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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Ottobre 2013
 
   
  NEONATO SALVATO A VICENZA CON UTILIZZO MACCHINARIO CARPE DIEM IN PRIMA MONDIALE. SANITA’ VENETA METTE SUE CONOSCENZE A DISPOSIZIONE DEL MONDO

 
   
  Vicenza, 2 ottobre 2013 - Un neonato con una grave disfunzione multiorgano è stato salvato all’ospedale San Bortolo di Vicenza grazie all’intervento di un’equipe multidisciplinare formata da medici ed infermieri della Nefrologia Dialisi e Trapianto Renale (Direttore: Prof. Claudio Ronco), Pediatria (Direttore: Dr. Massimo Bellettato) e Chirurgia Pediatrica (Direttore: Dr. Fabio Chiarenza), che tempestivamente, a pochi giorni dalla nascita, l’hanno sottoposto al trattamento con l’apparecchiatura miniaturizzata Carpediem (Cardio Pediatric Dyalisis Emergency Machine), una strumentazione unica al mondo ideata dal prof Ronco e realizzata dai tecnici specializzati di Mirandola. La buona notizia è stata divulgata oggi dal direttore generale dell’Ulss 6 Angonese, e dai clinici che si sono occupati del caso , alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, e riguarda un piccolo nato il 26 agosto con gravissime patologie. Carpediem è un innovativo strumento, che non esisteva al mondo, concepito e realizzato a Vicenza all’interno dell’ Iiriv l’Istituto Internazionale di Ricerca Renale di Vicenza, braccio scientifico del Dipartimento di Nefrologia Dialisi e Trapianto Renale dell’ Ulss 6 e dell’ Associazione Amici del Rene di Vicenza (Aarvi) onlus. Sinora i neonati di peso inferiore ai 3 chili, in caso di insufficienza renale grave (dal 5% al 20% dei casi nelle terapie intensive neonatali) venivano trattati con le macchine per dialisi tarate sugli adulti, con gravi rischi di scompenso o di fallimento della terapia. “Questa – ha sottolineato l’assessore Coletto – è una ‘patologia orfana’, perché i numeri relativamente bassi a cui si fa riferimento non la rendono appetibile per la ricerca delle grandi aziende orientate verso il business. Un fatto che, se possibile, ingrandisce il merito di chi ha lavorato all’ideazione ed alla realizzazione. La sanità veneta – ha aggiunto – mette così a disposizione della comunità scientifica internazionale uno strumento per aiutare i più piccoli in un momento per loro così difficile; e quando si riesce, perdipiù senza alcun fine di lucro per nessuno, a donare una speranza di vita ad un bambino ed ai suoi genitori, la soddisfazione e l’orgoglio si moltiplicano. Mi piace in questo momento ricordare ciò che hanno dichiarato i pediatri americani consultati: ‘prima d’ora era un caso impossibile. E’ stato un miracolo che cambierà il modo di fare medicina per il neonato”. Il piccolo paziente, nato a termine con parto vaginale, presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza, alla nascita ha necessitato di essere rianimato ed intubato per insufficienza respiratoria. Immediatamente ricoverato presso la Terapia Intensiva Neonatale (Direttore: U.o. Dr. Massimo Bellettato), si è constatato che, a seguito di una gravissima emorragia, il neonato aveva sviluppato un quadro di shock che aveva portato ad uno scompenso multiorgano caratterizzato da insufficienza respiratoria, cardio-circolatoria, renale ed epatica con discoagulopatia e piastrinopenia. A quattro giorni dalla nascita permaneva il grave danno multi organo con grave insufficienza respiratoria ed edema polmonare ingravescente ed incremento ponderale importante. A questo punto l’intervento di terapia sostitutiva renale con dialisi si configurava come l’unica speranza per il piccolissimo paziente, tuttavia il posizionamento di una dialisi peritoneale (utilizzata di solito in questi rari casi) in tale occasione possibile per una gravissima tensione addominale da ingrossamento del fegato e per la imponente ritenzione di liquidi. La speranza per il piccolo paziente si è rivelata essere l’utilizzo dall’apparecchiatura Carpediem, concepita e realizzata a Vicenza, ingegnerizzata dai tecnici di Bellco a Mirandola e assolutamente innovativa in quanto miniaturizzata e creata esclusivamente per i neonati. Una apparecchiatura che non esisteva al mondo, messa a punto dopo una accurata e minuziosa fase di collaudi tecnici eseguita presso Irriv, grazie all’attenta supervisione dell’Ingegner Francesco Garzotto del Dipartimento di Nefrologia Ulss 6 “Vicenza”, grande esperto di questa tecnologia.  
   
 

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