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Notiziario Marketpress di
Martedì 15 Ottobre 2013 |
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LETTA A LONGARONE. PRESIDENTE VENETO LUCA ZAIA. LO STATO GARANTISCA LA SICUREZZA DEI CITTADINI
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Longarone
(Belluno), 15 ottobre 2013 - “Questa è la storia di un opera che non si doveva
fare, poi è stata realizzata, per motivi economici, per motivi politici. E oggi
siamo qui a celebrare l’anniversario di una tragedia unica nel suo genere, che
ha provocato la morte di 1910 persone, un terzo delle quali mai ritrovate, un
terzo mai riconosciute”. E’ con il ricordo delle vittime che il presidente del
Veneto Luca Zaia ha voluto iniziare il 12 ottobre il suo intervento ufficiale
nella cerimonia che ha visto presente il presidente del Consiglio Enrico Letta,
durante la quale il Comune di Longarone ha conferito la cittadinanza onoraria
alla Polizia di Stato, consegnata dal sindaco Roberto Padrin al Capo della
Polizia Alessandro Pansa.
“La
storia raccontata della Polizia di Stato ci dà un quadro di cosa è accaduto
alle 22 39 del 9 ottobre 1963. Per noi – ha aggiunto Zaia - è una storia
indelebile, che ha lambito la storia degli italiani, dei veneti e dei cittadini
di questa provincia. Là c’era una bella valle, non una diga, e una giornalista,
Tina Merlin, ambientalista ante litteram, aveva scritto qualcuno stava
trattando quella diga come un catino da riempire d’acqua. Le popolazioni
denunciarono da subito l’assurdità del progetto”.
“Qualcuno
l’ha definita una tragica fatalità: non lo è mai stata, una fatalità – ha
ribadito Zaia – la gente sapeva che quel monte non era stabile e non a caso lo
ha chiamato Toc, pezzo. Stiamo parlando di una montagna con un fronte di 2 km, una profondità di 500 metri,
una altezza di 400 e chi si è ardimentato a calcolare quanto ci vorrebbe a
trasportare fuori dall’invaso il materiale franato ha avuto come risultato
cento camion al giorno per sette secoli”.
“Qui
nasce la protezione civile, che era allora la protezione civile delle mani nude.
Ma vorrei anche ricordare una persona che oggi è qui: il dott. Mario Fabbri –
ha detto ancora il presidente del Veneto – allora aveva trent’anni ed è stato
il magistrato che ha avuto il coraggio di andare contro i potenti. E’ facile
per noi parlare dopo 50 anni, ma in quegli anni non era semplice aprire un
fascicolo su una partita che si è chiusa a 15 giorni dalla prescrizione e che
si è tentato in tutte le maniere che non si chiudesse in maniera negativa per
chi doveva pagare il conto”
“Chiudo
con l’insegnamento di cui parlava Tina Merlin: “non basta piangere, dovremmo
anche fare in modo di far tesoro di questa esperienza”. Abbiamo il 14 per cento
della popolazione che in Italia vive in zone a rischio – ha poi affermato Zaia
– e il dissesto pesa moltissimo sui conti dello Stato: dai 3 ai 3,5 miliardi
ogni anno vengono spesi non per mettere in sicurezza ma per tamponare gli
effetti del dissesto in un Paese che è bello ma fragile. Nel 2010 non avrei mai
pensato di iniziare il mio mandato di presidente del Veneto affrontando una
alluvione che si è abbattuta su 223 dei 581 nostri Comuni. C’è la necessità di
vedere messi in sicurezza i 5 milioni di veneti investendo 2 miliardi 700
milioni di euro: le chiedo di portare in Consiglio dei mionistri questa voce. Non
abbiamo più bisogno di nastri d’asfalto, le opere programmate e che stiamo
realizzando ci sono sufficienti, ma abbiamo bisogno di mettere in sicurezza la
vita dei nostri cittadini. Si abbia il coraggio di scegliere a livello
nazionale questa via, quella delle grandi infrastrutture idrauliche,.E di fare
anche un ragionamento sulle assicurazioni, per riuscire a mettere in piedi una
assicurazione nazionale.
“Chiudo
ricordando che forse la tragedia nella tragedia sta nel racconto dei
superstiti, quella sera c’era una partita di calcio importante Real Madrid -
Glasgow, che ha portato molti ragazzi nei bar di Longarone per vederla in tv. E
quei ragazzi han perso la vita. Ma c’è anche chi racconta che quella sera
c’erano qualcuno che deviava il traffico prima della tragedia, dove un monte
che si muoveva e una popolazione non era avvisata. La sua presenza qui – ha
concluso Zaia – serve a chiedere le scuse: questo è un territorio che non si è
mai sentito dire scusateci. Qui lo Stato non ha mai fatto quello che avrebbe
dovuto fare”.
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