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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Ottobre 2013
 
   
  LO STATO SI DEVE RIFORMARE, DIAMO IL NOSTRO CONTRIBUTO COME ISTITUZIONI TOSCANE

 
   
  Firenze, 8 ottobre 2013 - Cooperare e innovare. Costruire un sistema istituzionale regionale che si faccia trovare pronto alla revisione complessiva dello Stato che il Parlamento e il Governo stanno portando avanti; lavorare ad un miglioramento dei servizi e della democrazia puntando soprattutto sull´innovazione tecnologica. Sono le sfide che secondo l´assessore regionale alla Presidenza e alle Riforme istituzionali Vittorio Bugli attendono Regione e comuni toscani. Lo ha ribadito il 5 ottobre a Greve in Chianti, partecipando all´Assemblea dei piccoli comuni e delle unioni dei comuni della Toscana organizzata da Anci. "Come Regione - ha detto Bugli - stiamo cercando di dare un contributo. Il punto è il migliore funzionamento dello Stato e sono sicuro che centrale sia la Riforma del Parlamento: lo scenario più auspicabile dovrebbe essere quello già immaginato dal presidente Bartolini a metà degli anni ´80, ovvero quello di una trasformazione del Senato in una camera in cui le Autonomie possano portare le loro istanze. In questa direzione - ha aggiunto - credo che le istituzioni toscane possano condurre una battaglia unitaria a livello nazionale, ritrovando una voce univoca e uno spirito di coesione del nostro territorio che troppo spesso invece perdiamo". "Il Governo sta proponendo un disegno di legge costituzionale, con alla base il lavoro dei saggi, che va in questa direzione e che prevede anche il superamento delle Province. Credo che anche le Regioni debbano provare a fare proposte di revisione dei loro assetti e che, mancando un ente intermedio, si debba andare ad un rafforzamento dei comuni, a partire dalla loro dimensione." L´assessore è poi entrato nel tema delle unioni e fusioni di comuni - di stretta attualità visto che domani e lunedì i cittadini di 19 comuni toscani saranno chiamati ad esprimersi nei referendum consultivi - illustrando quella che è la "filosofia" della Regione Toscana: "Se i processi partono dal basso, se i comuni decidono di unirsi o di fondersi coinvolgendo i cittadini con dibattiti e poi con un referendum, la Regione dà tutto il proprio sostegno, anche finanziario. L´occasione è adesso e se colta bene può produrre risultati significativi". "Ma - ha ammonito - il tema non si può esaurire in un dibattito di ingegneria istituzionale, la nostra riforma deve guardare anche al merito del funzionamento della ´macchina´ amministrativa. Per farlo serve un lavoro comune e condiviso, che va fatto a livello regionale, tra la Regione e i comuni". Un esempio concreto riguarda la gestione dei tributi e la lotta all´evasione fiscale, temi che, come ha ricordato Bugli, "fino a qualche anno fa ci erano estranei e anzi in alcuni casi fungevano da alibi politico per additare le inefficienze dello Stato, ma che adesso sono temi ´nostri´, sui quali il cittadino misura la qualità di un´amministrazione e la sua capacità di dare risposte e risolvere problemi". Cooperare e innovare in questo caso significa costruire un sistema unico regionale telematico, della regione e dei comuni insieme, un ´cloud delle entrate locali´ con il quale svolgere insieme tutti i processi di riscossione e di controllo delle tasse e dei tributi. "Dobbiamo sfruttare questo momento storico" – ha proseguito Bugli. "Ciò significa che la Regione dovrà fare la propria parte, specialmente per alcune materie scendere direttamente più in basso e avvicinarsi ai comuni; a loro volta però i comuni dovranno fare uno sforzo verso l´alto, potenziando il loro ruolo e la loro capacità di governare territori più ampi e di dare risposte più forti ai cittadini. Per la Toscana il luogo in cui questo "punto di incontro" può avvenire sono le attuali zone socio-sanitarie (le ex associazioni intercomunali sempre pensate da Bartolini). Ed è dunque a questo livello che bisogna rafforzare l´unità e la cooperazione tra enti. La democrazia richiede risposte e servizi per i cittadini ed i Comuni, rafforzandosi, possono meglio continuare a svolgere il loro ruolo di presidio democratico. La posta in gioco – ha concluso l´assessore – è alta e non si tratta di cessione di sovranità al vicino o di perdita di identità che non sono messe in discussione, ma di innovare e rinnovare il patrimonio di democrazia nella nostra regione e in Italia".  
   
 

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