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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Ottobre 2013
 
   
  ROSSI ALLE DONNE: DALLA REGIONE TOSCANA PIÙ SOSTEGNO AI CENTRI ANTIVIOLENZA

 
   
  Firenze, 13 ottobre 2013 - "E´ un grande fatto di civiltà democratica che la Toscana sia impegnata nella lotta contro il femminicidio e la violenza contro le donne. E lo faccia ascoltando le donne, cercando di capire quali sono i loro bisogni e le risposte da dare. Si ha davvero la senzazione che quanto più cresce il processo di autonomia e consapevolezza delle donne , tanto più si registrino fenomeni di violenza e sopraffazione nei loro confronti dal parte degli uomini". Lo ha detto l’ 11 ottobre il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, incontrando le donne dei centri antiviolenza toscani insieme all´assessore al welfare, Salvatore Allocca, e alla consigliera regionale Daniela Lastri, "un giorno positivo in cui Parlamento ha approvato la legge contro il femminoicidio, un messaggio importante lanciato a tutto il paese". "Su questi temi – ha detto Rossi - la Toscana si colloca in modo netto: abbiamo costruito dei presidi come i centri antiviolenza, abbiamo inventato anche il Codice rosa nei Pronto soccorso delle Asl. I dati sono però impressionanti. Sono circa 5.700 le donne che dal 2009 al 2012 si sono rivolte ai nostri centri, oltre mille quelle che nel 2012 sono andate a denunciare e a farsi curare per le violenze subite. Nel 2011-12 1455 i casi di maltrattamenti e abusi su donne adulte e minori". Dati che fanno impressione e a fare ancora più impressione è il fatto che si tratti per lo più di persone note, conosciute, le persone non note nei numeri relativi allo scorso anno sono solo l´1,5%. "Il violento è in casa, è nella stretta cerchia degli affetti e delle relazioni più intime. Quello che si scrive o si denuncia sulla paura di uscire o sul tema degli extracomunitari non è confermato dai dati". "Per combattere definitivamente questo fenomeno in Toscana abbiamo il Codice rosa, un percorso che consente alla donne di venirsi a curare e di avere un supporto psicologico e legale. Partito in 5 Asl, dal gennaio 2013 si è esteso ad altre quattro e al Meyer e nell´arco della primavera estate del 2014 sarà in funzione in tutto il territorio regionale. Di grande importanza poi i centri antiviolenza perché una volta fatta la denuncia bisogna trovare delle soluzioni alternative per essere protette e non ricadere nel gorgo della violenza". "Stiamo lavorando - ha detto poi l´assessore Salvatore Allocca - a una misura perché sia possibile individuare una riserva di alloggi Erp che possano essere messi a disposizione dai Comuni per questa casistica. Mentre certo la Regione è chiamata - ha concluso - a utilizzare presto e bene i fondi che verranno messi a disposizione dal decreto nazionale appena approvato". Numerosi gli interventi delle donne dei centri, che hanno sollevato diverse problematiche: quella dei finanziamenti che, hanno detto, dovranno essere certi e continui, la necessità della difinizione del ruolo dei centri e di un progetto specifico e multidisciplinare regionale che riguardi la prevenzione, la gestione dei momenti di crisi, la protezione e il resinserimento abitativo e lavorativo delle donne vittime di violenza. La situazione in Toscana La legge regionale 59/2007. Nel 2007 la Regione ha approvato la lr. 59 "Norme contro la violenza di genere", in cui sono formulati gran parte dei principi espressi anche nella Convenzione di Istanbul del maggio 2011, recentemente ratificata dal Parlamento: dal richiamo alla violenza quale grave violazione dei diritti umani delle donne, al tema della prevenzione, della protezione e sostegno delle vittime di violenza indipendentemente dal loro stato civile o dalla loro cittadinanza, ai temi della formazione congiunta degli operatori, della sensibilizzazione e informazione e dell´educazione al rispetto nella relazione tra i sessi. Nella legge regionale 59 si riconosce ai Centri Antiviolenza una funzione determinante nel complesso delle attività che si realizzano sul nostro territorio. In questi anni, infatti, il lavoro dei Centri Antiviolenza e dei Centri di Ascolto ha consentito di contrastare un fenomeno che ad oggi continua ad essere ancora in crescita. Codice Rosa. Il Codice Rosa è un percorso di accoglienza al Pronto soccorso dedicato a chi subisce violenza. Il suo punto di forza è la costituzione di Gruppi operativi costituiti da rappresentanti delle strutture ospedaliere e territoriali della Asl (infermieri, ostetriche, medici, assistenti sociali, psicologi), da Procura e Forze dell´Ordine. Si tratta di un percorso riservato alle vittime di violenze, non solo donne, ma anche bambini, anziani, immigrati, omosessuali, che permette di intercettare i segnali non sempre evidenti di una violenza commessa e prevede l´avvio di un intervento congiunto delle strutture sanitarie con le Procure della Repubblica tramite gli uffici di polizia giudiziaria, in grado di assicurare i necessari interventi sanitari ed al tempo stesso garantire la massima tutela della privacy. Il progetto, avviato con successo dall´Asl di Grosseto nel 2010, è diventato progetto regionale nel 2011 con il coinvolgimento delle Aziende Usl 2 Lucca, 12 Viareggio, 4 Prato, 8 Arezzo e 9 Grosseto. Da gennaio 2013 si è sviluppato anche nelle Asl di Pisa, Livorno, Empoli, Careggi e Meyer, e si prevede la sua estensione per il 2014 a tutto il territorio regionale I dati diffusi nel corso dei primi anni di sperimentazione del Codice Rosa fanno emergere una situazione inquietante: nel 2012, nelle 5 aziende in cui il Codice Rosa era in funzione, sono stati trattati 1.455 casi di maltrattamenti e abusi su adulti e minori, di cui 250 a Lucca, 338 a Prato, 241 ad Arezzo, 466 a Grosseto e 160 a Viareggio. Sul totale dei dati riferito agli adulti 1.248 sono casi di maltrattamento, 44 di abuso sessuale e 22 di stalking. Altra fascia debole, i bambini: per loro 113 casi di maltrattamento e 28 casi di abuso sessuale. Per non parlare dell´altrettanto odioso fenomeno di maltrattamento degli anziani. Dati / Rapporto 2012 sulla violenza di genere. In base ai dati raccolti con la collaborazione di 19 centri antiviolenza e 6 centri di ascolto delle 10 Province Toscane, dal 2009 al 2012, ben 5.723 donne si sono rivolte ai Centri antiviolenza. Con un trend in aumento: dai 1.761 casi del 2009-2010 ai 1.929 del 2010-2011 ai 2.033 del 2011-2012. 2033 è il numero di donne che nel 2011-2012 si sono infatti rivolte ai centri antiviolenza toscani (di esse, 1.314 sono italiane e 670 straniere), e generalmente sono state vittima di più di un tipo di violenza (fisica, psicologica, ecnomica, stalkin, violenza sessuale, molestie sessuali, mobbing). Nel solo 2012, delle 2.033 donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza, solo 30 – pari all´1,5% - hanno subito soprusi da una persona sconosciuta. Dal 2010 al 2012, sono ben 2.321 donne su 3.756 che hanno subito violenza dal partner.  
   
 

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