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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Ottobre 2013
 
   
  AGRICOLTURA: CONVEGNO A MORRA: ANCHE DALLA CASTAGNA UN IMPULSO ALL’ECONOMIA DEL BOSCO E ALLA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

 
   
  Morra (città di castello) - Anche dalla castagna, nel quadro di una valorizzazione integrata dei prodotti forestali e di una nuova visione, in cui boschi e foreste sono al tempo stesso ambiente ed economia, può arrivare un importante contributo allo sviluppo rurale, in termini di competitività, attrazione turistica e valorizzazione del territorio. È quanto è emerso il 19 ottobre sera a Morra (Città di Castello) da un convegno, svoltosi nel quadro della 39esima edizione della "Sagra della Castagna", promosso dall´assessorato all´agricoltura della Regione Umbria sul tema "Verso il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020/ Problematiche attuali e prospettive per le misure forestali e la castanicoltura". "La castagna è una risorsa ambientale ed economica - ha affermato il presidente della Pro Loco Morra Luca Giunti, introducendo i lavori coordinati dal vicesindaco di Città di Castello Michele Bettarelli -, e il costante sviluppo della nostra manifestazione, che l´anno prossimo festeggerà il Quarantennale, sta a testimoniare la nostra fiducia e il nostro impegno in questa direzione". Anche perché - ha sottolineato Francesco Grohmann, dirigente del Servizio Foreste, Economia e Territorio Montano della Regione Umbria, anticipando alcune linee-guida (contenute in un documento non ancora ufficiale) delle misure forestali che caratterizzeranno il prossimo Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 - "per l´economia montana, e quindi per il corretto e fruttuoso impiego di boschi e foreste, si aprono nuove opportunità e possibilità operative, che, in una visione nuova, mettano insieme l´utilizzazione diversificata dei prodotti forestali, castagna compresa, con un impegno per la tutela dell´ambiente, il rispetto per il patrimonio paesaggistico e per la storia dei luoghi, l´attenzione alla loro valenza turistica e capacità di attrazione. In una parola, un approccio multiplo, che tiene conto senza dicotomie di tutti gli aspetti della questione, e si riassume nella valorizzazione dei territori. L´obiettivo - ha riassunto Grohmann - è quello, attraverso un uso accorto delle diverse misure a disposizione, di migliorare la competitività della pluralità dei prodotti forestali, nella consapevolezza che le foreste sono un pezzo importante dello sviluppo rurale". Ma uno "spettro" si aggira per i castagneti, lo spauracchio della "vespetta cinese" o cinìpide, un minuscolo insetto venuto dalla Cina e che, dopo aver infettato i castagni di Giappone e Stati Uniti, è apparso dal 2002 anche in Italia e in Umbria, provocando danni assai gravi alle maestose piante e alla produzione di castagne. L´antidoto, essendo impraticabile la via degli agenti chimici, è stato per fortuna sùbito trovato - ha spiegato nel corso del convegno Claudia Santinelli del Servizio Fitosanitario Regionale - in un parassitoide, ancor più minuscolo, che "lanciato" nei castagneti, s´incista nella "vespetta" e distrugge il suo ospite: si tratta del "torìmo" (Torymus sinensis), che in Umbria il Servizio Fitosanitario Regionale ha "lanciato", dal 2011 al 2013, su 350 ettari. Il risultato è garantito: grazie al piccolo invasore, vera e propria "macchina biologica", la pianta guarisce e il castagneto (come è già successo in Piemonte) si risana. Parlando di prodotti del bosco, non poteva mancare il prodotto di eccellenza per antonomasia, il tartufo: Andrea Rubini, in rappresentanza dell´Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Cnr, si è soffermato sulle nuove prospettive, che si aprono per la coltivazione, valorizzazione e difesa del tartufo bianco. L´idea di fondo - ha spiegato - è quella della "valorizzazione della produzione naturale del tartufo", attraverso "marcatori molecolari" (basati sull´analisi del Dna) che ne indicano con precisione caratteristiche e provenienza geografica. Rubini ha illustrato le sperimentazioni che il suo istituto sta compiendo in Umbria sul ciclo biologico del tartufo bianco, nella tartufaia sperimentale di Montemaggiore.  
   
 

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