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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Marzo 2007
 
   
  A RISCHIO L’AUTONOMIA DELLA PROFESSIONE MEDICA CON LE NUOVE NORME CONTENUTE NELLA FINANZIARIA 2007

 
   
  Bologna, 12 marzo 2007 - Un vero e proprio appello ai medici specialisti perché riflettano e facciano sentire la propria voce sulle implicazioni della Finanziaria 2007. E’ il contenuto di una lettera aperta indirizzata agli esperti riuniti oggi a Bologna in occasione del congresso regionale del Gise, la Società Italiana di Cardiologia Invasiva. Spiega il prof. Alessandro Capucci, firmatario dell’appello e primario della Divisione di Cardiologia, Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza: “In questi ultimi mesi si è dibattuto a lungo della nuova Finanziaria, ma nulla si è detto circa il disastroso impatto che alcune norme avranno sulla professione medica e soprattutto sulla salute dei pazienti. L’opinione pubblica, primi tra tutti i pazienti e gli stessi medici, non sono ben informati su quello che accadrà con l’attuazione delle norme introdotte con la Finanziaria 2007. ” Il voler imporre una logica amministrativa del prezzo più basso, per l’acquisto dei dispositivi medici e delle strumentazioni diagnostiche, non tiene conto delle reali necessità dei pazienti e delle indicazioni cliniche diagnosticate dal medico specialista. Sono tanti i modelli avanzati di pacemaker e defibrillatori che possono curare anche i sintomi dello scompenso cardiaco ma solo alcuni, ad esempio, hanno la capacità di avvertire per tempo il paziente ed il medico in caso una complicanza sia in agguato, in modo da modificare la terapia ed evitare la fastidiosa ed inutile ospedalizzazione. Continua Capucci: “È indispensabile che noi medici facciamo udire la nostra voce su questo aspetto fondamentale. Le nuove norme ci espongono infatti ad un duplice rischio. In primo luogo, si mette in discussione il diritto del paziente all’appropriatezza delle cure. Il criterio del prezzo più basso infatti non tiene in minimo conto la qualità, l’innovazione, l’esistenza di servizi che accompagnano l’uso degli strumenti salvavita e che contribuiscono alla loro efficienza ed efficacia. Inoltre, imponendo l’acquisto standardizzato, si nega la possibilità di una personalizzazione della terapia a seconda delle specifiche necessità del paziente. ” Non solo: si prospetta un vero e proprio svilimento della figura professionale. “Se il medico non ha la possibilità di individuare di volta in volta quale terapia e quali dispositivi salvavita utilizzare per i diversi pazienti” spiega Capucci ”diventa un mero esecutore di decisioni di tipo amministrativo, che per loro natura non tengono conto dell’essenza stessa della professione medica: agire nel modo migliore per la salute del paziente, utilizzando tutti gli strumenti che la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica ci offrono”. Termina Capucci: “Non capiamo il senso di questa manovra che rende sistematico il risparmio a tutti i costi a scapito della salute dei pazienti. Sappiamo infatti che la quota di spesa relativa a questi dispositivi e strumenti è pari al 5% della spesa complessiva del Ssn. Il risparmio calcolato con questa manovra è pari allo 0,05% della spesa totale. Questi numeri indicano che lo spazio di manovra è veramente ridotto e mai giustifica un tale danno alla salute dei pazienti. ” Ecco quindi la ragione di questo appello alla riflessione e alla discussione: solo esprimendosi con forza su questo aspetto i medici potranno intervenire nel dibattito ancora aperto, cercando per quanto possibile di far sì che l’opinione dei professionisti della salute sia tenuta in debita considerazione nella stesura dei decreti attuativi della finanziaria. Per visionare il testo completo della lettera aperta, visitare il sito di Progetto Vita www. Ilcuoredipacenza. Org .  
   
 

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