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Notiziario Marketpress di
Giovedì 10 Ottobre 2013 |
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TRAGEDIA LAMPEDUSA: DISCORSO DEL PRESIDENTE UE BARROSO
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Lampedusa, 10 ottobre 2012 - Di seguito il discorso di ieri del Presidente
della Commissione europea José Manuel Barroso in occasione della sua visita all´isola
di Lampedusa.
Buongiorno,
Voglio ringraziare il Presidente Letta e il Vice
presidente Alfano, così come il sindaco di Lampedusa, per avermi dato
l´opportunità di fare questa visita. E´ molto importante per me, dopo i tragici
eventi della settimana scorsa, essere qui oggi. Voglio esprimere, ancora una
volta, le mie più sentite condoglianze alle famiglie delle persone che hanno
perso la vita nella tragedia della settimana scorsa e ai loro cari.
Siamo venuti oggi qui per dire che l´Europa sta con la
gente di Lampedusa e con l´Italia.
Siamo qui per dimostrarvi che l´Europa non è
indifferente alla sofferenza dei migranti.
L´europa non può voltarsi dall´altra parte mentre
barche affondano, distruggendo vite e speranze.
Quello che riguarda uno Stato membro dell´Ue ci
riguarda tutti.
È quello che significa essere un´Unione, un´Unione
fondata su valori quali la dignità umana, la libertà, la democrazia e la
solidarietà.
L´unione europea non può accettare che migliaia di
persone muoiano alle sue frontiere. Qui a Lampedusa, l´Europa e l´Africa
condividono una frontiera che promette speranza ma che troppo speso sfocia in
tragedie. Le sfide a cui devono far fronte Lampedusa e l´Italia sono sfide
europee.
Quello che ho visto oggi mi ha profondamente scioccato
e rattristato. Le bare delle vittime, lo sguardo disperato dei superstiti.
Giovani coraggiosi che abbandonano i loro paesi e le loro famiglie in cerca di
fortuna e inseguendo la speranza di un future migliore.
Oggi sono stato testimone anche del notevole sostegno
e impegno del popolo di Lampedusa, delle Ong qui presenti, della guardia
costiera e delle autorità italiane. Desidero ringraziarli tutti a nome della
Commissione europea.
Tragedie come quella cui stiamo assistendo a Lampedusa
non nascono in Europa. Affondano le radici nelle condizioni – politiche o
economiche – disperate che spingono le persone ad abbandonare le loro case e le
loro terre. Tragedie che continuano nei paesi che queste persone attraversano
per raggiungere l´Europa.
Per questo l´Ue non è in grado di offrire soluzione
miracolose per porre fine a questo calvario.
Quello che posso promettere, però, è che la
Commissione europea farà tutto il possibile, con i mezzi di cui dispone, per
aiutare a cambiare le cose.
Il nostro impegno non comincia oggi. Negli ultimi anni
l´Unione europea ha già fatto notevoli sforzi.
Le nostre capacità di reazione sono migliorate grazie
a Frontex, l´agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle
frontiere esterne, che abbiamo rafforzato di recente. Ma dobbiamo intensificare
le nostre azioni.
- Dobbiamo rafforzare la nostra capacità di ricerca e
salvataggio e il sistema di sorveglianza per localizzare le imbarcazioni, così
da poter lanciare le operazioni di salvataggio e portare le persone in salvo
prima che sia troppo tardi. È questa la finalità del sistema
"Eurosur", che vogliamo vedere attivo già il 2 dicembre.
- Dobbiamo proseguire la nostra azione politica e di
sviluppo per migliorare le condizioni di vita nei paesi di origine, affinché
gli abitanti non siano più costretti a fuggire.
- Dobbiamo intensificare i colloqui con i nostri
partner principali e concludere partenariati per la mobilità, in modo da
aumentare le possibilità di migrare legalmente, ma anche potenziare la nostra
azione comune contro i criminali e i trafficanti di esseri umani (ad esempio
con il Marocco e presto con la Tunisia).
- Continueremo a impiegare al meglio i fondi europei
per i rifugiati e le frontiere proprio per aiutare gli Stati membri in
condizioni di difficoltà.
Per questo sono lieto di annunciare che la Commissione
europea è pronta a mobilizzare fondi supplementari fino a 30 milioni di euro
nel 2013 per aiutare i rifugiati in Italia. Lavoreremo a stretto contatto con
le autorità italiane per garantire che questo danaro serva ad alleggerire la
situazione attuale.
- Infine, continueremo a lavorare per definire una
vera politica comune europea su asilo e migrazione.
Oggi l´Italia è al centro dell´attenzione, ma non
dobbiamo dimenticare che anche altri paesi devono far fronte a pressioni
migratorie: Malta, la Grecia e la Bulgaria, per citarne solo alcuni. Per
trovare risposte a queste sfide comuni occorre lavorare tutti insieme con
spirito di solidarietà e responsabilità.
Nella ferma intenzione di proseguire su questa linea,
la Commissione si aspetta che gli Stati membri riconoscano che tutto ciò è
veramente nell´interesse dell´Europa e agiscano di conseguenza.
Grazie dell´attenzione.”
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