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Notiziario Marketpress di
Venerdì 04 Ottobre 2013 |
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MILANO: ADRIAN PACI AL PAC CON LA MOSTRA “VITE IN TRANSITO” INAUGURAZIONE APERTA AL PUBBLICO E GRATUITA SABATO 5 OTTOBRE DALLE 18 ALLE 24 IN OCCASIONE DELLA 9° GIORNATA DEL CONTEMPORANEO
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L’Il Pac Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano
ospita fino al 6 gennaio “Adrian Paci. Vite in transito”, una grande
retrospettiva dedicata all’artista albanese che, sin dal 1997, ha scelto Milano
come sua città d’adozione.
Promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura,
Pac e Civita, la mostra inaugura in occasione della Ix Giornata del
Contemporaneo indetta per sabato 5 ottobre 2013 da Amaci Associazione dei Musei
d’Arte Contemporanea Italiana, di cui il Padiglione milanese è socio fondatore:
come da tradizione il Pac aprirà gratuitamente al pubblico dalle 18.00 alle
24.00.
A cura di Paola Nicolin e Alessandro Rabottini, la
mostra al Pac presenta un’ampia selezione di opere realizzate a partire dalla
metà degli anni Novanta fino alla produzione più recente, la nuova opera The
Column (2013), in un percorso che esprime la varietà di linguaggi che Adrian
Paci utilizza nel suo lavoro, spaziando dal disegno alla fotografia, dalla
pittura al video fino alla scultura.
"Prosegue la collaborazione del Comune di Milano
con i più prestigiosi musei e istituti culturali di tutto il mondo per proporre
la personale di un grande artista contemporaneo, Adrian Paci, che proviene da
un Paese che ha un pezzo di storia in comune con l’Italia e con Milano e con il
quale condividiamo un passato difficile, di emigrazione e di fuga; ma anche un
presente simile, fatto di riflessione sui grandi temi universali che
attraversano la storia di qualunque Uomo - ha detto l´assessore alla Cultura
Filippo Del Corno -. Perché ‘Vite in transito’ non sono solo quelle di chi
parte, emigra o fugge, ma sono quelle di tutti noi, che dobbiamo affrontare
sempre, e dovunque ci troviamo, l’idea della vita come ´viaggio´. Il Comune di
Milano è felice di poter offrire questa straordinaria esperienza di narrazione
visiva insieme alla conoscenza di un artista sensibile e versatile, capace di
declinare con efficacia la propria espressività con diversi strumenti e
linguaggi - dalle foto agli acrilici, dal video all’acquerello - restando un
attento testimone dei nostri tempi".
Sin dalla metà degli anni Novanta il lavoro di Adrian
Paci (1969, Scutari, Albania) ha attirato l’attenzione della critica
internazionale per la capacità di coniugare narrazione, rigore formale e
riflessione sociale, offrendo una visione insieme poetica e problematica delle
trasformazioni politiche e umane cui sono andati incontro i paesi dell’ex
blocco sovietico dopo la caduta del Muro di Berlino. Agli esordi della sua
carriera, Paci ha prodotto un corpus di lavori influenzato dal clima culturale
di quegli anni e all’interno del quale il tema dell’immigrazione si unisce alla
riflessione sul ruolo delle immagini nel racconto delle nostre esistenze. A
partire da questo nucleo tematico – in cui autobiografia e cultura si
sovrappongono – l’artista ha poi negli anni ampliato i confini del proprio
lavoro, giungendo a un’esplorazione di carattere universale sui temi della
perdita, del movimento delle persone nello spazio e nel tempo, della ricerca di
un altrove umano e geografico.
