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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Marzo 2007
 
   
  CHAGALL DELLE MERAVIGLIE ROMA, COMPLESSO DEL VITTORIANO

 
   
  Roma, 12 marzo 2007 - "Sfortunatamente il pubblico è lento ad accettare in pittura la stessa libertà che pure viene accettata, ad esempio, nel linguaggio tradizionale della poesia. Dovrà passare del tempo prima che l´opera di Chagall possa essere rivisitata con la piena maturità e profondità di giudizio di cui necessita. Molta della pittura che oggi viene esaltata sarà dimenticata quando le forme e i colori di Chagall daranno ancora gioia all´umanità. Allora si scoprirà che Chagall ha dato uno dei maggiori contributi alla realizzazione della libertà nell´arte. " Lionello Venturi, 1945 "Chagall delle meraviglie": dal 9 marzo al 1 luglio 2007 al Complesso del Vittoriano circa 180 opere tra dipinti, gouaches, disegni, sculture e incisioni ripercorrono l´intero itinerario della vita e dell´opera del grande maestro russo attraverso l´intrecciarsi di quei riferimenti ed influssi che fanno di Chagall uno dei pittori più indipendenti e innovatori del ´900. La Mostra, che nasce sotto l´Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si avvale del patrocinio del Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero per gli Affari Esteri, Comunità Ebraica di Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano ed è promossa dal Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali, Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche, Assessorato alla Comunicazione - unitamente alla Regione Lazio - Presidenza, Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport. Capolavori provenienti da importanti musei pubblici e prestigiose collezioni private di tutto il mondo, documentano il percorso umano ed artistico del pittore leggendone l´opera attraverso una serie di chiavi di interpretazione che evidenziano come l´opera di Chagall sia densa di richiami alla cultura e alla tradizione. La sua apparente ´lievità´, ben lungi dall´essere una scelta ´ingenua´ è, in realtà, il risultato di una complessa e articolata stratificazione di esperienze e di scelte ideologiche e culturali che determinano un intrecciarsi reciproco di influssi a partire dalle avanguardie ´storiche´ fino alle correnti dell´arte contemporanea. L´esposizione "Chagall delle meraviglie", a cura di Meret Meyer e Claudia Beltramo Ceppi Zevi, si avvale di un prestigioso Comitato Scientifico composto da Alan Crump, Ordinario di Storia dell´Arte Moderna all´University of Witwatersrand di Johannesburg, Jean-claude Marcadé, Direttore di Ricerca Emerito del Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi, Marcello Massenzio, Docente di Storia delle Religioni, Università degli Studi di Roma, Eugenia Petrova, Vice-direttore del Museo Russo di San Pietroburgo, Ekaterina Selezneva, Curatore della Tretjakov Gallery di Mosca, Claudio Strinati, Soprintendente per il Polo Museale Romano. La rassegna è coordinata da Alessandro Nicosia e realizzata da Comunicare Organizzando. La vita Ebreo di nascita, Marc Chagall nasce a Vitebsk il 7 luglio 1887. Dal 1906 studia a San Pietroburgo e nel 1909, tornato nella città lituana, incontra Bella Rosenfeld, sua futura moglie. Nel 1910 Vinaver, redattore della rivista Voshod, gli offre la possibilità di andare a Parigi per quattro anni dove espone per la prima volta al Salon des Independants. Qui viene in contatto con le nuove correnti artistiche e, in particolar modo, con il Fauvismo, il Cubismo e l´Orfismo di Delaunay. E´ del 1914 la sua prima personale a Berlino. Tornato a Vitebsk, nel 1915 sposa Bella. A causa della guerra rimane in Russia fino al 1922 e, nominato Commissario delle Belle arti nella città natale, nel 1920 lascia l´incarico. La libera didattica di Chagall si scontra con il Suprematismo di Malevi? che subentra all´artista con la sua metodologia severa. Si reca a Mosca e inizia a lavorare alla decorazione per il teatro ebraico statale. Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi. Accanto all´attività di scenografo teatrale prosegue quella di illustratore d´opere a stampa (Gogol, La Fontaine, Boccaccio, ecc. ); gli anni venti e trenta si contraddistinguono per un´intensa produzione grafica. Nel 1930 va per la prima volta in Palestina e l´anno successivo esce Ma vie, autobiografia in yddish, tradotta dalla moglie in francese. Nel 1933 viaggia in Italia, Olanda, Inghilterra e Spagna. A Mannheim i nazisti danno alle fiamme le sue opere. Nel 1941 Chagall si rifugia a New York. Muore Bella nel 1944 e l´artista, disperato, resta lontano dal lavoro per circa dieci mesi. L´anno successivo cura l´allestimento delle scene e dei costumi per L´uccello di fuoco mentre nel 1946 il Museum of Modern Art di New York gli dedica una grande retrospettiva. Nel 1947 fa ritorno a Parigi e nel 1949 si stabilisce a Vence dove realizza le sue prime ceramiche. Conosce Valentina (Vava) Brodskij nel 1951 e la sposa a luglio. Nei primi anni ´60 lavora per le vetrate della cattedrale di Metz e della sinagoga del Medical Center Haddash di Gerusalemme. Sono del 1964 le pitture del soffitto dell´Opéra di Parigi e le vetrate nella sede delle Nazioni Unite. Il giorno del suo compleanno, nel 1973, viene inaugurato il Musée National Message Biblique Marc Chagall di Nizza e l´anno successivo Chicago gli tributa un´accoglienza eccezionale per l´inaugurazione del mosaico Le quattro stagioni. Insignito della Gran Croce della Legion d´Onore in Francia, della cittadinanza onoraria di Gerusalemme, coperto di onori grazie a varie retrospettive, il 28 marzo 1985 si spegne nella sua casa di Saint-paul-de-vence. La mostra "Chagall delle meraviglie": il suggestivo titolo dell´esposizione trae spunto dal nome dato, in un famosissimo saggio, da Louis Argon, l´intransigente teorico del Dadaismo e del Surrealismo che, per descrivere la lieve e meravigliosa poetica chagalliana non trova altro termine di paragone che la felice atmosfera del "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare. L´intendimento di questa importante retrospettiva che la città di Roma dedica a Chagall, è quella di rivisitare la sua intera opera ricca di rimandi, influssi e anticipazioni rispetto all´arte futura, proprio perché Roma, luogo in cui per duemila anni culture diverse si sono susseguite e sovrapposte, è forse la città più adatta a cogliere e a ritrovare nell´opera di Chagall quell´intrecciarsi di origini diverse, quella contaminazione tra differenti radici storiche e culturali, quel mescolarsi tra religione ebraica e cristiana che caratterizza il cammino di arte e di vita del grande maestro. Importanti musei di tutto il mondo partecipano alla mostra con il prestito di una serie di opere di grande impatto; tra gli altri, spiccano per qualità e spessore il nucleo di opere provenienti dalla Russia, in particolare dalla Galleria Tretiakov di Mosca e dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, e quello proveniente dalla Francia, con la partecipazione del Musée National d´Art et Culture Georges Pompidou di Parigi e del Musée National Message Biblique Marc Chagall di Nizza. La prima sezione della mostra illustra l´influsso che la tradizione figurativa delle icone, tipica della cultura ortodossa, ha su tutto il mondo figurativo di Chagall. Il mondo ebraico e l´arte tradizionale russa costituiscono uno dei nuclei originari della poetica dell´artista. Nelle opere del periodo russo ritroviamo la rappresentazione di quelle masse umane che popolano i funerali e le processioni di Repin e la grande scuola del Realismo russo; il ricordo dell´artigianato russo traspare, inoltre, in quel colorato senso della decorazione all´origine dei suoi famosi mazzi di fiori. Sorgente meno nota dell´ispirazione di Chagall è, invece, il mondo di vignette popolari russe denominate Lubok, ampiamente diffuse fra i ceti popolari durante tutto l´Ottocento, in cui viene rappresentato in modo realistico, ma paradossale, un mondo fatto di animali parlanti, di personaggi che volano, di galli cavalcati da fieri cavalieri. Lo stesso mondo che anima, come un circo fatato, le opere di Chagall. "Vitebsk era la terra che aveva nutrito le radici della mia arte, ma la mia arte aveva bisogno di Parigi così come un albero dell´acqua. Non avevo nessun altro motivo per abbandonare la mia patria ed io credo di esserle rimasto sempre fedele nella mia pittura". Nel 1910, giunto a Parigi, Chagall si stabilisce inizialmente a Montmartre, conosce l´arte di Gauguin e Van Gogh, rimane fortemente impressionato dai lavori di Matisse, scopre gli antichi maestri e nel 1911-12 conosce Soutine, ebreo orientale come lui. Giunge a contatto con il Cubismo attraverso Robert Delaunay. Entrambi non condividono lo sguardo analitico per le cose proprio dei cubisti: per i due artisti con il linguaggio cubista si poteva esprimere la magia del mondo, la vita segreta delle cose trasponendo