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Notiziario Marketpress di
Martedì 10 Settembre 2013 |
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SICUREZZA STRADALE: È OTTO VOLTE PIÙ PERICOLOSO ANDARE IN BICI O PIEDI CHE IN MACCHINA. NEGLI ULTIMI DECENNI MENO INCIDENTI IN ITALIA E NELL´UE MA PER PEDONI E CICLISTI LA VITA IN STRADA É DURA E PERICOLOSA
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Lecce, 10 settembre 2013 - Strade più sicure ma non per tutte le
categorie di utenti della strada. A confermarlo é l´interessante Rapporto sulla
sicurezza stradale di Allianz, che Giovanni D´agata, presidente e fondatore
dello “Sportello dei Diritti", ritiene utile commentare e portare
all´attenzione nell´attività di costante impegno a tutela di chi percorre le
strade ed in particolare le categorie più esposte.
Secondo i dati che emergono dalle conclusioni
contenute, negli ultimi decenni la circolazione in Italia e negli Stati dell´Ue
è diventata più sicura: una parabola ascendente in termini di sicurezza che
però non riguarda tutti gli utenti della strada. Perché nel Nostro Paese, come
in Europa e nel resto del globo la maggior parte delle vittime della strada
sono pedoni e ciclisti, con una percentuale superiore al 27% nel Vecchio
Continente. L´uso di dispositivi di protezione per i ciclisti, in particolare
il casco per chi circola in bicicletta può essere un rimedio efficace per
diminuire le vittime della strada come andiamo ripetendo noi dello Sportello
dei Diritti da anni.
Per giungere a tali dati e conclusioni l´ultimo
Rapporto sulla sicurezza stradale del Centro Tecnologico Allianz (Allianz
Zentrum für Technik, Azt) ha preso in considerazione dettagliatamente la
categoria degli utenti non motorizzati e non protetti. E dalle statistiche é
emerso che pedoni e ciclisti costituiscono un terzo delle vittime di incidenti
con conseguenze mortali. Il rischio più sottovalutato secondo lo studio sarebbe
quello degli incidenti ciclistici senza il coinvolgimento di terzi, per lo più
cadute.
Incroci e piste ciclabili costituiscono i maggiori
pericoli per i velocipedisti. L´errore più frequente di questi è l´uso
improprio delle strade, come la circolazione contromano nelle vie a senso unico
o sulle piste ciclabili. La gravità degli incidenti è maggiore soprattutto al
di fuori dei centri abitati. Peraltro, le lesioni al capo di un ciclista in
seguito a una collisione con un´auto sono dovute molto più spesso all´impatto
col suolo che all´urto con il veicolo.
Inoltre, quasi il 40% dei sinistri che vedono
coinvolti ciclisti nell´Area Ue, si verifica in prossimità di un incrocio o nel
punto di immissione di una strada. Seguono per pericolosità le piste ciclabili,
solo apparentemente più sicure.
Mentre si diffonde sempre più la tendenza a far utilizzare
la bicicletta anche ai bambini che in alcune parti d´Europa costituisce la
normalità, dal punto di vista della sicurezza, spiega il rapporto, questo mezzo
di locomozione è quello meno indicato per andare a scuola. Perché? Sono le
statistiche a dircelo: per i più piccoli usare la bici per recarsi nel proprio
plesso scolastico è dalle cinque alle sette volte più pericoloso che andare in
scuolabus o a piedi.
Negli incidenti ciclistici gravi e mortali, le parti
del corpo più spesso colpite sono la testa e il viso. Nei Paesi Bassi, ad
esempio, si è constatato che un terzo dei ciclisti gravemente feriti ha
riportato lesioni alla testa e al cervello: una percentuale che, per gli
incidenti contro un veicolo a motore, aumenta sino ad arrivare al 47%. Il rischio
di lesione alla testa raddoppia per i giovani dai 6 ai 16 anni e può anche
decuplicare per gli anziani. Ecco perché l´uso del casco anche in bici può
veramente salvare la vita o ridurre drasticamente il pericolo di gravi lesioni
perché per chi non lo indossa la probabilità di riportare una lesione al
cervello è doppia rispetto a coloro che lo portano.
Anche il tema della sicurezza dei pedoni costituisce
una dolente nota del Rapporto perché nonostante i miglioramenti degli ultimi
decenni, anche i pedoni sono ancora più a rischio rispetto a coloro che
circolano in auto. I pericoli principali, in tal senso, non si corrono di notte
sulle strade fuori città, ma nelle vie cittadine meta dello shopping
tardopomeridiano. In Ue il 90% degli incidenti che vedono coinvolti pedoni e
veicoli avviene nei centri abitati e le persone maggiormente a rischio sono gli
ultra sessantacinquenni. E lo studio della multinazionale delle assicurazioni
sfata peraltro la credenza secondo cui gli incidenti subiti da chi si sposta a
piedi solo raramente sono dovuti a colpa dei pedoni: infatti, nella gran parte
dei casi la responsabilità è da attribuire ai conducenti dei veicoli a motore.
Sul punto il Rapporto sulla sicurezza stradale che
prende in considerazione anche i comportamenti irregolari degli utenti non
protetti (in particolare lo stato di ebbrezza, l´uso del telefono, il mancato
rispetto delle precedenze o la guida in contromano in bicicletta), arriva alla
conclusione che in proporzione pedoni e ciclisti sono responsabili degli incidenti
in misura minore rispetto agli utenti motorizzati e contano un numero maggiore
di vittime.
Un ultimo aspetto di rilevante importanza é se rendere
l´uso del casco per i ciclisti obbligatori o meno. I crash test di Allianz in
tal senso sono evidenti: l´obbligo del casco è una questione che va ridiscussa.
Anche se il Centro Tecnologico Allianz si dichiara propenso a un uso
facoltativo del casco, tuttavia in virtù
dei risultati dei test di sicurezza condotti, richiama l´attenzione
sulla necessità di discutere nuovamente l´obbligo del casco valutandone
l´introduzione come ultima ratio, poiché l´uso del casco costituisce
indiscutibilmente un elemento di sicurezza.
Dal 1990 al 2010, il numero di pedoni e ciclisti che
hanno perso la vita in un incidente stradale è aumentato a livello mondiale di
oltre il 60% (Who Global Burden of Disease Project). Rispetto ai chilometri
percorsi, il rischio di perdere la vita in un incidente stradale è, per un
ciclista, otto volte superiore rispetto a quello di un automobilista e nove
volte per un pedone.
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