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Notiziario Marketpress di
Martedì 01 Ottobre 2013 |
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FEDERAUTO: IVA O ACCISE, SEMPRE GLI AUTOVEICOLI "CORNUTI E MAZZIATI" INTANTO AD OGGI LE IMMATRICOLAZIONI DI SETTEMBRE FLETTONO DI CIRCA IL -17%
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Roma, 1 ottobre 2013 - "La bozza del Decreto Legge licenziata
oggi suona per Federauto come una beffa dopo gli innumerevoli danni subiti
dalla filiera ad opera degli ultimi governi. La batosta per l’auto è infatti
doppia: l’Iva sarà comunque aumentata a gennaio e, per procrastinare di pochi
mesi l´evento, si è pensato tanto per cambiare di aumentare sin da subito le
accise sui carburanti. E tutto questo a fronte di una perdita del mercato delle
immatricolazioni che ad oggi sfiora il -17% rispetto agli stessi giorni lavorativi
di settembre del 2012". Lo ha detto oggi Filippo Pavan Bernacchi il
presidente di Federauto, che rappresenta i concessionari di auto, veicoli
commerciali, camion e autobus di tutti i brand commercializzati in Italia.
L’osservatorio Federauto, rivelatosi nel tempo molto
affidabile, indica infatti ad oggi un’ulteriore perdita a doppia cifra rispetto
al progressivo di settembre 2012, al netto delle kmzero che saranno
presumibilmente conteggiate negli ultimi giorni del mese e che potrebbero
alterare molto il dato finale.
“Sull’iva - ha
proseguito Pavan Bernacchi – ci sentiamo ‘cornuti e mazziati’.Per scongiurarne
l´aumento si interviene ancora sulle accise dei carburanti mettendo le mani in
tasca agli automobilisti, alle aziende, alle famiglie. Poiché il trasporto su
gomma in Italia la fa da padrone, per effetto degli aumenti delle spese di
trasporto, aumenteranno anche tutti i prezzi dei beni. Da gennaio poi aumenterà
l´Iva che si applica anche ai carburanti, in un giro vizioso che farà aumentare
ancora le merci, con l´effetto di aver distrutto centinaia di migliaia di posti
di lavoro e di togliere speranza a chi è in cassa integrazione. A questo punto
- ha concluso il presidente di Federauto – sarebbe stato meglio aumentare l´Iva
subito. Avremmo dovuto scontare un solo aumento anziché due. L’effetto sarà
sempre il solito: una contrazione dei consumi che costringerà lo Stato a varare
nuove tasse finché il sistema non collasserà, non essendo più in grado
l´economia privata di mantenere la spesa pubblica".
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