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Notiziario Marketpress di
Martedì 08 Ottobre 2013 |
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LISTE D’ATTESA IN PIEMONTE, LE SOLUZIONI PER CONTENERE IL FENOMENO
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Torino, 8 ottobre 2013 - Il fenomeno delle liste
d’attesa per le visite e gli esami è purtroppo fisiologico in tutti i sistemi
sanitari moderni.
Il sistema sanitario nazionale e di conseguenza quello
regionale è organizzato in modo da garantire- a chi ne ha effettiva necessità,
sulla base della valutazione diagnostica del medico curante- di effettuare gli
esami e le visite necessarie nei tempi che sono considerati appropriati, secondo
un criterio di priorità clinica.
Sul territorio regionale vi è un ampia offerta di
strutture pubbliche e private accreditate in grado di garantire ai tutti i
pazienti la possibilità di curarsi in modo adeguato.
Le prestazioni urgenti- contrassegnate sulla ricetta
rossa dalla lettera U- devono essere effettuate entro 3 giorni, quelle
contraddistinte dalla lettera B in 10 giorni: questi sono i primi obiettivi da
garantire. Le visite non urgenti devono essere effettuate in 30 giorni e gli
esami entro 60 giorni, in base agli standard regionali.
Il fatto che per alcune tipologie di esami, in
determinate strutture, vi siano tempi d’attesa obiettivamente lunghi ha
motivazioni che non sempre sono ascrivibili all’inefficienza del sistema e che
sono meno “clamorose” di quanto non appaia ad una prima lettura.
Naturalmente, ciò non significa che non vi siano
criticità o che la situazione sia ottimale, in particolare in alcune strutture
o per determinate tipologie di prestazioni.
I problemi sono noti, da tempo, e si lavora per
migliorare complessivamente la situazione, tenendo conto delle difficoltà e dei
vincoli che la nostra Regione, sottoposta a piano di rientro e programmi
operativi, deve rispettare.
Tra le criticità, su cui la Direzione regionale Sanità
sta lavorando, vi è la completezza, in ogni caso, della ricetta con le
indicazioni di priorità cliniche precise.
Le soluzioni possibili riguardano l’allargamento
dell’orario di erogazione delle prestazioni, il potenziamento dell’accesso
diretto, una razionalizzazione delle strumentazioni presenti sul territorio
regionale, una più stretta collaborazione tra pubblico e privato, un maggior
coinvolgimento del medico di medicina generale sul tema dell’appropriatezza
prescrittiva, d’intesa con i medici specialistici ospedalieri.
Per quanto riguarda il sistema di prenotazione
Sovracup ed il monitoraggio dei tempi delle liste d’attesa, crediamo che sia
possibile migliorare, in tempi brevi, anche con l’ausilio delle tecnologie e
con una più ampia e tempestiva messa in rete dei dati riguardanti le agende di
prenotazione delle singole aziende sanitarie presenti sul territorio.
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