoli o piccolissimi impianti idrici, in grado di garantire una forte ricaduta sul territorio”. “Grazie infatti alle risorse europee – ha concluso Vignale - sono stati investiti negli ultimi cinque anni oltre 170 milioni di euro che hanno determinato ricadute economiche sul territorio per almeno 300 milioni di euro. Queste risorse, se distribuite all’interno di una strategia regionale, potrebbero generare maggiori ricadute economiche e massimizzare i benefici. Per questo motivo sarà compito della Regione, insieme alle autonomie locali e ai Gal, nella programmazione del prossimo quinquennio attuare una progettazione integrata in grado di mettere a sistema le molte risorse destinate al sistema montagna regionale ”.  
   
 

<<BACK