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Notiziario Marketpress di
Giovedì 10 Ottobre 2013 |
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VAJONT: SERRACCHIANI, TRARRE LEZIONE DA TRAGEDIA
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Longarone, 10 ottobre 2013 - "Ricordare e onorare
le vittime del Vajont
vuol dire prima di tutto trarre una precisa lezione da
quella
tragedia: ogni intervento dell´uomo deve rispettare
l´equilibrio
ambientale, in un percorso che non può prescindere dal
coinvolgimento attivo delle istituzioni, della
comunità
scientifica e dei cittadini. Impegnarsi
quotidianamente per
prevenire il rischio idrogeologico significa onorare
le vittime".
Lo ha affermato la presidente della Regione, Debora
Serracchiani,
a margine delle celebrazioni religiose che si sono
tenute ieri
nel cimitero di Fortogno (Belluno) per il
cinquantesimo
anniversario della tragedia, avvenuta la sera del 9
ottobre del
1963, con la frana nel lago artificiale della diga del
Vajont che
provò una gigantesca onda che distrusse i comuni di
Longarone e
Ero e Casso.
"A cinquant´anni dalla tragedia del Vajont - ha
aggiunto la
presidente Serracchiani - la memoria dolorosa va prima
di tutto
ai quasi duemila morti, alla strage umana, sociale e
ambientale
di due intere comunità, quelle di Longarone in Veneto
e di Erto e
Casso in Friuli Venezia Giulia. Il cordoglio però non
basta, se
non si ricorda che quella tragedia non fu un evento
naturale, non
fu una fatalità, ma un disastro provocato da precise
colpe e
responsabilità umane".
Alla presenza di circa un migliaio di persone, hanno
officiato la
cerimonia il vescovo di Belluno e Feltre, Giuseppe
Andrich, il
quale ha detto che "da qui deve partire un
auspicio e un sogno
per una nuova coscienza di unità e condivisione",
e il vescovo di
Pordenone, Giuseppe Pellegrini, il quale ha ricordato
che "la
ferita è ancora aperta ed è chiaro che le colpe umane
sono tante.
Troppe volte l´egoismo umano ed economico sottrae la
dignità e
l´uomo in questi casi conta poco".
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