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Notiziario Marketpress di Venerdì 19 Luglio 2013
 
   
  OROBIE: CONCLUSO IL VIAGGIO

 
   
  Gli undici protagonisti dell´iniziativa - organizzata dal mensile Orobie in collaborazione con il Cai di Bergamo nell´anno del 150mo del sodalizio a livello nazionale e del 140mo della locale sezione - hanno completato domenica 14 luglio l´ultima tappa, scendendo a Fiumenero in Valle Seriana dal rifugio Baroni al Brunone, dopo aver toccato il rifugio Alpe Corte, il Laghi Gemelli e il Fratelli Calvi. In mattinata alle ore 7.30, proprio per celebrare la duplice ricorrenza del Cai, alcuni "viaggiatori" erano saliti in cordata sul Redorta che con i suoi 3.038 metri rappresenta la seconda cima delle Alpi bergamasche in concomitanza con l´ascensione di altre cinque vette orobiche, con la partecipazione delle Sezioni e Sottosezioni bergamasche Cai: pizzo Coca 3025m, monte Gleno 2882m, Corno Stella 2621m, pizzo del Diavolo di Tenda 2916m e la Presolana 2521m ´regina delle Orobie´. "La concomitanza di questo evento celebrativo con l´iniziativa promossa lungo il Sentiero delle Orobie - ha commentato il presidente dell´Unione bergamasca Cai Paolo Valoti che dopo aver guidato la "spedizione" ha salito il Redorta - è davvero felice. Dai 3.038 metri della seconda montagna bergamasca ho ripensato a questi giorni speciali lungo il Sentiero delle Orobie di cui il Cai è stato il principale promotore ormai sessant´anni fa. Una bella esperienza che mi rende ancora più grato per lo straordinario lavoro di volontariato affrontato dai soci in tutti questi decenni al fine di valorizzare e promuovere un grande e unico patrimonio naturalistico, di rifugi e cultura di montagna". A lui - ma anche a Orobie naturalmente – sono grati invece tutti gli altri compagni del viaggio oltre al suonatore di corno Martin Mayes, l´alpinista Mario Curnis, il giovane collega Paolo Grisa, lo scrittore Ruggero Meles, l´artista Silvio Combi, lo chef Michele Sana, la regista Paola Nessi, l´alpinista Marta Cassin, nipote del grande Riccardo e il fotografo Matteo Zanga. Tutto infatti, grazie anche e soprattutto al suo coordinamento, è filato liscio e la "gita" - che prevedeva interventi e occasioni di dibattito lungo il percorso e in particolare nei rifugi - si è rivelata una bella avventura anche sul piano umano e delle amicizie, e dell´accoglienza di qualità dei Rifugisti tenaci sentinelle e ambasciatori della montagna: "Spero e credo - ha commentato Mario Curnis - che questa iniziativa possa contribuire a promuovere la frequentazione della montagna in tutte le sue declinazioni e, in particolare, tra le nuove generazioni; per questo mi auguro che venga riproposta così com´è nelle intenzioni di quanti l´hanno organizzata"  
   
 

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