In questo contesto tematico si inserisce la nuova
opera filmica The Column, esposta per la prima volta in un´ istituzione
italiana e prodotta con il contributo di importanti istituzioni quali lo Jeu de
Paume di Parigi, il Pac di Milano, il Röda Sten Konsthall di Göteborg e il
Trondheim Kunstmuseum di Trondheim insieme ad altri sostenitori. Il film è un
racconto visionario che descrive l’estrazione di un blocco di marmo da una cava
cinese e la sua successiva lavorazione nella forma di una colonna in stile
classico. Questa lavorazione avviene in mare, per mano di operai che formano un
tutt’uno con la scultura, con la quale viaggiano all’interno di una
nave-officina la cui destinazione è incerta. Accanto al film, al Pac sarà
esposta la colonna di marmo di cinque metri come elemento scultoreo e insieme
elemento narrativo.
Il titolo della mostra “Vite in transito” chiarisce la
centralità di alcuni temi all’interno della produzione artistica di Paci: la
figura umana occupa un ruolo primario nel suo lavoro – sia esso pittorico,
fotografico o cinematografico – e diventa nucleo originario di narrazione,
immaginazione e speranza, insieme con il motivo del movimento costante, sia
esso quello dei popoli attraverso le frontiere geo-politiche o quello della
memoria personale, tra la dimensione del vissuto e quella della cultura e della
storia. In questo universo di significati si collocano le storie e i personaggi
protagonisti delle opere video esposte: dai disoccupati silenziosi di Turn On
(2004) agli uomini in marcia verso un aereo pronto a decollare in Centro di
Permanenza Temporanea (2007); dai volti estatici dei fedeli raccolti di fronte
all’icona sacra di pilgrImage (2005) ai lamenti della prefica che celebra il
passaggio dalla morte alla vita in Vajtojca (2002); dall’artista stesso che
entra in contatto con il pubblico stringendo le mani dei presenti in The
Encounter (2011) alla simbiosi tra uomo e animale di Inside the Circle (2011),
metafora di libertà e accoglienza.
La libertà espressiva che contraddistingue il lavoro
di Adrian Paci rende possibile anche una continua osmosi tra media e linguaggi
differenti: se i video e i film possiedono spesso la sintesi visiva propria
della pittura, quest’ultima assume l’andamento narrativo proprio del cinema,
attraverso il frequente ricorso al formato del fotogramma e alla struttura in
serie. Al Pac saranno esposti gli acquerelli di The Wedding, la serie di
disegni su carta Passages e la serie pittorica Secondo Pasolini con le gouaches
montate su tela (Decameron, 2006) e gli acrilici su bobina di legno (I Racconti
di Canterbury, 2010), omaggio alle affinità tra i film del regista italiano e
la pittura. Nei suoi dipinti Paci cerca di rispondere alle immagini che già
esistono all’interno di una dimensione filmica fissando in qualche modo il
flusso continuo del video.
La mostra è arricchita da un contributo di Giovanni De
Lazzari (Lecco, 1977), artista formatosi con Adrian Paci durante gli anni del
suo insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Bergamo. De Lazzari ha
concepito un intervento artistico di natura installativa – visibile al primo
piano del Pac – realizzato attraverso la selezione e inclusione di materiali,
per lo più inediti, provenienti da una collezione privata di Milano. Essi
raccontano gli esordi della carriera di Paci e approfondiscono la dimensione
delle fonti e il loro montaggio all’interno del discorso espositivo.
La mostra è affiancata da un Public Program sui temi
della dislocazione e dell’ economia espansa curato da Gabi Scardi e realizzato
con il sostegno di nctm e l’arte. Tra gli ospiti l’artista Anri Sala martedì 8
ottobre e Umberto Galimberti martedì 26 novembre.
In programma anche visite guidate e laboratori
gratuiti per avvicinare grandi e piccoli alle opere dell’artista.
In occasione della mostra e grazie ad una
collaborazione del Pac con that’s contemporary, un approfondimento delle opere
esposte in mostra con contenuti speciali sarà disponibile in esclusiva su
That´s App. L’app, disponibile per piattaforme Ios e Android, sarà scaricabile
da tutti i visitatori senza alcun costo tramite il Wi-fi gratuito del
Padiglione e consultabile durante la visita.
Info
www.Pacmilano.it T. +39 0288446359
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