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Notiziario Marketpress di
Martedì 03 Settembre 2013 |
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AUTUNNO DIFFICILE PER GLI IMPRENDITORI MARCHIGIANI
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Ancona, 10 settembre 2013 - La ripresa? Per il sistema produttivo
marchigiano ancora non c’è, anche se ci si aspetta una prima inversione di
tendenza per l’inizio del prossimo anno. E’ quanto emerge dalla “Giuria della
Congiuntura”, l’indagine trimestrale realizzata dal Centro Studi Unioncamere
Marche. Il 27 per cento degli
imprenditori marchigiani intervistati dall’Unioncamere si aspetta per la fine
di settembre un ulteriore calo della produzione, mentre il 29 per cento prevede
che diminuiranno anche fatturato e ordinativi. Gli ottimisti, ossia coloro che
si aspettano per la loro azienda un pur lieve aumento di produzione, fatturato
e ordinativi non superano il 12 per cento
mentre per il 60 per cento non cambierà nulla. “La prudenza e la cautela
dei nostri imprenditori - commenta il presidente Unioncamere Marche Adriano
Federici - sono dovuti soprattutto alla debolezza della domanda interna, mentre
tra le imprese esportatrici solo il 12 per cento teme di veder diminuire gli
ordinativi esteri e 18 imprese su 100 prevedono un aumento dell’export. Quello
che il sistema produttivo si aspetta dalle istituzioni nei prossimi mesi sono
provvedimenti capaci di rilanciare i consumi, riducendo il prelievo fiscale su
imprese e lavoratori”.
Intanto l’andamento della produzione industriale ha
fatto registrare l’ottavo trimestre consecutivo di recessione. Da giugno 2011
il sistema produttivo marchigiano non cresce più. Da due anni sono in calo
anche fatturato e ordinativi. Nel secondo trimestre 2013, secondo la “Giuria
della Congiuntura”, la produzione industriale ha perso il 3 per cento rispetto
allo stesso periodo dell’anno precedente mentre il fatturato è sceso del 3,9
per cento e gli ordinativi del 3,7 per cento. Si ferma anche al corsa del
fatturato generato dagli scambi con l’estero, rimasto sostanzialmente invariato
(+0,1) mentre nei trimestri precedenti aveva sempre mostrato segnali di
crescita. Ad andar bene sui mercati esteri rimangono l’abbigliamento (fatturato
+4,4 per cento ) e la meccanica (+2,6) mentre gli altri settori perdono quote
di mercato.
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