in reticoli geometrici quanto immaginato. Chagall difende un´altra concezione dell´arte: quella dell´assoluta libertà creativa e del gioco disinvolto dell´immaginazione. "La tendenza di carattere scientifico non è felice per l´arte… L´arte mi sembra essere soprattutto uno stato d´animo. " E così le opere di Chagall si popolano di visioni fantasmagoriche, voli nell´aria di corpi ed oggetti - una donna, un toro, una mucca, due innamorati, un gallo - che risentono del mondo fantastico dell´infanzia, del mondo incantato e colorato delle favole russe e del volo circolare sperimentato da Delaunay. Basti osservare gli oli su tela Sopra la città (1914-1918), Amanti in rosa (1916) e Amanti in blu (1914). Importante anche il rapporto con altre correnti d´avanguardia a lui contemporanee, il Surrealismo, il Primitivismo, il Costuttivismo, l´Espressionismo in Germania. Tra il 1914 e il 1923 è nuovamente in Russia. Innamoratissimo, sposa Bella e, nove mesi dopo, ha una figlia. "Bastava che aprissi la finestra della stanza e subito entravano d´impeto, insieme a lei, l´azzurro, l´amore e i fiori". Sono anni sereni turbati solo dal vento impetuoso della Rivoluzione d´Ottobre. Nel ´20 lascia Vitebsk per stabilirsi a Mosca in condizioni di estrema povertà ma, tornato in Francia nel 1923, vede realizzarsi le sue speranze. La serena naturalezza dei quadri di quegli anni è un riflesso della mancanza di preoccupazioni esistenziali. Un´atmosfera magica intride le sue opere, i quadri si popolano di scene naturali, di fiori, di paesaggi tipicamente mediterranei, resi grazie al potere espressivo del colore, di una materia pittorica brillante. I colori si fanno lucidi e teneri, le pennellate liquide e sottili, lo sfumato morbido e arioso. Si mette a lavorare a complessi cicli grafici. Splendida la serie delle acqueforti raffiguranti le Anime morte di Gogol mentre agli anni berlinesi risale la sua Autobiografia riproposta eccezionalmente in mostra. Nel 1933- 1941 lo stato d´animo si incupisce. A causa della drammatica ascesa del nazismo, si rafforza in questi anni il legame dell´artista con le sue origini giudaiche. Il mondo ebraico di Chagall, impersonato nella figura mitica dell´ebreo errante, viene ampiamente descritto in mostra attraverso una serie importante di dipinti, oltre che da una raccolta di poesie dell´artista. Emblematico l´olio su cartone raffigurante L´ebreo rosso del 1915. Sbarca in America il 23 giugno del 1941, lo stesso giorno in cui i tedeschi invadono il suo paese natale. Chagall rimane anche in questi anni il cronista delle meraviglie; nelle sue opere domina una fiabesca fantasmagoria dove nelle pance delle cavalle si vedono embrioni, i violinisti suonano sui tetti, le isbe russe sono dipinte all´inverso, le mucche volano nell´aria, gli innamorati si abbracciano tra le nuvole; il tutto sempre con una logica. "E´ libero soltanto quel cuore cha ha una sua logica e una sua ragione". Anche la figura del violinista che tante volte ricorre in Chagall è un eroe lirico collegato alla sua vagheggiata infanzia: ispirato da un zio di nome Nuche che suonava il violino durante le feste familiari, assurge a simbolo del mondo artistico. Si veda, ad esempio, Liberazione (1937-1952) e Il carnevale notturno, olio su tela del 1963. Finita la guerra, la pittura di Chagall si libera dalla notturna oppressione del momento precedente e torna a colorarsi di fantastiche creature alate, giocolieri, acrobati. Tornato in Francia, la sua opera è sempre un volo acrobatico tra sogno e realtà. Ma nell´opera tarda, alla tradizione giudaico-ortodossa e al folclore russo si aggiungono motivi della mitologia greca e cristiana. "Io sono un mistico. Io non vado in chiesa o in sinagoga. Per me lavorare è pregare. " Il suo Museo del Messaggio Biblico è fondato come un tempio d´amore. "L´amore per tutto il mondo è la cosa più importante, come pure la libertà. Quando perdi la libertà perdi l´amore". Una ricca sezione della mostra, dedicata alla raffigurazione dei motivi religiosi, fa scoprire uno Chagall che passa senza evidenti distinzioni, dalla tradizionale iconografia ebraica - la rappresentazione di rabbini e sinagoghe - a quella biblica e a quella cristiana, avendo l´ardire di raffigurare, nel famosissimo trittico della Crocifissione, un Cristo vestito dei tradizionali abiti ebraici. Esposta per la prima volta la serie completa delle incisioni della Bibbia. .  
   
 

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