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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Ottobre 2013
 
   
  GIUSTIZIA EUROPEA: ACQUE REFLUE URBANE - BELGIO CONDANNATO A PAGARE AMMENDA FORFETARIA E PENALITÀ

 
   
  Il Belgio è condannato al pagamento di un’ammenda di 10 milioni di euro per l’omessa esecuzione della sentenza della Corte dell’8 luglio 2004 (C-27/03) concernente il trattamento delle acque reflue urbane Al Belgio è parimenti imposto il pagamento di una penalità se non si conforma integralmente alla sentenza C-27/03, la cui omessa esecuzione persiste riguardo a cinque agglomerati La direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane disciplina la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane, nonché il trattamento e lo scarico delle acque reflue originate da taluni settori industriali. Essa ha lo scopo di proteggere l´ambiente dalle ripercussioni provocate dallo scarico di acque reflue urbane. Nella sua sentenza dell’8 luglio 2004, Commissione/belgio (C-27/03), la Corte ha dichiarato che il Belgio aveva violato diverse disposizioni di tale direttiva sulla base del rilievo che 114 agglomerati della Regione fiamminga, 60 agglomerati della Regione vallona e l’agglomerato di Bruxelles non si erano conformati ai requisiti della direttiva. Quando è stato introdotto il presente ricorso da parte della Commissione europea, l’infrazione persisteva per un agglomerato fiammingo, 21 agglomerati valloni nonché l’agglomerato di Bruxelles. Successivamente, all’udienza, la Commissione ha convenuto che le misure necessarie non erano state adottate riguardo a soli cinque agglomerati. Alla luce di tali elementi, la Commissione ha modificato le sue domande circoscrivendo ulteriormente l’oggetto della controversia. Nella sua sentenza odierna, anzitutto, la Corte dichiara che, alla scadenza del termine fissato nel parere motivato del 26 giugno 2009, il Belgio non aveva adottato tutte le misure necessarie per conformarsi integralmente alla sentenza del 2004 ed è, pertanto, venuto meno agli obblighi cui è tenuto in forza del Trattato sul funzionamento dell’Ue. Quanto alla determinazione dell’importo della somma forfettaria, la Corte ricorda che l’inadempimento è persistito per circa 9 anni, il che è eccessivo, anche se deve riconoscersi che gli adempimenti da eseguire richiedevano un periodo significativo di diversi anni e che l’esecuzione della sentenza del 2004 va considerata ad un punto avanzato, se non quasi completa. Per quanto riguarda la gravità dell’infrazione, la Corte rileva che, classificando l’integralità del suo territorio quale «area sensibile», ai sensi della direttiva, il Belgio ha riconosciuto la necessità di una tutela ambientale rafforzata dello stesso. Orbene, il mancato trattamento delle acque reflue urbane arreca un pregiudizio all’ambiente. Tuttavia, la Corte ricorda che il Belgio ha affrontato investimenti impegnativi per l’esecuzione della sentenza del 2004, compiendo progressi considerevoli. I progressi, peraltro, erano già sostanziali alla scadenza del termine fissato dal parere motivato. Inoltre, la Corte sottolinea che il Belgio ha pienamente cooperato con la Commissione nel corso del procedimento. In tale contesto, la Corte ritiene di procedere a un’equa valutazione delle circostanze del caso fissando una somma forfettaria dell’importo di Eur 10 milioni che il Belgio dovrà versare. Inoltre, tenuto di tutte le circostanze, la Corte considera adeguata l’imposizione di una penalità dell’importo di Eur 4 722 al giorno. Quanto alla periodicità della penalità, conformemente alla proposta della Commissione, dato che la produzione della prova della conformità alla direttiva 91/271 può richiedere un certo tempo, e per tener conto del progresso eventualmente compiuto da detto Stato membro, la Corte considera adeguato un calcolo della penalità effettuato sulla base di periodi di sei mesi, riducendo il totale relativo a tali periodi (vale a dire una penalità di Eur 859 404 per semestre di ritardo) di una percentuale corrispondente alla proporzione che rappresenta il numero di abitanti equivalenti che si trovano in situazione di conformità con la sentenza del 2004. (Corte di giustizia dell’Unione europea,  Lussemburgo, 17 ottobre 2013, sentenza nella causa C-533/11 Commissione / Belgio)  
   
 

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