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Notiziario Marketpress di Venerdì 04 Ottobre 2013
 
   
  IX GIORNATA DEL CONTEMPORANEO “IL RITORNO INVISIBILE” LA MOSTRA PERSONALE DI JEANNETTE RüTSCHE – SPERYA PARTECIPA AL GRANDE EVENTO DEDICATO ALL’ARTE CONTEMPORANEA MANTOVA MUSEO DIOCESANO FRANCESCO GONZAGA

 
   
  L’associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (Amaci) ha scelto il 5 ottobre 2013 per la Ix edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento dedicato all’arte contemporanea e al suo pubblico. Porte aperte gratuitamente in ogni angolo del Paese, per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme che regalerà al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea. La mostra personale dell’artista italo-svizzera Jeannette Rütsche – Sperya, in esposizione presso il chiostro e la sala di esposizioni temporanee del Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova, aderisce alla Ix Giornata del Contemporaneo, confermando la scelta del Museo di farsi promotore di un dialogo aperto fra epoche differenti della storia dell’arte. L’artista presenta al pubblico un ricco nucleo di opere, realizzate a partire dal 2012, anno in cui la sua ricerca sull’interiorità individuale è sfociata in un percorso di superamento delle contraddizioni umane. Trovando saldo fondamento e proficua fonte di ispirazione nell’antica filosofia taoista, Sperya tenta di porgere in codice visuale la millenaria sapienza cinese. Si delinea un percorso che accompagna il visitatore in un affascinante viaggio visivo, che si apre con un gruppo di opere/bandiera, esposte nel chiostro del Museo, vera e propria mappa dell’itinerario che segue. Nella sala al piano nobile, due sezioni di opere, fra loro dialoganti: da un lato il ciclo di 10 creazioni ispirate all’I Ching Taoista, dall’altro le opere ispirate dai testi degli antichi filosofi. Si delinea un ideale percorso dal buio della “falsa conoscenza” alla pienezza luminosa della “conoscenza innata”, attraverso opere di grande suggestione visiva, che interrogano l’osservatore, coinvolgendolo in un’esperienza totalizzante. “Nelle opere di questa artista confluiscono matematica e filosofia, pseudo-certezze e presunte opinioni, per dimostrare da un lato la fallacia di tante asserzioni date per indubitabili, da sostituire con una visione diversa di quanto credevamo di sapere, e dall’altro la meraviglia dell’esistente, di cui rivela a sorpresa insospettate corrispondenze. Il tutto esplicitato in opere d’arte che, come dell’arte è proprio, non spiegano razionalmente ma più per via di intuizione consentono di immergersi in un nuovo mondo”. (dal testo in catalogo di Mons. Roberto Brunelli) “Cittadina del mondo per nascita e vocazione, Jeannette, da sempre, interroga se stessa e la realtà con innata curiosità e sguardo limpido e rigoroso, pronta a mettersi in gioco costantemente, perché convinta che la sola crescita possibile risieda nel cambiamento. Sin da giovanissima sperimenta le infinite potenzialità insite nella multiculturalità, percorrendo le strade del mondo geografico e antropologico, sempre con occhi spalancati e cuore aperto, pronta ad accogliere nuovi stimoli e nuove esperienze. Parallelamente a una mai interrotta ricerca filosofico-esistenziale, Jeannette sperimenta diverse forme espressive, nelle quali prende corpo e anima Sperya, il suo mondo interiore. […] Il suo vissuto è fatto visione in un lavoro nomade, cresciuto grazie a un senso di libertà mai retoricamente esercitato, attuato scelta dopo scelta come confronto limpido con la realtà. L’artista nulla concede al piacere decorativo dell’opera, si interroga, piuttosto, sulla sostanza del mondo, offrendoci l’emozione di uno sguardo pensante”. (dal testo in catalogo di Francesca Bianucci) “Credete di poter governare l’universo e migliorarlo?”: è la domanda posta dall’opera “Universo”, simbolo di questa mostra mantovana, nella quale trova coronamento il percorso pluriennale dell’artista. La risposta è un viaggio di ritorno, illustrato da un corpus di opere che accompagnano il visitatore sulla via che conduce dal “nulla del pieno al Tutto del Vuoto. […] Il visitatore si trova implicato in un’esperienza totalizzante, in cui colori e forme si intrecciano e si compongono in immagini che appaiono via via sempre più familiari. È un’esperienza di progressivo disvelamento di qualcosa che ci appartiene già ma che giace in un luogo buio del nostro essere, soffocato dall’assordante “pieno” della nostra vita […]. Quel che si cela sotto questa spessa coltre è una luce vivida, quasi abbagliante, che è segno distintivo di tutte le immagini di questo viaggio e che risplende maggiormente laddove ad affiorare è il vero senso”. (dal testo in catalogo di Chiara Cinelli) “Congedandosi dall’universo speryano, il visitatore, se capace di esperire la “conjunctio oppositorum”, la sincronicità dell’esperienza che le opere di Jeannette evocano, percepirà la sua coscienza come espansa, intuitivamente consapevole del legame fra i piani diversi dell’esperienza, fra conscio e inconscio, pianta e animale, ieri e domani. Forse, alla luce di tale esperienza, avvertirà con meno urgenza la necessità di marcare i confini dell’io a scapito dell’altro, di auto-centrarsi, di fare dei propri falsi problemi il centro organizzatore dell’esperienza psichica”. (dal testo in catalogo di Giuseppe Bolotta) Jeannette Rütsche – Sperya - Jeannette Rütsche nasce a Zurigo (Svizzera) nel 1961 da padre svizzero tedesco e madre toscana; oggi vive a Milano. E’ artista di Arte Frattale. La geometria frattale (termine introdotto nel 1975 dal matematico Mandelbrot) è il punto da cui parte la sua ricerca artistica: una geometria utilizzata per studiare il comportamento dei fenomeni naturali complessi non misurabili in termini euclidei. Tali sono, a titolo di esempio, la distribuzione delle galassie, la frastagliatura delle coste, la struttura ramificata degli alberi. Attraverso l’uso creativo della geometria frattale, Jeannette esplora la complessità della condizione umana, il labirintico groviglio della nostra interiorità, fino a giungere a relativizzare la centralità dell´Io nei processi della conoscenza e della creazione, aprendo la strada alla ricerca dell´essenziale che tende alla dimensione originaria delle cose e dell´essere umano. Ha esposto in Turchia, Francia, Paesi Bassi, Austria, Regno Unito, Bulgaria, Cina e in numerose manifestazioni italiane, ricevendo significativi riconoscimenti e pubblicazioni; suoi quadri fanno parte di collezioni istituzionali e private in Italia e all´estero.  
   
 

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