Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Settembre 2013
 
   
  PARCO TICINO, PATRIMONIO DA TUTELARE E TRAMANDARE

 
   
  Milano, 30 settembre 2013 - Fare il punto della situazione faunistica del Parco lombardo della Valle del Ticino negli anni 2000 è l´obiettivo del convegno, a Palazzo Pirelli, a cui hanno preso parte gli assessori regionali Claudia Maria Terzi (Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile), Gianni Fava (Agricoltura) e Massimo Garavaglia (Economia, Crescita e Semplificazione). Organizzato da Parco del Ticino, Regione Lombardia e Fondazione Lombardia per l´Ambiente, il convegno rappresenta un´importante occasione per riassumere l´esperienza maturata all´interno del Parco ed esplicitare alcuni dei principali risultati in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio faunistico, permettendo di cogliere il ruolo di Regione Lombardia nella conservazione dell´ambiente naturale. Primo Parco Regionale Italiano - "L´argomento del convegno di oggi è particolarmente importante, perché riguarda il Parco del Ticino, che, dal 1974, è il primo Parco regionale italiano e la più vasta area naturale della Pianura Padana. Un parco la cui ricchezza dal punto di vista naturale e faunistico lo ha portato a ottenere il prestigioso riconoscimento dell´Unesco". Così l´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi durante il suo intervento. L´impegno Della Regione - "La Lombardia - ha proseguito la titolare regionale all´Ambiente - per prima tra le Regioni italiane, ha inteso intervenire con norme e regolamenti volti a preservare quello che è il valore della biodiversità, a tutela del territorio lombardo". "In quest´ottica - ha aggiunto Terzi - particolare importanza riveste l´attività di monitoraggio dell´evoluzione naturale delle biodiversità del nostro territorio, dalla quale risultano ad esempio, specie ´aliene´, originariamente non presenti sui nostri territori". Il Patrimonio Faunistico - L´impegno profuso dal Parco e da Regione Lombardia per la tutela della biodiversità ha fatto sì che il suo patrimonio faunistico comprendesse attualmente numerose specie di interesse ´conservazionistico´ che non erano presenti 40 anni fa, oltre a 200 specie di uccelli, alcune delle quali rare a livello europeo: la gru, il biancospino dal piumaggio candido, il grillaio e l´ortolano. Sono inoltre presenti 54 specie di mammiferi, tra cui la martora e il lupo appenninico. "Il fatto che numerose specie faunistiche di grande pregio trovino nella Valle del Ticino spazi a loro congeniali è un diretto riconoscimento del ruolo svolto dal parco negli ultimi 40 anni, attraverso un´oculata gestione del territorio" ha commentato il presidente del Parco, Gian Pietro Beltrami. "Tali risultati - ha aggiunto - non sarebbero stati conseguiti senza il convinto supporto di Regione Lombardia e il suo costante impegno nella gestione del ´Sistema Parchi´". Ripensare Modello Aree Protette - "Occorre riequilibrare il rapporto, fino a oggi difficile, tra aree protette e agricoltura - ha spiegato l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava - e cogliamo l´occasione per ribadirlo anche oggi, protagonista il Parco del Ticino: ripensare il modello delle aree protette che deve essere il più possibile espressione della sostenibilità economica, nel medio e lungo periodo. Anche perché le risorse della programmazione pubblica andranno calando progressivamente". "Chi pensava che le aree antropizzate potessero essere riportate a una naturalità originaria lasciandole improduttive ha fatto male i conti - ha continuato Fava -. Se l´uomo torna a essere elemento centrale del territorio non c´è altro soggetto titolato a riportare la naturalità. Per combattere il degrado, l´abbandono, gli eventi calamitosi, e le frane di cui abbiamo avuto ampia testimonianza nella nostra regione. Se i terreni abbandonati diventano foreste, a cosa servono poi, se diventano rifugio di specie infestanti o non autoctone?". Agricoltura Presidio Del Territorio - "Permettiamo agli agricoltori di svolgere le loro attività tradizionali, per far crescere la redditività di un comparto che non è nemico delle aree naturali. La contribuzione pubblica, del resto - ha sottolineato Fava - è destinata a diminuire: se 15 anni fa il 75 per cento del bilancio europeo era per finalità agricole, oggi siamo al 40 per cento con una Ue allargata da 14 a 28. Situazione peggiorata da un indice di contribuzione influenzato dal principio di convergenza, visto che storicamente chi ha contribuito di più sta ricevendo sempre meno, mentre per i nuovi paesi accade il contrario". "È necessario, dunque - ha concluso il responsabile dell´Agricoltura - che in un ambito come i parchi e le zone protette gli agricoltori, ma anche i cacciatori, collaborino a mantenere l´equilibrio di quell´ ecosistema. Bilanciando le necessità di tutti, potremo guardare con più tranquillità a quegli anni in cui le risorse pubbliche saranno sempre più scarse. Diversamente, il grado di conflittualità per le esigenze diverse che si riversano in questi ambiti non potrà che aumentare".  
   
 

<<BACK