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Notiziario Marketpress di
Martedì 15 Ottobre 2013 |
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RIFORME, STUDIO IRPET: 200 MILIONI RISPARMIATI SE I 287 COMUNI TOSCANI DIVENTASSERO 51 O 34
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Firenze
15 ottobre 2013 - Con le fusioni di Comuni in Toscana si potrebbero risparmiare
da 150 a 200 milioni di euro l´anno: fino ad un quinto cioè delle spese di
funzionamento, dirottando quelle risorse su nuovi servizi per cittadini e
imprese. I numeri li dà l´Irpet, l´istituto di programmazione economica della
Regione Toscana, che oggi alla Camera di Commercio di Grosseto ha presentato
uno studio sulle dimensioni dei governi locali e su come queste influiscano sui
costi e l´offerta dei servizi. L´occasione è stata un seminario promosso dalla
Commissione affari istituzionali del Consiglio regionale. La dimensione
ottimale di un Comune, anche se da considerare non c´è solo il fattore demografico,
non dovrebbe mai scendere sotto i 20-30 mila abitanti.
La
Toscana conta meno comuni di molte altre regioni d´Italia. Per risparmiare da
150 a 200 milioni l´anno sui cosiddetti costi espliciti, che solo in parte
riguardano la politica e molto di più hanno a che fare con l´organizzazione
degli uffici e la burocrazia (e con le economie di scala che da ´piccoli ´ non
si possono attivare) si dovrebbero però creare comuni molto più grandi degli
attuali: secondo le simulazioni dell´Irpet da 51 a 34 al posto di 287, che dopo
i referendum che ci sono stati dalla primavera alla scorsa settimana e in cui
hanno prevalso i sì già si ridurranno comunque dal 2014 a 279. Se poi si
considerano i ´costi impliciti´, che spesso sono una zavorra ancora più
pesante, i vantaggi diventano ancora maggiori. Si tratta dei costi legati allo
sviluppo a cui si rinuncia quando il Comune è troppo piccolo o non ha
competenze adeguate, quando la sua capacità di agire è poca cosa, quando i
tempi si allungano perché per andare avanti è necessario l´accordo di altri
Comuni o di altri enti o quando gli ambiti sono troppo ristretti per un
approccio strategico che potrebbe davvero risolvere i problemi. Una cosa appare
chiara: ad unirsi ci si guadagna sempre, anche solo dalla fusione di due comuni,
magari non da subito ma in prospettiva. Al netto degli incentivi regionali e
statali su cui chi si unisce può contare per almeno cinque o dieci anni.
Zone
socio-sanitarie e Sll come confini - L´irpet, nello studio presentato dalla
ricercatrice Sabrina Iommi, ha fatto una proiezione raggruppando gli attuali
comuni toscani prima nelle zone socio-sanitarie (Zss) utilizzate per la
programmazione dei servizi socio-assistenziali di base - 34 in tutta la Toscana
e che corrispondono in buona parte alle ex associazioni intercomunali degli
anni ´80 pensate da Bartolini – e poi utilizzando come criterio invece i
sistemi locali del lavoro (Sll), 51 nella regione e che corrispondono ai bacini
al cui interno i pendolari si muovono ogni giorno. Raggruppando i Comuni per
gli ambiti dei sistemi del lavoro locale si risparmierebbero 96 milioni sui
costi della burocrazia e 65 su quelli della politica (che sarebbero dimezzati e
forse qualcosa in più). Con le zone socio-sanitarie il risparmio sulle spese di
funzionamento salirebbe a 140 milioni e praticamente lo stesso rimarrebbe
quello sulla politica.
A
Grosseto quattro od otto comuni al posto di ventotto - Una simulazione analoga
è stata condotta sul solo territorio della provincia di Grosseto. Con le zone
socio sanitarie gli attuali 28 comuni grossetani diventerebbero quattro e si
risparmierebbero 20 milioni (il 30,5%) delle spese di funzionamento. Grosseto
si allargherebbe a Campagnatico, Castiglion della Pescaia, Cinigiano, Civitella
Paganico, Roccastrada e Scansano. Nascerebbe un comune delle Colline
metallifere con Follonica, Gavorrano, Massa Marittima, Montieri, Scarlino e
Monterotondo Marittimo: altri otto comuni in uno per le Colline dell´Albegna
(Capalbio, Isola del Giglio, Magliano in Toscana, Manciano, Monte Argentario,
Orbetello, Pitigliano e Sorano) e sette per l´Amiata Grossetana (Arcidosso,
Castel del Piano, Castell´azzara, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano e
Semproniano).
Appena
due milioni in meno, ovvero diciotto l´anno, si risparmierebbero utilizzando come
matrice i sistemi locali del lavoro. In questo caso i nuovi Comuni del
grossetano anziché quattro sarebbero otto, mentre tre (Monterotondo, Cinigiano
e Civitella Paganico) finirebbero in altre province. Ci sarebbe il comune di
Castel del Piano, Seggiano ed Arcidosso e di Follonica, Gavorrano e Scarlino.
Grosseto si unirebbe a Campagnatico, Castiglion della Pescaia, Roccastrada e
Scansano. Manciano si fonderebbe con Semproniano e Massa Marittima con
Pontieri. Nascerebbe un comune unico a Orbetello, Capalbio, Isola del Giglio,
Magliano in Toscana e Monte Argentario. Pitigliano si unirebbe a Sorano e
Castell´azzara con Roccalbegna e Santa Fiora. Monterotondo finirebbe invece
fuori provincia con Pomarance e Cinigiano e Civitella Paganico con Montalcino.
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