|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Martedì 08 Ottobre 2013 |
|
|
  |
|
|
INFARTO ACUTO DEL MIOCARDIO; LA REGIONE UMBRIA APPROVA IL PROTOCOLLO PER RIDURRE MORTALITÀ E COMPLICANZE
|
|
|
 |
|
|
Perugia, 8
ottobre 2013 - Ridurre la mortalità, le complicanze precoci e tardive e la
disabilità residua nei pazienti colpiti da infarto acuto del miocardio. Con
questo obiettivo l’Assessorato alla Salute della Regione Umbria ha approvato un
protocollo operativo per la gestione di questa tipologia di pazienti a cui
devono dare attuazione i direttori delle aziende sanitarie regionali, in
sinergia con la centrale operativa unica regionale del 118. Il protocollo,
frutto del lavoro di una équipe formata da cardiologi, emodinamisti, operatori
del 118, del pronto soccorso e dei dipartimenti emergenza urgenza (Dea),
definisce ogni singolo passaggio che va
dalla presa in carico del paziente, alla diagnosi, alla scelta della terapia
riperfusiva più adeguata (angioplastica o fibrinolisi), ai trattamenti di base
da applicare, ai protocolli farmacologici da adottare in relazione alla diverse
tipologie di intervento.
“Il
protocollo – ha detto l’assessore alla Salute Franco Tomassoni – ci consente di
gestire in maniera ottimale i pazienti infartuati – grazie all’utilizzo di una
rete per l’emergenza tra ospedali e territorio, interconnessa anche con un
adeguato sistema di trasporto. Ciò – ha aggiunto Tomassoni - per assicurare la
riperfusione ottimale a tutti i pazienti con infarto acuto del miocardio grazie
a strategie diagnostiche e terapeutiche tempestive, coordinate e condivise”.
Di fondamentale importanza sono una corretta diagnosi da fare nel più breve
tempo possibile, anche avvalendosi di sistemi di teletrasmissione
dell’ecocardiogramma, rendere immediatamente disponibili i trattamenti adeguati
agli infartuati e quindi ottenere il numero più elevato i pazienti riperfusi. I
risultati in termini di sopravvivenza e di riduzione del danno miocardico
dipendono infatti dalla velocità dei
trattamenti.
Il sistema
della rete regionale per l’emergenza, fortemente integrata, si articola in centri “hub”, dove si
concentra la casistica più complessa e sono trattati pazienti a rischio più
elevato, e in “spoke” dei centri ospedalieri periferici. In Umbria sono
attivi 3 centri “hub” h24 per 7 giorni la settimana, dotati di unità di
terapia intensiva cardiologia (“utic”) con emodinamica: a Perugia, Terni e Foligno.
Le “utic” dei
centri “hub” ricevono e gestiscono tutti gli infartuati che necessitano di
angioplastica afferenti direttamente al centro, trasferiti dai centri “spoke” o
direttamente dal territorio, entrambi, tramite il 118.
Gli “spoke”
sono invece dotati di “utic” senza emodinamica. Le “Utic” dei centri “spoke”
inviano le sindromi coronariche acute che necessitano di angioplastica
direttamente al centro “Hub”.
Gli “spoke” devono
avere la disponibilità di ricevere il paziente dopo il trattamento
interventistico, ove il paziente sia a basso rischio e trasportabile. Al fine
di una diagnosi più tempestiva tutte le ambulanze dell’Umbria verranno dotate
di un sistema di teletrasmissione “Ecg”,
possibilmente unico per tutta la regione.
In Italia, le malattie cardiovascolari
rappresentano la prima causa di morte e il loro impatto in termini di
mortalità, morbosità e sui ricoveri ospedalieri si mantiene elevato, rimanendo
il primo problema di sanità pubblica. Ogni anno in Italia circa 150mila
persone vengono colpite da infarto
miocardico acuto. Circa il 50% dei pazienti che decedono per infarto muore
prima di raggiungere l’ospedale. La mortalità intraospedaliera per infarto è
scesa dal 31% degli anni Sessanta all’attuale 6%. Questa riduzione è dovuta ad
una serie di fattori, fra cui il miglioramento della tempestività e della
qualità delle terapie, anche grazie al diffondersi delle tecniche di
angioplastica primaria. |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|