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Notiziario Marketpress di
Martedì 01 Ottobre 2013 |
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MARCHE: I SOTTOPRODOTTI AGROFORESTALI E INDUSTRIALI A BASE RINNOVABILE.
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“Per la regione Marche, a livello nazionale, è stata
fissata al 15,4 per cento la quota minima di consumo di energia da fonti
rinnovabili al 2020. Tradotto in parole povere, per la nostra regione
significa, indicativamente: un incremento del 124 per cento del consumo di
energia elettrica da fonti rinnovabili e un incremento di oltre il mille per
cento del consumo di energia termica da fonti rinnovabili. Negli otto anni di
attuazione del Pear, in parte grazie all’aiuto degli incentivi statali
specifici, ma per lo più grazie alle innovative politiche regionali, come il
Protocollo Itaca, i finanziamenti concessi con il Por competitività (2007-2013)
per la riconversione energetica o le azioni del Programma di Sviluppo rurale,
alcuni risultati sono stati concreti ed evidenti. Occorre ora uno sforzo
aggiuntivo che stiamo definendo nell’ambito dell’adeguamento del Piano
energetico ambientale regionale, per il quale al momento è stata avviata la
procedura di Vas, attraverso la pubblicazione del relativo rapporto
preliminare. Dalle prime analisi tecniche emerge con chiarezza che le priorità
degli interventi energetici debba essere costruita su due elementi fondamentali:
la riduzione dei consumi energetici e l’incremento della quota di energia
termica consumata da fonti rinnovabili”. Lo ha affermato l’assessore regionale
all’Ambiente ed Energia, Maura Malaspina, nel suo intervento al workshop “I
sottoprodotti agroforestali e industriali a base rinnovabile”, promosso
dall’Università Politecnica delle Marche. "In agricoltura – ha evidenziato
l’assessore - il settore delle energie rinnovabili suscita posizioni opposte:
da una parte, le agroenergie hanno portato un grande interesse nel mondo
agricolo, con fortissime aspettative, tutte positive, per i benefici sia
economici che ambientali. Dall’altro, sono emerse preoccupazioni per gli
impatti che la deriva energetica dell’agricoltura può generare sulla
disponibilità alimentare, sugli usi del suolo e sull’economia dei territori
rurali. L’agricoltura assume, tuttavia, un ruolo fondamentale nel raggiungere
gli obiettivi posti a livello nazionale e le agroenergie suscitano un grande
interesse, anche perché, insieme alle altre fonti rinnovabili, possono
contribuire in maniera significativa a contrastare i cambiamenti climatici. Le
filiere-agro energetiche si prestano a essere diffuse sul territorio; per
questo le strategie politiche da adottare, affinché il sistema agricolo abbia
un posto importante nella produzione di energia da fonti rinnovabili, dovranno
essere l’incentivazione all’utilizzo di biomasse residuali e della produzione
di energia diffusa sul territorio, il sostegno per la realizzazione di filiere
locali con il coinvolgimento di agricoltori, imprenditori agroindustriali e
industriali, enti locali, scuole, il sostegno del ruolo dell’agricoltore come
produttore di energia rinnovabile piuttosto che come produttore di materia.
L’università Politecnica delle Marche ha già partecipato al partenariato dello
sviluppo rurale, dando un suo interessante e puntuale contributo che verrà
tenuto in giusta considerazione all’atto della stesura dei documenti di
programmazione”.
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