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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Marzo 2007
 
   
  RESPONSABILITÀ SOCIALE DELL’IMPRESA: TOP MANAGER ALL’ITALIANA TRA EGOISMO E FILANTROPIA

 
   
  I top manager in Italia vedono nella Responsabilità Sociale d’Impresa (Csr) sia un vantaggio competitivo sia un modo per contribuire positivamente alla comunità. Sono in controtendenza con la maggior parte dei loro colleghi in Europa, per cui il principale motore della Csr è l’immagine aziendale. Ai leader politici chiedono più attenzione per l’ambiente, puntano sulle fonti rinnovabili per il futuro energetico dell’Europa e riducono i consumi energetici in casa propria. Questi sono solo alcuni dei risultati che emergono dalla Xviª edizione dell’Ups Europe Business Monitor, in cui 1. 450 top manager di sette Paesi europei sono stati chiamati ad esprimere le proprie opinioni su diversi temi che influenzano il business in Europa. In Europa, un dirigente su due dichiara che uno dei principali motori della responsabilità sociale d’impresa nella sua azienda è migliorare la reputazione del marchio e l’immagine aziendale. Rendere l’azienda attraente per gli attuali e potenziali dipendenti è considerato, invece, il secondo motore della Csr ed è menzionato dal 43% degli intervistati. Rispetto alla media europea, i manager in Italia sono in controtendenza: migliorare l’immagine aziendale figura al quarto posto e solo il 29% vede nella Csr un mezzo per attirare e mantenere personale qualificato. Per i dirigenti del Bel Paese la Csr serve soprattutto a guadagnare un vantaggio competitivo – motivo indicato dal 48% del campione – ma sono quasi altrettanto numerosi – il 46% – coloro che dichiarano di essere mossi dal desiderio di contribuire in modo positivo alla comunità. I manager in Francia e nei Paesi Bassi sembrano, invece, i meno motivati dallo spirito filantropico (dichiarato rispettivamente dal 25% e 20% degli intervistati) e sembra che intraprendano azioni di Csr principalmente perché obbligati a conformarsi alle norme e alle leggi di settore. Nei Paesi Bassi, poi, il 14% dei manager dichiara che la propria azienda non svolge alcuna attività di Csr, che è la percentuale più alta registrata nei Paesi esaminati. Dall’ups Europe Business Monitor emerge, inoltre, una grande sensibilità da parte dei dirigenti d’azienda europei per i temi ambientali: interrogati su quali dovrebbero essere le priorità dei leader politici, il 45% chiede ai capi di stato di dare la precedenza alla tutela dell’ambiente prima ancora che al sostegno alla crescita economica, all’approvvigionamento di risorse energetiche per il futuro e ad altre tematiche globali. Il 59% sceglie, poi, fonti non inquinanti quali l’eolico, il solare e l’idrogeno come le energie su cui dovrebbe puntare l’Europa per il proprio futuro. Alta anche la percentuale di dirigenti che dichiara di aver cambiato alcune abitudini personali e molti sostengono di averlo fatto per amore dell’ecosistema, piuttosto che per risparmiare. In questo senso si sono distinti positivamente i manager in Italia, che, guidati dal desiderio di diminuire l’impatto dell’inquinamento sull’ambiente, hanno acquistato una macchina che consuma di meno (38%), ridotto il consumo energetico in casa (35%), deciso di usare più frequentemente i mezzi pubblici (28%) e meno la macchina privata (27%) e si sonno fatti promotori dell’impiego domestico di energie alternative (22%). .  
   
 

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