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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Ottobre 2013
 
   
  CON IL DISEGNO DI LEGGE SULLA MONTAGNA INIZIA UNA NUOVA E PIU´ SNELLA GOVERNANCE DELLE TERRE ALTE

 
   
  Torino, 24 ottobre 2013 - “Continua l’azione di riforma della Regione, improntata alla semplificazione e, in questo caso, al mantenimento delle specificità dei Comuni montani”: il presidente Roberto Cota ha commentato così l’approvazione del disegno di legge sulla montagna avvenuta durante la riunione della Giunta regionale di ieri sera. Il provvedimento, presentato dagli assessori agli Enti locali, Riccardo Molinari, e alla Montagna, Gian Luca Vignale, passa ora all’esame del Consiglio regionale. Sul piano dei principi, impegna la Regione a promuovere le aree montane, di cui viene riconosciuta la specificità, e individua l’Unione montana come unica forma associativa tra Comuni e come strumento attivo delle politiche regionali in grado di esercitare le funzioni di tutela, promozione e sviluppo della montagna e quelle già attribuite alle Comunità montane, quali la manutenzione ambientale, il turismo, l’artigianato e produzioni tipiche, il servizio scolastico e i servizi essenziali alla persona. Il disegno di legge fissa precisi termini di costituzione delle Unioni montane, in modo che esse siano già attive all’inizio del 2014. Pertanto prevede che entro il 30 novembre 2013 i Comuni montani dovranno trasmettere alla Regione la deliberazione consiliare o di approvazione dell’atto costitutivo e dello Statuto dell’Unione montana o recante la volontà di non far parte di un’Unione montana. Questo ente, a discrezione dei Comuni che ne fanno parte, potrà svolgere anche le nove funzioni fondamentali che la legge obbliga ad esercitare in forma associata, o solo alcune di esse. Resta ovviamente possibile l´esercizio associato in convenzione delle nove funzioni fondamentali anche per i Comuni facenti parte dell’Unione. Le Unioni montane si serviranno delle risorse del Fondo regionale per la montagna, al quale potranno accedere solo quelle costituite ed operanti al 1° gennaio 2014, a conferma del ruolo primario rivestito da questa tipologia associativa. “Con queste nuove norme - ha commentato l’assessore Molinari - si completa la complessa riforma degli enti locali piemontesi, si chiarisce quali siano e come debbano essere svolte le funzioni della montagna e quali siano i finanziamenti disponibili. La raggiunta completezza del quadro normativo garantisce che le procedure di liquidazione delle Comunità montane possano oggi procedere in modo ordinato e spedito. Il patrimonio e il personale delle Comunità montane saranno presto riattribuiti alle nuove Unioni, in modo da supportarne l´attività. Inoltre, un passaggio importante è quello che prevede che il fondo della montagna venga assegnato tenendo conto della specificità delle realtà appenniniche rispetto a quelle alpine”. “Viene riconosciuta - ha dichiarato l’assessore Vignale - la specificità dei territori alpini e appenninici piemontesi. Le nuove Unioni, unici soggetti deputati a svolgere le funzioni montane, diverranno così le realtà istituzionali rappresentanti le montagne piemontesi e avranno un ruolo fondamentale nell’erogazione dei servizi e nella nuova programmazione europea nelle aree montane”.  
   
 

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